OTTAMERON Dalla Terra alla Luna

Gli studenti e le studentesse che animano questo blog hanno vinto il Primo Premio come Miglior Cortometraggio al Festival “Class!Action” dei prodotti audiovisivi delle scuole di Reggio Emilia, 2019:

DALLA TERRA ALLA LUNA

Ringraziamo di cuore tutt@ coloro che hanno permesso la riuscita di questo festival e tutt@ coloro che ci hanno aiutato a realizzare…

OTTAMERON

Un film di e con
Agata, Aida, Albion, Alessio, Antonio, Aurora, Barbara, Bassir, Bianca, Cecilia, Diego, Edoardo, Elisa, Ettore, Fabian, Favour, Fede Zhi Guang, Filippo, Francesco, Gabriele, Giorgia, Hui, Joy, Kine, Laiba, Lorenzo, Luca, Zhen Hao Lucia, Lucrezia, Maggie, Marco, Mariagrazia, Martina, Matteo, Mattia, Milena, Natasha, Nicole, Raffaela, Rebecca, Rodrigo, Rulin, Samuele, Sara, Sofia, Tania, Vincenzo, Ying

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Sinossi:

Un gruppo di ragazze/i deve scegliere un soggetto da trasformare in cortometraggio, e dopo averne visionati otto di differenti stili, si arrende di fronte alla realtà.

Durata: 9’00”

Lingua originale: italiano

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Ecco il punto di vista di alcuni studenti e studentesse partecipanti, che vale almeno quanto il premio:

Io credo che il percorso che abbiamo compiuto nel realizzare questo progetto ci abbia fatto legare ancora di più come classe perché, lavorando insieme, pensando insieme, recitando e scherzando insieme, a volte abbiamo un po’ esagerato, ma io credo che faccia parte del “gioco”.
Tutto quanto è partito dalla scrittura di storie di fantascienza e da una selezione di esse, da un lavoro concentrato per migliorare i testi e le scene, da una piccola selezione degli attori, dalla regia che è stata così accurata grazie all’insegnamento del nostro professore, e senza di lui ciò non sarebbe potuto succedere. Ma dietro ciò che abbiamo visto c’è un duro lavoro, sacrifici di magliette e oggetti, e questo dimostra che ci tenevamo davvero, o almeno ci teneva chi dava sempre disponibilità.
Le nostre riprese non saranno tutte a fuoco o perfette ma a noi piacciono così, perché dietro quelle imperfezioni ci siamo noi, c’è il nostro lavoro.
Io non faccio come tutti quelli che dicono “a me è piaciuto di più questo…”. No, a me sono piaciuti tutti, perché in tutti c’è un pezzo di noi, un pezzo della nostra storia.
Per riuscire ad ottenere il risultato ci sono state diverse ore di prove, di sgridate, di risate, di impegno da parte di sceneggiatori, registi, aiuto registi, truccatori, …
Siccome non trovavamo un soggetto, il prof ha avuto l’idea di collegare tutto e credo che sia stata la scelta migliore, che ha dato a tutti quanti un compito.
Il progetto più bello dei tre anni passati qui.
Cecilia

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Il prodotto finale è molto molto bello perché nel finale si scopre che la vera storia è quella degli otto ragazzi che raccontano le storie […].
Shalon

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[…] E’ stato molto bello e divertente fare i cortometraggi: scriverli, rileggerli e rappresentarli. Il mio preferito è Amicizia, dove io ho creato l’alieno, Jimbo Groogh, che è diventato la mascotte della classe. Con questo progetto, noi alunni ci siamo uniti ancora di più. E’ stato divertente anche creare le stanze per filmare, andare in giro per la scuola e andare in altri posti. Questo progetto è un’idea bellissima per le scuole, imparare nuove cose e come farle […].
Zhen Hao Lucia

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Il logo del festival

Sono molto soddisfatta del prodotto finale. Per arrivare a questo obiettivo ci abbiamo messo impegno. Abbiamo lavorato con ragazzi e ragazze di altre classi, conoscendoci meglio. Abbiamo sviluppato un’idea e, facendo ognuno la sua parte, siamo arrivati alla realizzazione.
Dietro al prodotto c’è moltissimo lavoro. Per realizzare questo cortometraggio, certo ci siamo divertiti, ma abbiamo dovuto anche studiare. Abbiamo fatto tesoro della gita al museo del cinema a Torino e dei film che abbiamo visto a scuola. E’ stato bello sperimentare, per una volta, il backstage, vedere ciò che il pubblico non vedrà, lavorare “dietro” a un’opera.
Una volta ancora, ci siamo ritrovati a dover collaborare, ad accettare le idee degli altri, ci siamo ritrovati di fronte ai difetti degli altri, e anche ai nostri. C’è stato bisogno di solidarietà e unità, e questa volta ci siamo riusciti.
Nicole

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Il film mi è sembrato spiritoso e ragionevole, cioè non è fatto a caso, hanno usato la logica […].
anonimo

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Il film, le idee, le scene, la regia, lo stare insieme e tante altre componenti fondamentali hanno reso il progetto eccezionale nella sua riuscita.
Personalmente, essere stata tre volte comparsa e una volta attrice è stato ciò di più divertente che io avessi mai sperimentato. Perché comunque, vincente o non vincente, è stato molto bello.
Guardando un film, non si capisce lo sforzo fatto dagli attori, dai registi, dalle comparse, da chi ha scritto i soggetti o la sceneggiatura, da chi l’ha montato, che è enorme.
Il progetto si basa principalmente su cosa studiavamo la mattina in classe e su cosa poi si costruiva il pomeriggio nei vari posti. Il cortometraggio è una specie di giro su se stesso: l’idea del film è nel film.
Joy

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[…] A me sono piaciute tutte le scene, in alcune scene si sono visti degli sguardi sulla telecamera oppure delle risate inappropriate, però secondo me sono stati tutti bravi e si sono impegnati molto. Tutti quanti hanno avuto una parte e l’hanno recitata in modo stupefacente.
anonimo

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Io ho aiutato molto: sono stato nella cornice, una comparsa, ho prestato le mie cose, ho girato e addirittura ho cantato, ma quando facevo ognuna di queste cose pensavo che solo avevo il compito di mantenere salda la reputazione di tutta la scuola […].
Antonio

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Il prodotto per me è un grande lavoro pensato da un gruppo di persone che di solito sembra molto stupido, ma ce l’abbiamo fatta con tanto sforzo […].
Hui

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[…] Avendo visto dei film, avendo guardato e analizzato la fantascienza, siamo stati “avvantaggiati” nel fare il cortometraggio, riuscendo a metterci quello che sappiamo. […] Questo lavoro è anche collegato con le lezioni che facciamo in classe la mattina, dove studiamo i film, i libri, prendiamo gli appunti, capiamo realmente a cosa serve la fantascienza; è come se avessimo fatto lezione ma in modo facoltativo.
anonimo

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Il prodotto è buono, nonostante alcuni errori, calcolando le nostre abilità e la nostra attrezzatura.
Vedere il prodotto finito però mi ha reso davvero felice. Vedere tutto l’impegno che ci abbiamo messo finalmente in un lavoro completo mi ha dato un senso di soddisfazione. […] Mi sono trovata abbastanza bene a lavorare con i miei compagni e con una classe diversa, nonostante sia una persona che preferisce lavorare da sola […]. Mi piace l’idea di aver aggiunto diversi film e diversi generi in un unico video, l’idea di aggiungere citazioni di altri film o canzoni è fantastica, rende il film ancora più colto, in un certo senso, perché le citazioni non le capiscono tutti, ma solo chi ha studiato, proprio per questo penso che un gruppo a caso di persone non sarebbe mai riuscito a fare un film come il nostro […].
anonimo

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A me questa esperienza è piaciuta molto, perché è stata una cosa nuova e mi sono divertito tanto!
Oggi abbiamo visto il risultato finale e devo dire che tutti siamo stati molto orgogliosi. Un’esperienza del genere si vive (se sei fortunato) una volta nella vita. […] Spero che ognuno di noi non si scordi mai questa esperienza.
Samuele

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[…] Nessun film è perfetto, però in fondo è meglio così. Magari ci aspettavamo un oggetto migliore, però questo lavoro ha aperto la nostra immaginazione. Il film è circolare, inizia da dove è finito e il ciclo è continuo.

Luca
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Questo corto riesce a trasmetterti tutte le emozioni possibili: paura, comicità, tristezza, felicità. Ha una trama e un finale originali e colonne sonore giuste al momento giusto […].
anonimo

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[…] Per una volta siamo stati dall’altra parte del film, anche se in piccolo, e abbiamo capito che non è per niente facile: per girare 9’50” abbiamo impiegato due mesi. Il percorso è stato molto bello e utile, e senza la collaborazione che tutti noi abbiamo dato non sarebbe stato possibile […].
Ettore

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[…] Tutto questo è stato frutto delle nostre menti, grazie ai progetti, ai film e ai generi letterari che abbiamo studiato in classe. Sono rappresentate molte cose in poco tempo, anche se abbiamo sforato. La vera magia del film è che si fa cento e si produce dieci […]. Decidere di usare tutti i generi e le scene di tanti film è stato divertente e per i colti della fantascienza è bello.
anonimo

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In questi tre anni non abbiamo mai prodotto un film. Durante le riprese, e soprattutto prima, mi sono detta che era quasi impossibile fare tutto ciò; ma solo dopo aver provato a fare qualcosa si sa se è fattibile. Se avessimo fatto solo delle semplici lezioni in classe, durante la mattinata, non saremmo mai entrati veramente in contatto col cinema. La maggior parte del lavoro non si vede, ma senza quello le scene non esisterebbero. A me piacciono tutti gli otto microfilm, perché se ne togliessimo anche uno solo, il film non sarebbe quello che è venuto.
Sono molto soddisfatta del frutto. Io ho recitato la parte dell’attrice e ho fatto parte dell’assistenza regia. La differenza tra questi due ruoli è che uno è visibile al pubblico, mentre l’altro no. Nonostante questo, penso che siano importanti ugualmente, perché senza l’uno non ci sarebbe l’altro.
Ying

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Io penso che il percorso sia stato divertente e anche emozionante, abbiamo fatto “casino”, ci siamo fatti riprendere dal prof, abbiamo perso tempo ma, secondo me, anche dopo tutto ciò il prodotto è favoloso, comico, stellare…
Il percorso è stato difficile e pesante, era un lavoro duro, con sbagli, errori, imperfezioni, tutto è stato fatto più e più volte fino ad ottenere un buon risultato. Abbiamo preso ispirazione da diversi film, citando piccole azioni, trame o personaggi. Non sono tutte idee create da noi, ma anche da altri registi che ci danno la via.
Un lavoro provato e riprovato di un mese in un video/film di dieci minuti. Come dice sempre mia madre, solo lavorando duro si ha un buon risultato. Noi abbiamo usato un mese di fatica e alla fine ecco un buon film per la competizione.
A me il progetto è piaciuto molto, ho usato il mio tempo libero e sono soddisfatta, anche perché posso stare un po’ più di tempo coi miei amici (compagni di classe) e spero che potremo vincere ed essere al primo posto, oppure essere almeno in classifica. Chi lo sa? Incrociamo le dita e speriamo.
Rulin

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Il film è stato presentato alla giuria del Festival con le seguenti parole:

Il percorso di costruzione del cortometraggio ha coinvolto alunni e alunne di tre classi terze dell’Istituto (3C, 3D, 3E). I partecipanti si sono riuniti in orario pomeridiano su base volontaria, per nove incontri di circa due ore ciascuno. Subito dopo i primi incontri, la composizione del gruppo, formato da una trentina di persone, si è andata via via stabilizzando.

In tutte le fasi di costruzione si è cercato di tenere presente il lavoro e lo studio che si svolge la mattina a scuola, soprattutto in riferimento all’analisi dei testi, alla visione e all’analisi di film e alle discussioni che caratterizzano la didattica quotidiana.

I laboratori svolti negli anni scorsi sulla rappresentazione scenica dei miti (Officina Educativa), sulla fotografia digitale (Fotografia Europea) e la fotografia analogica, la visita al Museo Nazionale del Cinema di Torino ci hanno fornito, lungo il percorso di realizzazione del film, indicazioni tecniche e soluzioni espressive preziose.

Anche le competenze trasversali, tra cui quelle connesse allo studio e alla ricerca cooperativa, si sono rivelate utili per riuscire a lavorare in armonia e a comunicare in modo efficace.

Durante il primo incontro, dopo la lettura di idee prodotte a livello individuale da diversi alunni e alunne, si è convenuto che tra tutte quelle giunte non ci fosse una sola storia “degna” di diventare un film. Il compito assegnato diventava quindi impossibile. Si è provato dunque a rovesciare il problema: avevamo a nostra disposizione tante storie sulla Luna, e dovevamo metterle insieme in una cornice di contesto che le rendesse plausibili. La soluzione era lì a portata di mano, sotto i nostri occhi, era la realtà di ciò che siamo, la sensazione del limite che stavamo provando tutti insieme.

Dopo quel momento, tutta l’organizzazione del lavoro è diventata più facile, perché l’intero gruppo ha potuto facilmente suddividersi in otto gruppi più piccoli (più il gruppo cornice), che hanno lavorato in maniera autonoma alla definizione del soggetto, alla sceneggiatura, al casting e alla supervisione del proprio micro-film. Anche se in ciascun incontro i partecipanti non erano mai sempre gli stessi, i nove micro-progetti avevano la forza di proseguire in parallelo, i nuovi arrivati sostituivano gli assenti, fornendo anche nuovi stimoli.

L’unica fase di realizzazione che ha avuto bisogno di un decisivo intervento di adulti esperti è stato il montaggio, per ovvie ragioni. Gli alunni – soprattutto coloro che avevano seguito un corso specifico presso lo Spazio Culturale Orologio – hanno partecipato alle scelte autoriali, ma le scene sono state tecnicamente montate dal referente del progetto, da un genitore e da un collaboratore esterno. Gli oggetti che compongono le scenografie sono stati trovati a scuola o a casa di alunni e alunne, a volte reinventandone la funzione. Nulla o quasi è stato acquistato. L’attrezzatura per le riprese e il montaggio è stata fornita in massima parte da alunni e alunne, e in misura minore dalla scuola.

Le musiche presenti nel corto sono state eseguite dagli studenti, i suoni sono stati prodotti appositamente o ricavati in alcuni casi dalla rete web.

Un’altra caratteristica interessante del processo è stata la scelta dei luoghi. Per ambientare le nostre micro-storie è stato necessario frequentare e allestire molti spazi del nostro Istituto Comprensivo: due diverse aule scolastiche, l’ingresso dell’aula magna con gli archivi, l’infermeria della palestra, il giardino, il laboratorio di scienze, l’aula insegnanti, due diversi corridoi, l’aula museo della scuola primaria Zibordi, il portone di uscita e, infine, le strade adiacenti la scuola.

Si ringrazia tutto il personale scolastico (collaboratrici, educatrici, docenti e dirigente) che ci ha aiutato nella realizzazione del progetto.

Reggio Emilia, 18 novembre 2019

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Tutte le immagini di questo articolo fanno parte del backstage curato da Rulin e Ying (2019).

 

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