L’educazione motoria al tempo del Covid

Abbiamo intervistato Marco Gianferrari e Anna Moratti, professori di Educazione Motoria della nostra scuola (IC Leonardo da Vinci di Reggio Emilia), a proposito delle recenti disposizioni per la riduzione del contagio da Sars-cov-2 che riguardano direttamente la loro materia. Ecco cosa ci hanno risposto:

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Secondo voi il programma scolastico muterà durante quest’anno? Se sì, come?

Marco Gianferrari: Sicuramente il programma scolastico muterà, perché le disposizioni che abbiamo non ci permetteranno di svolgere il classico programma che avevamo pensato durante gli anni passati. Ma questo non vuol dire che ci sarà un peggioramento del programma scolastico, anzi dovremo essere bravi noi a utilizzare risorse diverse, spazi diversi e materiali diversi affinché il programma venga svolto in modo adeguato. Questo non vuol dire che sarà un programma scolastico striminzito o senza alcune cose. Sarà un programma riveduto, sicuramente, ma che ci permetterà di raggiungere gli obiettivi che ci saremo scambiati nella programmazione io e glì altri insegnanti di educazione fisica.

Anna Moratti: Per quel che riguarda la mia disciplina, sicuramente il programma subirà delle variazioni, le sta già subendo adesso perché ci sono molti condizionamenti. Primo fra tutti, dall’inizio dell’anno, il problema dell’utilizzo della palestra.

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Professor Gianferrari, come vuole organizzarsi per le classi che non hanno sede alla Leonardo da Vinci?

Marco Gianferrari: Anche questo tema è molto importante quest’anno, in quanto ogni scuola deve adattarsi un po’ alle strutture che ha. Noi alla Leonardo abbiamo una palestra non tanto ampia, e quindi di conseguenza dovremo cercare delle alternative.

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Quindi utilizzeremo spazi esterni alle scuole?

Marco Gianferrari: Certo, naturalmente, quando è possibile cercheremo di andare all’esterno, questo dipenderà dal clima e dalla stagione. Stiamo cercando con la Dirigente degli spazi alternativi che possono essere impiegati per lo svolgimento delle nostre attività. Abbiamo pensato per esempio al Parco del Popolo, alla pista d’atletica, ai Chiostri di San Pietro. E anche ad altre sedi per attività che si possono svolgere in strutture specializzate, come la piscina, o la pista di pattinaggio in inverno. Siamo un po’ al lavoro per decidere quali potranno essere gli spazi da utilizzare.

Anna Moratti: Si, stiamo utilizzando gli spazi dei Chiostri, quello antistante il bar e quello vicino all’ingresso dalla via Emilia. Abbiamo utilizzato alcune parti dell’area cortiliva della nostra scuola e probabilmente tra un po’ potremo anche accedere al chiostro interno di San Pietro e forse anche al loggiato che circonda il chiostro.

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Che attività fisiche faremo durante l’anno scolastico, con tutte queste misure di contenimento?

Marco Gianferrari: Sicuramente – come sapete – non potremo fare sport che ci porterebbero a contatto gli uni con gli altri, per questo una grande parte delle attività che normalmente gli alunni svolgono durante l’anno sarà bandita. Mi viene da pensare a tutti gli sport di squadra, i classici: calcio, basket, pallavolo, dodgeball e tutte le attività in cui si viene a contatto nella corsa, nel prendersi, nello scappare, saranno tutte attività che non potremo svolgere. Questo vuol dire che ci focalizzeremo più su attività di tipo individuale. Questa situazione ci porterà un po’ a cambiare il tipo dì attività, ma cercando comunque di raggiungere gli obiettivi che ci sono nel programma “normale”.

Anna Moratti: Quelle che sarà possibile ripetere rispetto agli altri anni, le recupereremo. Quelle che sono alla base della preparazione atletica, naturalmente con l’accorgimento di disinfettare sempre le attrezzature – che è indispensabile – e poi contiamo anche di dedicare del tempo ad attività da eseguire all’aperto. Ad esempio, abbiamo iniziato con l’orienteering e continueremo in primavera a praticare questa attività in spazi più ampi, come i Giardini [il Parco del Popolo, ndr.] e il Parco di Santa Maria.

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Durante il lockdown avete mai pensato di non tornare a fare motoria con le vostre classi?

Marco Gianferrari: No, assolutamente. Questo è il mio lavoro. Anzi il lockdown mi ha stimolato maggiormente a cercare delle soluzioni nuove e innovative per svolgere la lezione. Questa difficoltà che si è presentata quest’anno sto cercando di viverla come un’opportunità. Durante l’anno avremo delle difficoltà oggettive a svolgere le lezioni, ma allo stesso tempo dovrò cercare nuove strade, percorsi, soluzioni che – se non ci fosse stata questa situazione – non avrei mai potuto pensare.

Anna Moratti: No, non l’ho mai pensato. Ho sempre sperato di riprendere a fare ginnastica con voi. Però durante il lockdown sono stata costretta a fare solo un po’ di teoria.

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Chi vi ha ispirato a fare l’insegnante di scienze motorie?

Marco Gianferrari: Così su due piedi non saprei rispondere. La mia passione è sempre stata il movimento, lo stare all’aria aperta, lo sport. Lo studio non mi attirava più di tanto, quello che mi piaceva fare era stare all’aperto e fare attività sportiva. Ho pensato fin da subito che mi sarebbe piaciuto trasmettere questa mia passione alle altre persone. Questo mi ha convinto a specializzarmi in questo settore. Oggi sto facendo quello che avevo pensato a quei tempi e sono molto contento di questa scelta.

Anna Moratti: È stato il mio papà che, vedendo che io facevo tantissimi sport, ma ero anche attratta da tante facoltà universitarie – perché mi piacevano Scienze Naturali, Scienze Forestali, Biologia, Architettura – e ogni giorno cambiavo idea, un giorno mi ha detto: “Ma Anna, tu che fai tantissimi sport, perché non pensi di iscriverti all’ISEF*?”. Ho provato a fare il concorso a Bologna, e da quel momento ho voluto fare solo quello. Avrei provato dieci volte il concorso, ma per fortuna mi è andata bene la prima volta, e ho iniziato subito l’Università.

 

Cosa pensate della ripresa degli sport agonistici per gli atleti e per il pubblico?

Marco Gianferrari: Adesso è un momento in cui gli sport agonistici di contatto non possono essere assolutamente svolti, basti pensare a quello che sta succedendo in Serie A [nel calcio, ndr.]. Mi sembra che il campionato dì Serie A sia falsato, perché ogni settimana abbiamo dei positivi e di conseguenza delle squadre non possono utilizzare dei giocatori e più il tempo passa più vediamo che questa situazione sta diventando ingestibile. Stiamo rincorrendo qualcosa che non possiamo organizzare. Quindi le attività da svolgere in questo momento sono, secondo me, solo quelle individuali o che non hanno bisogno di contatto. Per quanto invece riguarda la riapertura degli stadi, penso che il discorso sia lo stesso. Sono un po’ indeciso, se penso a uno stadio che può contenere centomila persone, con le distanze di sicurezza e le giuste regole, si potrebbe far entrare un minimo numero di persone, perché verrebbe garantito il distanziamento. Vedendo però l’evolversi della situazione, mi sto convincendo del fatto che terrei probabilmente chiusi anche gli stadi.

Anna Moratti: Penso che il problema principale sia il pubblico, perché quando c’è assembramento, quando c’è folla, per quanto si possa prendere delle precauzioni, i rischi aumentano esponenzialmente. Però abbiamo visto che anche all’interno delle squadre ci sono stati moltissimi casi. Questi personaggi pubblici vivono in contesti e situazioni in cui vengono facilmente a contatto con tantissime persone, e questo complica le cose. Non saprei quale potrebbe essere la soluzione, sicuramente fare degli stop e poi riprendere.

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* L’ISEF è l’Istituto Superiore di Educazione Fisica, poi sostituito dalla Facoltà di Scienze Motorie e Sportive.

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Le interviste sono a cura di Mattia, Tommaso, Margherita (della 3C), Cristina Wang, Giovanni (della 3E) e di Lucrezia. Sono state registrate tra ottobre e novembre del 2020. Le foto di questo articolo sono state scattate ai Chiostri di San Pietro (Reggio Emilia) nel mese di ottobre del 2020.

 

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