Storie di fantascienza, metafore della realtà / 2

Nel mese di novembre, al termine del modulo di italiano sul genere fantascienza, alunne e alunni della classe 3E (IC L. da Vinci di Reggio Emilia, a.s. 2019/2020), hanno scritto dei testi argomentativi. Qui abbiamo raccolto alcuni dei loro pensieri:

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Molti pensano che questo genere non serva a niente. Non abbiamo mai visto un alieno, non abbiamo mai visto una stazione spaziale come quelle di “Star Wars”. Ma io penso il contrario, perché alla fine nella fantascienza sono nascosti problemi e pericoli attuali. Ciò serve per avvertire noi, persone del presente, per metterci in guardia. […] La fantascienza è utile. Prima di averla studiata non mi interessava un granché perché la paragonavo al genere fantastico e a me non piace tanto questo genere. Preferivo mille volte il giallo. La consideravo infantile. Forse non è il genere che preferisco in assoluto, ma ho capito che la fantascienza non è solo immaginazione, ma è anche studio. E’ un avviso in forma di racconto. Io penso che sia adatta a tutti. La fantascienza è una metafora della realtà, racconta problemi attuali.

YING

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La fantascienza è un testo in cui si può esprimere sia una tematica attuale, che fa riflettere (social science fiction, come in Nosedive), sia una tematica che racconta il destino degli uomini (hard science fiction). Si può dividere in: utopia (il miglioramento, in un posto migliore); distopia (il peggioramento, come in Fahrenheit 451 di Ray Bradbury, dove tutti i libri vengono bruciati e l’unico modo per tramandarli è quello di impararli a memoria); ucronia, dove un evento storico è stato cambiato radicalmente ripercuotendosi sul futuro (per esempio “L’uomo nell’alto Castello” di Philip K. Dick). […] Per me la fantascienza è una metafora della realtà, perché ci fa vedere il mondo con occhi diversi e ci fa criticare il mondo in cui viviamo, per diventare persone migliori.

ANTONIO

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Io credo che la fantascienza serva molto per riflettere su alcuni aspetti negativi del mondo. Le storie di fantascienza puntano sulla spettacolarità di ambienti e vicende, ma le più interessanti propongono indirettamente una riflessione sul nostro mondo, sui suoi limiti e le sue capacità. Questo è così sin dall’inizio del genere fantascientifico, per esempio si ritrova nel libro “La guerra dei mondi” di Herbert George Wells, un romanzo scritto nel 1897.

Poi penso che la fantascienza serva anche come luogo di sfogo per gli scrittori, perché sono liberi e possono dire quello che vogliono e probabilmente anche far capire come vorrebbero che fosse il mondo e come vorrebbero vivere, oppure per dire che se non cambiamo le nostre abitudini arriveremo a vivere in condizioni/situazioni che sono catastrofiche dal punto di vista del clima, ma catastrofiche anche dal punto di vista sociale, che rischiamo di diventare una massa di persone che seguono chi si approfitta di loro. […] Io credo che la fantascienza sia molto utile per esprimere pensieri e per lamentarsi del mondo attuale e che mi apra la mente. Io personalmente prefersico i film ai libri, perché a me non piace per niente leggere e non sono nella cerchia ristretta dei lettori di sf, ma nella massa che guarda i film.

ETTORE

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La fantascienza è un tema che riguarda principalmente il futuro, nonostante alcuni sottogeneri parlino di un passato alternativo, ma fa anche riflettere sui problemi attuali, da quelli più sottovalutati (purtroppo) a quelli che consideriamo più importanti, come il cambiamento climatico, il rapporto con la famiglia, la politica e anche l’avanzamento della scienza, che può migliorare come peggiorare l’uomo e la società. Io penso che ci dovrebbero essere più racconti sugli argomenti sottovalutati. Usare un genere amato come la fantascienza per diffondere un messaggio tanto importante sarebbe una cosa fantastica, infatti dai testi che abbiamo letto ho compreso che sono più le storie che parlano del rapporto tra persone che quelle sull’avanzamento della tecnologia, ovviamente comunque l’avanzamento della tecnologia può cambiare le persone, cosa che sta già succedendo.

[…] Quando parlo di argomenti sottovalutati, intendo principalmente il bullismo, poiché anche oggi non viene molto preso in considerazione. La maggior parte degli atti di bullismo avviene a scuola, ma è questo il punto, la scuola non ci fa nemmeno caso, proprio come nel racconto Tutta l’estate in un giorno [di Ray Bradbury, ndr]. Per la scuola è più importante dare voti e preoccuparsi se un alunno mastica una gomma o indossa il cappellino in classe, piuttosto che se un alunno viene insultato ed esiliato da tutti. Basta una piccola diversità per essere isolati da tutti, il problema è della società, e vedere che nel futuro possa ancora esserci questo problema dovrebbe far riflettere di più le persone. […] Prima di studiarla [la fantascienza, ndr] mi piaceva comunque, nonostante non ne sapessi molto. Penso sia un genere da portare pure negli studi delle elementari, è un genere apprezzato anche da chi non l’ha studiato, andrebbe approfondito di più perché ci sono molti aspetti non valutati.

AURORA

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Io penso che la fantascienza interessante sia un genere per i ragazzi dai dieci anni in su, perché esprime problemi del mondo attuale che i ragazzi non capirebbero: ridono quando piovono meteore e quando c’è una scena in cui ci sono gli alieni che hanno una faccia diversa dalla nostra. […] Quando, per esempio, è uscito “Minority Report” [film del 2002, ndr], la gente diceva: “Oh, guarda, l’ha fatto Steven Spielberg e l’attore principale è Tom Cruise, andiamo a vederlo!”. Poi usciva dal cinema: “Ma te hai capito?”, “Non tanto, però era troppo figo Tom Cruise!”. Il vero studioso della fantascienza, invece, va a vedere il film, lo commenta e, una volta guardato, lo riguarda due, tre, quattro volte finché non lo capisce tutto, e commenta le inquadrature e il resto. […] Io adoro la fantascienza e dopo il genere giallo è il mio genere letterario preferito. Non dirò mai di un film: “E’ bello“. No, dirò: “Interessante”. Dirò: “L’ho capito, mi è piaciuto, ma perché ci ho ragionato e l’ho capito”.

MATTIA

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Il ssf [social science fiction, ndr] è il miglior sottogenere della fantascienza, perché parla dei problemi del presente, (come il bullismo), avendo elementi tecnologici (come il riconoscimento oculare) e anche trame coinvolgenti.

EMANUELE

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Credo che la fantascienza serva e ci aiuti molto anche nella vita quotidiana. Inizialmente pensavo di conoscerla bene e invece ho capito che in realtà non ne sapevo molto. Testi come “La prima legge” [di Isaac Asimov, ndr], “Zoo” [di Edward H. Hoch, ndr], “I sogni di Billy” [tratto da “Mattatoio n. 5”, di Kurt Vonnegut, ndr], Coccolare Amy [di Nancy Kress, ndr], “Vietato l’accesso” [di Fredric Brown, ndr], ecc. e anche i film Nosedive e “Minority Report” mi hanno fatto capire molto sulla fantascienza.

BASSIR

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Ci sono mille argomenti, mille modi e mille cose da poter mettere in un racconto di fantascienza, più bizzarro è più è bello il racconto, basta che abbia un senso logico e strutturato. Secondo me, gli scrittori di fantascienza non scrivono solo per avere successo o perché amano scrivere racconti, io penso che abbiano un obiettivo, penso che vogliano insegnarci qualcosa sulla vita e l’ambiente. Scrivono per tirare fuori le loro immaginazioni, i loro desideri, scrivono sotto forma di racconto come se stessero scrivendo in un diario segreto senza lucchetto.

RULIN

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Per me la fantascienza attira un po’ tutti, sia grandi che piccoli, perché i piccoli giocano con la fantasia e invece i più grandi con dei libri che hanno un linguaggio più scientifico e anche più difficile da capire.

TANIA

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Io penso che la fantascienza sia un piccolo rifugio dalla realtà. Un lettore “fantascientifico” può leggere di futuri prossimi o remoti, di un passato alternativo, di argomenti attuali, ecc. Non penso che sia inutile, nessun genere letterario è inutile. […] In tutti i racconti di fantascienza il lettore vive con la suspense e l’ansia fino alla fine; può anche capitare, però, che la fine non sia una vera fine (come in “Knock”, di Fredric Brown), dove la conclusione non è completa.

JOY

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Della fantascienza ho capito che racconta al futuro i problemi dell’epoca dello scrittore. Uno può pensare che la fantascienza sia inutile perché le previsioni remote o prossime non si sono avverate o non si avvereranno mai, ma l’obiettivo dello scrittore non è azzardare le previsioni ma avere una morale che riguardi il presente.

LORENZO

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Io penso che la fantascienza serva a far riflettere sulla nostra società, su tematiche e problemi attuali che ritornano sempre, come ad esempio la famiglia e il rapporto genitori/figli (in Coccolare Amye Solo una madre[di Judith Merril, ndr]), l’ostentazione della perfezione (Nosedive), la guerra (“I sogni di Billy”), il razzismo e il bullismo (Tutta l’estate in un giorno). Prima d’ora, i libri e i film fantascientifici non mi avevano mai incuriosita, adesso invece si.

La fantascienza non è lontana dalla realtà. Talvolta sembra essere solamente una “esagerazione” della nostra società. Questo genere ci mostra in quale direzione sta viaggiando questa società, come la tecnologia sta cambiando la cultura, i nostri valori, la nostra personalità. Trovo che la fantascienza sia utile, perché aiuta a guardare oltre la realtà, da un altro punto di vista. Riflettere sulle opere di fantascienza può aiutare noi a impedire che le cose possano andare in un determinato modo; ci spinge ad impegnarci.

NICOLE

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In copertina, il Minimetrò di Perugia, maggio 2006; le altre foto sono state scattate all’interno del dismesso Giardino Zoologico del Parc Longchamp di Marsiglia (Francia), agosto 2014.

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