Un muro non ferma i sogni

Giovedì 5 dicembre 2019, presso l’Aula Magna dell’Istituto Comprensivo Leonardo da Vinci (Reggio Emilia), il reporter Giorgio Fornoni ha presentato agli studenti delle classi terze i suoi ultimi documentari sulla vita di coloro che vogliono migrare negli USA dall’America Centrale e dal Messico, attraverso il famigerato “muro”.

.

Il primo video, dal titolo “Santa Tecla”, inizialmente ci parla della vita nelle baraccopoli a El Salvador, dove le condizioni di vita sono precarie e lo stesso vale per l’igiene. El Salvador è uno dei paesi più piccoli del centro America, è una zona sismica e sono presenti molti vulcani, è conosciuto come valle de las Hamacas. Nel Salvador c’è una forte disparità economica e sociale (favelas paracomoli), la differenza tra i quartieri poveri e quelli ricchi è netta. La maggior parte della popolazione è povera e solo il 10% è benestante, questa è la prova che la divisione dei beni non è equa.

Nel video, la maggior parte dei migranti si è mossa dall’Honduras e sono partite circa tremila persone, che sono aumentate nei paesi del Centro America. I migranti centro-americani lasciano il loro paese per cercare condizioni di vita migliori, anche perchè nel luogo in cui vivono i servizi igenici, la sanità, l’istruzione superiore gratuita, non sono presenti. Un’altra causa dell’emigrazione è La Maras, una mafia che traffica droga, armi e persone. Oltre tutto ha la possibilità di far passare gli immigrati oltre il muro Messico-USA, grazie al traffico di droga, anche perché gli americani ne hanno bisogno. Per aiutare le persone povere del centro America, una ONLUS ha creato una guarderia, cioè un doposcuola in cui gli adulti aiutano i bambini e insegnano loro a leggere e scrivere. Ogni tanto dei medici vengono al doposcuola per insegnare alle madri come curare i propri bambini e dare consigli per l’alimentazione da seguire.

Nel video “Sulla rotta della bestia”, che abbiamo avuto la fortuna di vedere, ci veniva fatto vedere un episodio molto commovente. Molte persone per migrare sono obbligate a prendere il treno clandestinamente, in condizioni di igiene pessime e senza cibo o addirittura acqua! Il video ci parlava appunto di questa piccola comunità di donne che si occupa di preparare cibo e acqua per le persone che non ne hanno a disposizione. Loro aspettano che passi il treno e preparano sacchetti con del cibo e delle bottiglie d’acqua e quando, con il treno, le persone passano, cercano di prenderlo… è una scena davvero commovente e alla fine del video si vede appunto il saluto di ringraziamento da parte delle persone sul treno verso le donne… molto molto bello.

Norma, una delle donne che organizza da molti anni questa distribuzione, racconta davanti alla telecamera: “E’ qualcosa che ti domandi prima che il treno arrivi, e all’improvviso quando il treno arriva e tu dai un pasto ti senti contenta e dici <oggi ho dato>, e quando mi sono voltata lui mi stava salutando con la mano per dirmi addio e ringraziarmi. Anche quando dai un pasto è una benedizione che condividiamo con qualcuno, ed è reciproco. Sembrano fantasmi, perché all’improvviso appaiono, gli lanci un pasto e subito spariscono, se ne vanno. E da lontano vedo come una visione, un fantasma che mi saluta. Non importa da quale paese proviene, tu porgigli sempre la tua mano”. E prosegue: “Ne è valsa la pena di aver conosciuto Dio attraverso i migranti, perché prima io non lo conoscevo, ero cieca, pensavo che bastasse andare in chiesa e pagare a Dio ciò che gli dovevo, e basta. […] Anche se diciamo che li aiutiamo, non siamo noi ad aiutare loro, ma loro ad aiutare noi a capire quante cose possiamo fare. Prima di questi ventiquattro anni io personalmente mi sentivo vuota. Andavo in chiesa per aiutare e mi bloccavano, mi nascondevano, mi facevano dubitare di quello che stavo facendo. Ma la cosa più triste di tutte per me è chiedermi: dove sono quelli della chiesa? dov’è la gente che va in chiesa, che parla di Dio, che dice che cambierà? I cambiamenti non si vedono stando sempre nel tempio, in chiesa non si preoccupano di ciò che sta passando da qui. Come vuoi cambiare tu il mondo facendo questo? E io rispondo: chi ti ha detto che io voglio cambiare il mondo? Io voglio cambiare me stessa, voglio essere diversa io”.

Seicentomila persone attraversano il muro ogni anno, e gli Stati Uniti hanno recentemente investito due miliardi e mezzo di dollari per rafforzare la frontiera. Norma ha un’idea precisa: “Ho visto un reportage dove dicevano che il muro non avrebbe lasciato passare, ma questa è una bugia. La gente sta passando, sta pagando più denaro di quello che pagava prima, ma sta passando, perché la corruzione continuerà ad esserci. […] Io mi domando, quanti investimenti stanno facendo per erigere un muro quando invece potrebbero aiutare i paesi d’origine? Perché inevece non fare qualcosa che favorisca questi paesi? Ci sono molti modi per fermare l’immigrazione, però non con i muri, perché questo non funzionerà”.

Sempre nel video abbiamo potuto vedere la vita dall’altra parte della frontiera, dove la vita è molto difficile, donne e bambini e uomini sono costretti ad aspettare settimane o addirittura mesi prima di avere la conferma di passare in America, se viene loro concessa.

Abbiamo visto un’intervista ad alcune donne che sono lì in attesa e magari lo sono tutt’ora. Le loro lamentele erano rivolte soprattutto all’igiene scarsa, alla mancanza dei propri famigliari, al non poter rendere felici come si vorrebbe i propri bambini.

Questa iniziativa è stata organizzata dalla prof Elena Lanzoni e il nostro gruppo, la nostra classe, e immagino la nostra scuola, ringraziano infinitamente lei e il reporter Giorgio Fornoni per averci concesso l’onore di sapere cosa succede al di fuori della nostra Italia.

.

CECILIA, YING (2020)

.

Tutte le immagini di questo articolo sono fotogrammi dei video di Giorgio Fornoni “Sulla rotta della bestia”, (2019, 43′) e “Santa Tecla”.

Lascia un commento