Anthology!

Un pomeriggio, due ragazze della 3E (IC Leonardo da Vinci, a.s. 2019/2020) hanno sfogliato una nuova antologia portata a scuola dal loro prof. Cosa c’è di strano? Che questa antologia è stata redatta da studenti! E così si sono incuriosite e hanno intervistato gli organizzatori del progetto Read On.  

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Da dove deriva l’idea del progetto READ-ON? Da un problema degli studenti che non leggono o dalle antologie che esistono in circolazione?

Read On è in realtà un progetto più ampio, che va al di là di Anthology, e che comprende moltissime altre attività rivolte agli adolescenti. Ci sono attività come Read more, che mira a promuovere la lettura libera a scuola, attività online che si svolgono sul sito di Read On Project (readon.eu) come Book Advising e Book Review, concorsi di fumetti, incontri con autori, laboratori… L’idea di Anthology invece nasce dal fatto che le antologie scolastiche sono uno strumento bellissimo, che permette di conoscere molti testi e autori nel giro di poche pagine, ma sono sempre costruite da adulti che decidono cosa gli adolescenti devono leggere. A noi piaceva l’idea di ribaltare questo concetto e creare antologie che nascessero da ciò che gli adolescenti hanno amato leggere. Volevamo che fossero loro stessi a decidere quali testi vorrebbero fare conoscere ai loro coetanei.

Perché per voi è importante fare promozione alla lettura?

Perché a differenza da quanto si sente spesso, gli adolescenti leggono molto e con passione, ben di più della media degli adulti. Il problema è che gli anni dell’adolescenza sono anni critici, perché è questa l’età in cui molti lettori, che durante l’infanzia hanno letto con voracità, smettono di farlo. Forse perché la lettura in questi anni diventa troppo spesso solo un obbligo noioso. Trovare il modo di alimentare e stimolare la loro passione in questo momento cruciale è il modo di creare un adulto lettore. Un adolescente che legge è un adolescente più creativo, più empatico, più capace di capire ciò che lo circonda e, spesso, più felice.

Con che criterio sono stati scelti i testi della Anthology? Che caratteristiche dovevano avere? 

Volevamo che il processo di costruzione dell’antologia fosse il più libero possibile. Nella prima antologia abbiamo solo proposto una forma letteraria: il racconto. L’unico limite era la lunghezza, che non poteva eccedere quella convenzionale del racconto, una ventina di pagine. I testi proposti potevano essere classici o contemporanei, brevi o lunghi, testi che hanno scoperto a scuola o testi che a scuola difficilmente avrebbero trovato luogo. In effetti alla fine è saltata fuori una raccolta in cui classici e racconti per ragazzi di autori contemporanei si mescolano con molta naturalità. Nella seconda antologia, che verrà pubblicata a inizio 2020, abbiamo chiesto di mandarci segnalazioni riguardanti non una forma letteraria, ma un tema: l’amore. I ragazzi potevano candidare poesie, racconti, (brani di) romanzi e persino graphic novel. E ancora una volta ne è uscito fuori un mix estremamente interessante.

Durante il progetto i ragazzi discutevano fra loro o esprimevano solo le loro preferenze scrivendo?

La selezione dei testi avviene in tre diverse fasi. La prima è la raccolta delle segnalazioni, che i ragazzi possono inviare individualmente o in gruppo (classi, gruppi di lettura, ecc.). In un secondo momento una redazione di 25 lettori adolescenti, sparsi in tutta Italia, legge tutte le proposte e riduce la rosa dei finalisti a un numero tra 20 e 40, dipendendo dal numero di testi che ragionevolmente possono essere inclusi nel libro. Infine questo elenco di finalisti viene discusso in un momento di confronto dal vivo, al Festivaletteratura di Mantova, durante un evento in cui ognuno difende le proprie proposte, prima di votare i testi che verranno finalmente inclusi nell’antologia finale.

I ragazzi dei diversi paesi coinvolti nel progetto hanno interagito fra loro?

Il progetto dell’Antologia è molto legato ai gusti e agli abiti di lettura dei ragazzi di ogni Paese, quindi ogni Paese ha gestito il progetto in modo un po’ diverso, lavorando in parallelo. I partner inglesi, portoghesi e norvegesi hanno pubblicato le loro proprie antologie.

Quali consigli dareste a persone che volessero realizzare un progetto simile dedicato alle scuole medie?

L’adolescenza è un periodo in cui i nostri gusti di lettura cambiano parecchio, quello che piace ai ragazzi di 13 anni di solito non piace anche a quelli di 19 (anche se certi grandi libri possono talvolta incontrare il gusto di entrambi). In questa nostra antologia abbiamo deciso di lavorare con ragazzi più grandi, delle superiori, ma qualcosa di simile potrebbe funzionare anche i ragazzi delle scuole medie. L’importante è creare spazi perché i ragazzi possano esprimersi su ciò che loro hanno amato leggere.

Come si fa per capire se quello che ho davanti è un buon libro oppure solo roba commerciale?

Secondo noi non ha molto senso preoccuparsi di questo. Questo libro ti ha fatto ridere? Ti ha fatto commuovere? Ti ha insegnato qualcosa? Allora è un buon libro. Perdere troppo tempo a pensare se un libro è un “Buon Libro”, con la maiuscola, può essere paralizzante e dannoso. I nostri gusti cambiano e si raffinano man mano che leggiamo, e può darsi che un libro che ci è piaciuto in un momento della nostra vita, più tardi ci sembri pieno di stereotipi e trucchetti triti e ritriti, una roba commerciale appunto. Ma va bene così. Inoltre anche leggere libri brutti è importante, altrimenti non riusciremmo ad apprezzare quelli belli!

Quali sono gli elementi che un libro per pre-adolescenti/adolescenti deve avere per poter essere considerato un bel libro?

Non crediamo ci siano regole o caratteristiche immutabili che definiscano un “bel libro”. La cosa importante è che piaccia ai ragazzi e ragazze che lo leggono e che gli permetta di scoprire qualcosa di nuovo su loro stessi e sul mondo. Serve che racconti loro una storia in cui riescono a immedesimarsi, in cui trovano qualcosa che li riguarda o di cui sono alla ricerca (avventura, amicizia, amore,…).

Che consigli dareste ai ragazzi che non apprezzano molto la lettura?

Tra i diritti del lettore elencati da Daniel Pennac c’è quello di non leggere. Quindi gli direi di non sentirsi obbligato a leggere. Leggere è bellissimo, ma se diventa un obbligo è difficile innamorarsene. Spesso però chi dice di non amare i libri è perché non ha avuto la fortuna di trovare le letture giuste. Il mio consiglio è quindi quello di non essere timidi e chiedere consiglio alle persone giuste, coetanei o adulti che siano. In questo momento, per esempio, sul sito di Read On è attivo Book Advising, un servizio di consulenza libraria in cui Alice Bigli, grande esperta di letteratura per ragazzi, fornisce consigli di lettura completamente personalizzati (confezionati a partire dai libri che abbiamo amato leggere) a tutti i ragazzi e ragazze che vogliono scriverle. Sono molti i ragazzi non lettori che le scrivono, elencando magari solo uno o due libri che gli sono piaciuti, ma a partire da questi pochi titoli Alice riesce sempre a tirare fuori consigli bellissimi.

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L’intervista è stata curata da YING e NICOLE, 2019

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Tutte le immagini dell’articolo sono tratte dal sito di Read On Project.

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