Il buio oltre la siepe

Harper Lee, Il buio oltre la siepe (tit. orig. To kill a Mockingbird), 1960.

.

Uno degli obiettivi del romanzo di formazione è cambiare, stravolgere chi legge: questo libro è particolare e speciale perché riesce a scavare e a suscitare dei sentimenti, dei pensieri pieni di speranza. Quello che facciamo nella nostra classe (la 3A dell’IC Leonardo da Vinci di Reggio Emilia), tutto quello che impariamo da percorsi come questo, mi sta aiutando sempre di più a crescere e perciò consiglio questo libro vivamente.

.

Il protagonista

Non c’è un vero e proprio protagonista nella vicenda, ma sicuramente Scout, che è anche la narratrice, è un elemento fondamentale: infatti non ci parla solo della sua città ma anche di un momento importante della sua vita. Prima, ciò che per lei era più importante era imparare a leggere, giocare tutte le estati con Jem e Dill, sbirciare nella casa dei Radley… Ma adesso che si trova davanti il caso di Tom, un evento così forte, un evento che le rivela quali sono i veri i problemi della città, che le permette di vedere il razzismo insediatosi a Maycomb tramite vicende quotidiane, ha l’opportunità di imparare e di crescere non solo dai libri di scuola, ma dalla vita. Inoltre la differenza di genere, che viene molto marcata ed evidenziata dalla comunità in cui vive, “accompagna” e influenza i bambini durante il loro percorso di crescita: quella con cui devono fare i conti i ragazzi della città, è una società che cerca di modificare la percezione e la visione che Scout ha del mondo, ma che allo stesso tempo lei non condivide, e questo è già un tratto importante della sua personalità, una personalità che è destinata a cambiare la trama della storia e il lettore, allo stesso tempo, con la sua impetuosità. Mentre la città è “vecchia”, dalle idee conservatrici, Scout porta una “ventata di aria fresca”.

I personaggi secondari

Atticus è un avvocato che appartiene a una delle famiglie fondatrici di Maycomb: è un uomo molto acuto, “con la testa a posto” dice il libro; si parla di un padre che attraverso il suo lavoro e la fedeltà che dimostra ai principi e ai valori di giustizia in cui crede, conferma la sua determinazione, la sua coerenza e insegna ai figli a rispettare le leggi oltre che fuori anche in famiglia, trasmettendo il coraggio del “rischio”, proprio quando difende Tom.

Tre giovani attori mettono in scena “To Kill a Mockingbird” al Colorado Shakespeare Festival, Mary Rippon Ampitheater, 2009 (Foto di Glenn Asakawa/University of Colorado, fonte: Wikimedia, Creative Commons License).

Atticus dimostra di voler difendere non solo i più deboli, ma tutti, cerca di salvare e mostrare il buono che può esserci anche nei concittadini razzisti: secondo lui, infatti, il razzismo non può essere giustificato, ma è umano tanto quanto la paura. Attraverso l’atto di difesa nei confronti di Tom, un gesto indipendente, spontaneo, non influenzato dalle opinioni degli altri, Atticus ha fatto un passo molto importante, che, anche se all’apparenza nel libro sembra che non abbia avuto gli effetti sperati, in segreto ha cambiato, ha provocato un ragionamento nelle coscienze non solo dei personaggi ma anche nella mia. Atticus è un personaggio che riesce a mitigare la situazione, a non reagire alle provocazioni perché si affida interamente alle sue idee, alla verità che conosce, cercando di non influenzare né i concittadini, né i figli, poiché spetta solamente a loro costruire le proprie idee.

L’ambiente

Siamo in Alabama, in una cittadina che si chiama Maycomb, caratterizzata da una popolazione che tiene molto alla tradizione: sono appena terminati gli “anni ruggenti” ed è iniziata la Grande Depressione (viene anche citato Roosevelt e il Klu Klux Klan, di cui Scout ha paura) e attraverso le avventure degli abitanti vengono fuori le “ombre”, i lati oscuri degli anni venti.

Miles Heller, “How to kill a Mockingbird? Done”, Tate Modern, Londra 2012 (fonte: Flickr, Creative Commons License).

I temi

Mi ha colpito molto il rapporto dei due fratelli che non è molto stretto, ma i due trovano sempre un equilibrio in un mondo complicato come quello di Maycomb: sono molto curiosi, avventati talvolta, e mentre il mondo cambia nel libro, cambia il rapporto tra fratelli, e mentre comprendono sempre di più del mondo, si comprendono sempre di più a vicenda. Poi, ovviamente il razzismo, anche se è non è evidente subito, “viene tratteggiato” nelle piccole cose, come il lavoro nei campi di cotone, la visita di Jem e Scout alla chiesa delle persone di colore insieme a Calpurnia… Questo buio che si cela, si nasconde nelle vicende di tutti i giorni, oltre quella “siepe”, non fa altro che creare dei pregiudizi, a partire da quelli su Boo Radley, i quali annebbiano l’opinione dei cittadini: questo libro serve per sradicare la siepe del razzismo e per aprire gli occhi. Non a caso è presente un paragone tra Hitler e la persecuzione degli ebrei e il maltrattamento dei neri: sono due eventi differenti, ma un romanzo di formazione, come questo, deve preparare il lettore ad affrontare situazioni difficili, in cui gli verrà chiesto di prendere una posizione, in modo tale da fare la scelta giusta.

Narratore e punto di vista

Il discorso diretto di questo libro è raccontato dalla protagonista, Scout, una bambina che racconta le vicende usando la “focalizzazione interna”, con il punto di vista parziale.

Fabula e intreccio

La vicenda inizia con una specie di flashback da cui parte tutta la storia: Scout racconta di quando suo fratello si fece male al braccio per mano dell’uomo che aveva denunciato Tom per stupro e che però Atticus aveva cercato di difendere. Così, per ripicca, si era vendicato aggredendo i due fratelli: la narratrice, cercando di spiegare l’accaduto, ripercorre tutti gli avvenimenti che hanno portato al tentato omicidio.

Fotogramma del film di Robert Mulligan “To Kill A Mockingbird” (1962), tratto dal romanzo della scrittrice statunitense Harper Lee. Qui Atticus Finch (Gregory Peck) è con sua figlia Scout (Mary Badham). Fonte: Flickr.

Durante il corso della storia Scout, con i suoi occhi da bambina, descrive la sua città, tutte le storie, i pettegolezzi che riguardano i suoi vicini e per cui nutre un profondo interesse: c’è qualche flashback che serve al lettore per comprendere l’atmosfera della città.

Messaggio

Secondo me il fatto che il libro non si conclude con un lieto fine per Tom, dimostra che il racconto non vuole denunciare, ma mandare un messaggio di speranza: così come Atticus ha portato avanti i suoi ideali di tolleranza, di accoglienza nei confronti nelle persone di colore, anche noi possiamo trarre dal testo l’ispirazione per portare avanti i nostri, per fare delle scelte giuste, senza avere paura di quello che pensa la società, perché se crediamo fermamente in qualcosa, non è detto che raggiungeremo il nostro obiettivo, ma compiremo un passo che ispirerà altri a fare meglio. Non mi riconosco molto in Scout, perché ammetto di essere una persona che si lascia spesso trascinare dagli altri, ma attraverso la suspense, la tensione che ho provato durante la scena del processo, ho capito che anche io credevo in quello che credeva Scout, con la stessa determinazione e convinzione: questo libro e questo personaggio mi hanno fatto riflettere su me stessa, sulle idee e le opinioni che sono mie e che non devono più essere dettate dalla paura di non essere all’altezza di quelle degli altri perché diverse. Ho capito che devo sforzarmi di essere come Atticus, come Scout e non come il signor Raymond, che beve per giustificare e nascondere il mondo, la vita che vive per paura dei pregiudizi della comunità.

BEATRICE, 2021

.

In copertina, un murale celebra la commedia e il libro “To Kill a Mockingbird”, nel centro storico di Monroeville, (Alabama, USA), la città dove è nata Lee Harper. Foto di Carol M. Highsmith, 2010 (fonte: Picryl)

Lascia un commento