Il violino di Auschwitz

Sabato 30 gennaio, noi della 1C (IC Leonardo da Vinci di Reggio Emilia, a.s. 2020/2021) siamo andati con la prof Maria Grazia Zappellini in aula magna, dove ci aspettavano Roberta, una lettrice della Biblioteca Ospizio di Reggio Emilia, e Alessandro, un violinista dell’Istituto “Achille Peri” di Reggio Emilia. Ci hanno letto un libro, intitolato “Il Violino di Auschwitz”, scritto da Anna Lavatelli (Editrice Interlinea, 2020), tratto da una storia vera, quella di Eva Maria – ragazza ebrea deportata ad Auschwitz – e del suo amico più caro: un violino.

Reading musicale con Anna Lavatelli e l’originale violino di Auschwitz, suonato dalla violinista Alessandra Sonia Romano (foto dal sito Trentino Spettacoli).

Il racconto è molto commovente e le illustrazioni di Cinzia Ghigliano enfatizzano la tragicità del libro. L’aspetto della storia che ci ha stupito di più è stato scoprire che il narratore era proprio il violino e, anche se si tratta di un oggetto inanimato, può provare dei sentimenti verso Eva Maria, e questi sentimenti si riflettono sul suono che lui produce quando lei lo suona.

La musica è il filo conduttore del libro, come emerge dai capitoli intitolati con indicazioni di tempo musicale (grave, crescente, allegretto…). Infatti, in alcuni momenti della lettura Alessandro suonava in modo allegro, altre volte in modo triste o malinconico, in base a ciò che accadeva nel racconto in quel momento; in questo modo ci faceva capire lo stato d’animo del violino mentre raccontava la storia di Eva Maria e faceva immedesimare noi ascoltatori.
L’insegnamento del racconto è che “la musica rende liberi”, infatti, Eva Maria potendo continuare a suonare anche ad Auschwitz riuscì a sopravvivere anche nei momenti peggiori della prigionia. Il racconto ci insegna che la musica può allietare i pensieri anche in mezzo all’orrore, e dare senso alla vita.

Sfortunatamente, il violino si ruppe ed Eva Maria non poté più suonare; senza musica sì lasciò piano piano morire. Il violino è potuto arrivare fino a noi perché il fratello di Eva Maria lo ritrovò e lo portò a far riparare. Lo trovò e lo ricomprò Carlo Alberto Carutti, un ingegnere di Milano, che successivamente lo concesse al Museo Civico Ala Ponzone di Cremona.
Alla fine dell’incontro li abbiamo ringraziati per averci donato una storia così toccante e, tornati in classe, abbiamo raccolto alcune considerazioni.
ALESSIA, FRANCESCO, ENRICO
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Il libro è molto commovente, ma è reso più lieve dalla musica del violino. La musica, infatti, può alleviare anche nei momenti peggiori, e raccontare esperienze terribili, come l’esperienza di Auschwitz.
FRANCESCO
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Suona il violino,
sin dal mattino;
durante il terrore,
la musica scalda il cuore.
ENRICO

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Nella confusione e nella tristezza di Auschwitz spunta un suono caldo e vigoroso; è quello di un violino, che apparteneva ad un bambina che ha avuto la sfortuna di vivere una delle più terribili storie dell’umanità. Il suo violino, però, è riuscito a salvarla, dalla tristezza e dal dolore.
I legami più forti non si spezzano mai.
CATERINA

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La musica ti accompagna fino all’ultimo battito del cuore,
la musica ti aiuta ad affrontare i momenti più difficili,
la musica illumina il buio delle tenebre,
la musica può fare miracoli.
La musica non ti abbandona.
SERENA

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“Il violino di Auschwitz” è un libro toccante, capace di far rivivere Auschwitz. Questo libro fa capire che la musica può aiutare anche se si è in un campo di sterminio.
DANIELE

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La libertà sta dentro alle piccole cose, piccole, ad esempio, quanto un violino; e i migliori sono coloro che non si arrendono di fronte alle difficoltà.
FEDERICO

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La musica è stata la chiave per la sopravvivenza di Eva Maria.
ANDI

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La musica può raccontare la propria vita, e può simboleggiare un’esperienza da ricordare e tenere nel cuore, come la storia di Eva Maria.
SAMUEL

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La musica è una melodia che aiuta le anime delle persone a rialzarsi quando cadono di fronte alle difficoltà.
SABIHA

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La musica in questa storia è importante, e viene messa in risalto come simbolo di libertà; viene descritta come se fosse viva, lì, ad ascoltarci e narrarci la terribile storia di Eva Maria, aiutandoci a non dimenticare ciò che accadde ad Auschwitz.
VIOLA

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Il violino di Auschwitz. Parole e musica ( acura di Roberta e Alessandro) nell’aula magna dell’IC Leonardo da Vinci. Reggio Emilia, 20 gennaio 2021.

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Anche in un campo di sterminio la musica può essere simbolo di speranza e libertà; così è stato per Eva Maria, sopravvissuta per un periodo nel campo di Auschwitz grazie al suo violino.
FLORA

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La musica è passione, anche se essere costretti a suonare durante le esecuzioni, come la povera Eva Maria, è crudele.
GUIDO

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Il libro che abbiamo letto è toccante, e ci fa rivivere l’atrocità dei campi di sterminio.
LEON

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In copertina e nell’articolo, due disegni di Chris (classe 1C), febbraio 2021.

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