Una biciclettata nel paesaggio

La classe 2E (IC Leonardo da Vinci di Reggio Emilia, a.s. 2021/2022) ha discusso molto prima di decidere il titolo di questo articolo. Si trattava di raccontare una uscita didattica in bicicletta, compiuta il 12 ottobre 2021, per raggiungere l’azienda agricola La Collina (tra Foscato e Codemondo, nel Comune di Reggio Emilia), distante circa dieci chilometri dalla scuola. L’iniziativa è stata organizzata dai prof di Educazione Motoria della scuola in collaborazione con Tutti in bici, una associazione di cicloecologisti reggiani. In classe, prima di partire, i volontari di Tutti in bici hanno spiegato le regole della strada e l’equipaggiamento necessario. I prof che hanno accompagnato la nostra classe sono stati Lucia Matera (sostegno), Mattia Ferri (educazione motoria) e Anna Bondavalli (inglese).
Tornati in classe, gli studenti hanno provato a raccontare l’esperienza a partire da queste parole-chiave: bici, sforzo, regole della strada, paesaggio, orientamento, gruppo, azienda agricola.
Ecco alcuni stralci dei loro racconti, ricuciti insieme e accompagnati dalle foto che hanno immortalato la giornata.

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Si parte!

“Ero emozionato, perché è stata la prima gita in bici con i miei compagni di classe” (Raien).

“Una gita un po’ insolita, un giro in bicicletta divertentissimo” (Sara M.).

“Gli educatori, visto che era la nostra prima gita, ci hanno detto un po’ di cose sulla strada, sulla bici, soprattutto in città. Io la bici non la usavo particamente mai e mi è piaciuto riprenderla in mano dopo tanto tempo” (Stefano).

“Alcuni non avevano la bici o il casco, la scuola ne aveva alcune. Non era assente nessuno” (Sara M.).

“Tutti ci chiedevamo a vicenda di provare la bici degli amici. Alle otto e dieci la prof ci ha fatto calmare, poi ripassare le regole. Dopo essere partiti, il giro mi piaceva molto, era rilassante” (Raien).

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Tra città e campagna

“Abbiamo formato una fila di trenta persone. Era lunghissima. Per quanto riguarda le regole da seguire, siamo stati bravi, avevamo tutti il casco, rispettavamo i semafori e seguivamo la pista ciclabile. Io vengo a scuola tutte le mattine in bici, per alcuni invece era una nuova esperienza” (Letizia).

“Siamo passati da Corso Garibaldi e pian piano siamo usciti dalla zona urbana e siamo giunti in campagna. Abbiamo iniziato a percorrere stradoni alternati a fuoristrada ghiaiosi o fangosi” (Sara VDB).

“Il paesaggio all’inizio era un paesaggio comune, pieno di auto e di clacson, pieno di persone che giocano a gratta e vinci e dopo perdono e bestemmiano” (Rayan).

“Siamo partiti in centro, percorrendo la strada per dritto, intorno c’erano solo case e negozi. Dopo qualche minuto siamo già in campagna, intorno ci sono campi e qualche alberello in mezzo, una piccola stradina di terra e fango” (Zilin).

“Durante questo viaggio il mio orientamento non è stato granché, perché era un ambiente nuovo per me, ma mi giustifico dicendo che in centro mi orientavo benissimo” (Samuele).

“Noi siamo partiti in fila indiana e dopo siamo passati da un fiume senza l’acqua. Dopo siamo passati in una strada fangosa, sono passato facilmente. Dalla strada si vedeva un lago” (Jia Hao).

“C’erano molti campi concimati, quindi non c’era un buon odore e il terreno era bagnaticcio, quindi la bici si bloccava ed era facile scivolare. Abbiamo anche visto un campo di zucche che stavano crescendo e delle vigne” (Alice).

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Il paesaggio intorno

“Il paesaggio era molto suggestivo, ma all’inizio non era così. Siamo passati molte volte sulle strade (passando i semafori, ecc.), ma poi boom! Siamo stati avvolti da un verde impenetrabile e colori naturali” (Samuele).

“Piano piano che ci avvicinavamo alla meta, il paesaggio diventava più campagnolo. C’era odore di escrementi di animali perché avevano appena concimato i campi e piano piano il terreno diventava meno domabile, infatti sono caduto un po’ di volte” (Rayan).

“Il paesaggio urbano non mi è piaciuto. Forse perché lo conoscevo già, forse per lo smog, fatto sta che – finito questo – ho scoperto che il paesaggio rurale era completamente diverso, tra l’odore della terra e del polline, tra le faticose salite e le divertenti discese. La campagna reggiana non mi è mai apparsa così bella” (Sebastiano).

“Siamo arrivati a una pista di atterraggio per paracadutisti, in quel momento la vista era mozzafiato. Ho fatto qualche foto, poi siamo ripartiti fino alla Villa Levi” (Raien).

“Villa Levi era la casa dell’uomo che portò il primo acquedotto a Reggio Emilia. Successivamente è diventata una sede di facoltà di scienze dell’Università di Bologna” (Letizia).

“A volte facevamo delle pause per vedere degli edifici importanti, come la chiesa di Coviolo e Villa Levi, che è stata un ‘pezzo’ dell’Università di Bologna per un po’ di tempo” (Alice).

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La fatica

“Nelle salite facevamo sforzo, ma ne è valsa veramente la pena” (Sara M.).

“Io non vado spesso in bici, quindi non sono abituata, ma per fortuna è andato tutto bene a parte qualche insicurezza” (Emma).

“Mi sono molto divertita con la Leti, ho scoperto che è un’ottima insegnante di bici e mi ha aiutato ad affrontare discesone e salitone sia moralmente che fisicamente, fino a che… è caduta e le si è rotta la marmellata” (Margy).

“Ci stancavamo troppo, salite difficili e discese divertenti, le nostre bici erano piene di fango” (Zilin).

“Il tragitto non è stato per niente faticoso per me, perché faccio molti giri in bicicletta, quindi un minimo di allenamento ce l’ho. Non per tutti è stato così, però. Infatti altri sono caduti svariate volte, ovviamente non poteva andare tutto liscio” (Sebastiano).

“Mi facevano male tutte le parti del corpo, però piano piano mi sono ripreso” (Christian).

“L’andata è stata la più faticosa, perché eravamo in dei fuoristrada ed era facile cadere, e anche perché cerano molte salite e discese. Invece il ritorno era tutto su strada asfaltata e tutto in piano. Durante il tragitto non ci sono stati tanti problemi con la bici, oltre al fatto che qualcuno cadeva. Eravamo disposti in fila indiana e ci raggruppavamo solo per attraversare la strada” (Alice).

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Il gruppo

“Grazie alla compagnia i venti chilometri si sono sentiti meglio. In bici c’erano dei gruppi dove si chiacchierava, si giocava e si scherzava” (Stefano).

“Durante questa gita la nostra classe, che solitamente è divisa in tre gruppi, si è riunita e ha lavorato insieme” (Letizia).

“E’ stata un’esperienza entusiasmante e piena di emozioni. Ho scoperto un lato diverso dei miei compagni, non più come alunni della stessa classe ma come amici. Ho veramente sentito la classe unita. Nel percorso ci siamo aiutati a vicenda e abbiamo parlato con compagni con cui non avevamo mai scambiato così tante parole” (Margy).

“Il gruppo è stato bravo in alcuni momenti, ma in altri no. Una cosa che mi ha dato fastidio è che quando superavi non ti facevano rimettere in fila” (Simone).

“Essendo un gruppo così esteso, prima di partire abbiamo stabilito delle regole che dovevamo rispettare come gruppo: dovevamo stare in fila indiana, indossare il casco e tenere la giusta distanza dal compagno davanti” (Sara VDB).

“Queste uscite didattiche ci permettono di consocerci e socializzare. Per me non è stato facile stare in fila indiana”. (Ashar).

“Secondo me queste gite servono anche per unire la classe, per aiutarsi a vicenda ma soprattutto per sfogarsi e anche riposare la mente ed esplorare nuovi posti” (Emma).

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L’azienda agricola

“Poteva sembrare un ambiente naturale, ma in realtà era stato antropizzato dall’uomo. Appena arrivati al parco abbiamo subito visto Chiara e Tomimi, le due capre mascotte. Nel recinto di fianco c’erano quattro tacchini con cui Raien si è messo a parlare” (Letizia).

“Ci ha accolto un collaboratore che ci ha raccontato qualcosa sull’agricoltura biologica e ha regalato una ventina di mappe del territorio ai professori” (Sara VDB).

“Abbiamo visitato diversi luoghi, come per esempio il Parco Biodinamico, che sarebbe un parco grandissimo che contiene giardinaggio, animali, le serre per le piante e anche un negozio” (Martina).

“Nel supermercato bio le cose costavano leggermente di più, però ci sta, perché i prodotti erano biologici e freschi e c’erano anche delle cose che non avevo mai visto, per esempio l’erbazzone di zucca” (Rayan).

“Io ho assaggiato dell’uva biologica davvero superlativa e ho comprato della confettura di frutti di bosco. Nel parco, ogni volta che ti giravi, vedevi un campo oppure una serra. Nel guardare i campi, io e la prof Bondavalli abbiamo intravisto degli apicoltori che stavano praticando la smielatura” (Letizia).

“Il posto era molto grande, c’erano tanti animali: mucche, galline, galli, tacchini, maialini e papere” (Raien).

“Alla fine siamo andati a vedere le mucche, sono enormi, con molte mosche sulla testa. Noi prendevamo l’erba per darla alle mucche” (Zilin).

“Le mucche erano tutte bianche. Ho dato da mangiare a una mucca. La mucca però per fortuna non mi ha leccato la mano” (Christian).

“Si è scoperto che Alessandro ama dar da mangiare alle mucche. Poi con la Leti abbiamo inseguito delle galline” (Margy).

“Poi, dopo una breve camminata, siamo arrivati dalle mucche. Piccolo aneddoto: ho preso la scossa dal filo spinato” (Letizia).

“Tutta questa magnificenza si trova a Codemondo e potete andarci gratuitamente ogni volta che volete” (Sebastiano).

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Al ritorno

“E’ stata molto bella la gita in bicicletta, anche se avevo qualche difficoltà a stare in equilibrio con la bici, ma mi sono trovato bene con i miei amici” (Christian).

“La gita di ieri mi è piaciuta molto, perché mi ha fatto scorpire nuovi posti che non conoscevo” (Martina).

“Questo viaggio è stato indimenticabile e divertente grazie ai compagni. Vorrei essere ancora là” (Raien).

“Una bella giornata in bici con i miei compagni di classe, ritornando a scuola con un bel sorriso” (Zilin).

“Mi è piaciuto molto e per essere la prima uscita delle medie ci siamo comportati abbastanza bene, anche se a volte sbagliavamo. Secondo me è stato un modo per fare attività fisica in modo diverso e divertente. E poi è stato anche un modo per imparare a conoscere le nostre campagne e l’importanza dell’ambiente” (Alice).

“L’ultima cosa, un appello ai professori delle altre scuole: fate anche voi questa gita” (Margy).

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In copertina: Villa Levi a Coviolo, foto di Lucia (Reggio Emilia, 12 ottobre 2021); nell’articolo, foto di Ashar, Giulia, Letizia, Lucia e Mattia scattate durante l’uscita didattica.

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