Mercoledì 3 ottobre 2018 si è svolto nell’aula magna della Leonardo da Vinci di Reggio Emilia l’incontro con un ex comandante della polizia postale, il signor Scarapellini Mario.
É stato un incontro interattivo, abbiamo potuto esprimere le nostre opinioni sugli argomenti proposti.
L’incontro era basato sul cyberbullismo, i cyberbulli sono una categoria speciale di bulli, e possono essere maschi o femmine, ricchi o poveri. I bulli se la prendono con le persone più fragili, che non hanno mai una tregua. Il comportamento dei cyberbulli crea: paura, tensione, angoscia alla vittima, ma la cosa più brutta di queste situazioni è il silenzio dei nostri amici. Infatti l’ex comandante ha citato questa frase di Martin Luther King: “Alla fine non ricorderemo le parole dei nostri nemici ma il silenzio dei nostri amici”.
Tra i libri del bookcrossig, ce ne sono alcuni che raccontano storie di bulli e di rete. Tra questi c’è “Bulli con un click”. Parla della storia di una ragazzina di nome Chiara, che desiderava un computer per il suo compleanno e sua mamma l’accontentò. Alla partenza della madre Chiara rimase da sola e decise di andare a casa della sua amica Martina, ma nel pubblicare foto dimenticarono l’account aperto. Il fratello di Martina pubblicò una sua foto che non doveva pubblicare, i suoi compagni la presero in giro.
Abbiamo usato delle metafore per identificare dei comportamenti provocati da internet: è come quando apriamo una finestra, noi possiamo vedere fuori ma gli altri possono vedere dentro.
Sui Social Network, tutti possono vedere il profilo di tutti. Quindi dobbiamo stare attenti e prenderci delle responsabilità per le foto che pubblichiamo in rete; questo non vuol dire che dobbiamo scoraggiarci verso l’uso delle tecnologie, ma dobbiamo solo imparare ad usarle con moderazione. Perciò dobbiamo stare attenti a come ci comportiamo e a quali persone “incontriamo” sui Social Network.
Dobbiamo ricordare però che, anche se noi cancelliamo una foto, la rete non perde mai i nostri dati. La metafora scelta per rappresentare questa situazione è una lavagna: quando ci scrivi qualcosa sopra, se tu la giri, non vedi quello che c’è scritto, ma rimane sempre.
Abbiamo anche guardato un video sul cyberbullismo che si chiama: ARE YOU LOST IN THE WORLD LIKE ME! (da cui sono tratti i fotogrammi in questo articolo)
Questo incontro è servito a farci capire che non dobbiamo aggirare l’uso di internet, ma dobbiamo solo imparare ad usarlo con cognizione.
GIORGIA, SARA, SOFIA, FILIPPO, EDO, 2018
Commenti
Questi apparechi chiamati telefoni o smartphone possono essere utili, ma anche dannosi e non sempre usati per lo scopo giusto. Possono causare tanti problemi, per esempio: il telefono potrebbe mangiarti il tempo per giocare con gli amici, invece sei piazzato davanti al telefono; oppure tua mamma ti manda a comprare le mele e tu dici “no mamma, sto facendo i compiti” ma in realtà non hai nemmeno aperto lo zaino.
Usare il telefono è piu di scaricare “fortnite” dalla mattina fino alla sera, ma piuttosto – per esempio – andare sul registro elettronico della scuola. Alcuni sono costretti perché sono l’unica “cosa” che è disposta ad ascoltarli… ma non tutti usano il telefono dalla mattina fino alla sera, alcuni addiritura odiano il telefono.