Il sequel di “Il lupo e il cane” di Fedro

Per chi non la conosce o non la ricorda, pubblichiamo la famosa favola di Fedro, lo scrittore della Tracia che fu condotto a Roma giovanissimo, come schiavo della famiglia del’imperatore Ottaviano Augusto. Qui è tradotta dalla sua versione originale in lingua latina, ma di seguito troverete alcune versioni di un ipotetico sequel della vicenda tra il cane e il lupo, composte da alunne e alunni delle classi 1D e 1B (IC Leonardo da Vinci di Reggio Emilia, ottobre 2023). Chissà se Fedro ne sarebbe contento, giudicate un po’ voi:

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Il lupo e il cane

Racconterò brevemente quanto sia piacevole la libertà. Un lupo consumato dalla magrezza incontrò casualmente un cane ben pasciuto.

Dopo essersi salutati si fermarono: “Come mai, di grazia, sei così ben nutrito? Con quale cibo sei così tanto ingrassato? Io che sono tanto più forte sto morendo di fame”.

E il cane semplicemente: “Simile sorte ti attende se sei disposto a fare per il padrone le stesse cose che faccio io”

“Quali?” chiese quello. “Fare la guardia alla porta e di notte difendere la casa dai ladri”

“Certo che sono disposto: ora soffro per la neve e la pioggia conducendo una dura vita tra i boschi: quanto è per me più facile vivere sotto un tetto e saziarmi di abbondante cibo senza far nulla!”.

“Allora vieni con me”. Camminando il lupo vede il collo del cane logorato dalla catena. 

“Cos’è questo, amico?”. “Non è nulla”. “Ma dimmelo, ti prego”.

“Poiché sembro aggressivo, durante il giorno mi legano perché mi riposi e sia vigile durante la notte: sull’imbrunire, una volta slegato, vado dove voglio. Inoltre mi danno il pane, il padrone mi dà le ossa dalla sua mensa, la servitù mi lancia bocconi e quel che avanza del companatico. Così senza fatica riempio la mia pancia”. 

“Dimmi un po’, se si desidera andarsene, è possibile farlo?”.

“Assolutamente no”, rispose il cane. 

“Goditi le cose che lodi, cane. Non voglio essere re se non sono libero”.

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I nostri sequel

Il cane seguì il lupo e scelse la vita da randagio. Il lupo insegnò al cane come vivere. Il cane iniziò un po’ a pentirsi, aveva troppa fame, quindi una notte non sapeva cosa fare e mangiò il lupo.

Allora decise di tornare in città, vide una bambina sola e la mangiò. Poi guardò bene i suoi vestiti: era la figlia del suo padrone, la sua piccola padroncina. Dopo tutto quel tempo trascorso da randagio, non l’aveva riconosciuta.

Arrivato alla casa, vide la sua cuccia: c’era un altro uguale a lui, per la rabbia mangiò anche lui. Tornò nel bosco e si sentì schifoso, quindi si morse la coda e si uccise.

MIA

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Il cane vide il lupo andarsene e decise di andare con lui e non tornare mai più dal suo padrone. Il cane si avvicinò al lupo e gli disse: – Vengo con te, non voglio più essere trattato male, voglio libertà.

E il lupo gli rispose: – Sì, ma dovrai abituarti alla mia vita, che non è per niente facile.

Va bene, – fece il cane – fidati che mi abituerò e che insieme faremo giustizia per gli altri animali.

E insieme ulularono: – Viva la libertà!

SANTIAGO

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Il cane, sentendo le parole del lupo, decise si seguirlo fino alla sua tana. Arrivati, il lupo gli disse: – D’ora in poi sarai libero, proprio come me, ti insegnerò tutto quello che so.

Passarono due giorni e il padrone del cane andò a cercarlo, e lo vide insieme al lupo. Gli corse incontro molto arrabbiato, prese un bastone da terra e iniziò a picchiarlo. Il lupo si arrabbiò, gli saltò addosso uccidendolo e lo mangiarono a cena.

La morale è di belle persone che uccidono o feriscono innocenti.

FEDERICO

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Il cane rimase colpito dal discorso del lupo e decise di non tornare più dal suo padrone ma bensì di intraprendere la vita da randagio con il lupo. Iniziò a capire come si potesse vivere senza tutto quel ben di Dio e a farlo lo aiutò il suo compagno, insegnandogli l’istinto di sopravvivenza.

Purtroppo non fu così semplice per il cane adattarsi ad un altro stile di vita e allora pensò di ritornare dal suo padrone, ma si rese conto che la vita intrapresa era sì difficile, ma cavarsela da solo gli sarebbe servito nella vita. Quindi abbandonò l’idea di ritornare alla vita di prima e continuò con questa, imprevedibile ma finalmente sua.

GINEVRA

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Colpito dalla scelta del lupo, il cane rifletté molto sulla decisione da prendere. Disse fra sé e sé: – Un giorno di prova non farà poi così male.

Allora decise di andare a cercare il lupo, ma quando lo vide era diverso: era più magro e aveva uno sguardo minaccioso… Ma prima di capire cosa stesse succedendo, il lupo gli balzò addosso per cercare di sbranarlo. Il cane riuscì a portarsi in salvo per un pelo.

Dopo un po’ fu ritrovato dalla figlia del suo padrone, che lo riportò a casa, dove lo curarono. Allora il cane capì che, anche se non poteva vivere libero nei boschi, aveva qualcosa di più importante: una casa con una famiglia che gli voleva bene.

GIORGIO

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In copertina: mosaico “Cave Canem” ritrovato a Pompei. Casa di Orfeo, VI.14.20. Museo Archeologico Nazionale di Napoli (Wikimedia Commons); nell’articolo: scena di caccia, mosaico ritrovato in una villa romano-bizantina a Lod (antica Diospolis), Israele (National Geographic).

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