Qualche giorno fa in 1A (IC Leonardo da Vinci di Reggio Emilia, a.s. 2023/2024) la consegna della prof Angela Marcianti mostrava la foto di un cagnolino e una frase che suonava più o meno così: “Scrivi una breve storia che abbia come protagonista questo cane”. Ecco le storie scritte online da tre studentesse:
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Il bottino di Argo
Ciao a tutti, il mio nome è Argo e, come tutti saprete, sono il fedele amico di Ulisse. Ora vi racconto una storia accaduta qualche anno fa.
Il mio padrone, Achille, Agamennone e Menelao quando erano ragazzini si sfidarono in una gara di caccia con il proprio cane. Questa gara consisteva nel portare i cani a far pascere le pecore sul monte Cillene e nel farle rientrare tutte a casa nel più breve tempo possibile, entro il tramonto del Sole. Al vincitore sarebbe spettato come bottino “la spada della saggezza” della Dea Atene.
– Ciao, tu devi essere Ulisse, giusto? – disse Achille con sguardo superiore. – Sì, sono io e tu devi essere…Achi…ah! Ecco, Achille – rispose costui.
– Certo che sono Achille! Il pelide Achille! Sono il più forte, sono un semidio, nessuno mi può battere! – controbattè Achille. – Ah! Certo sei il figlio del valoroso Peleo… ma calmati – rispose Ulisse.
Agamennone lo interruppe: – Ma dai! Sempre con questa manfrina. Essere il più forte non significa essere il più intelligente. – Menelao allora intervenne: – Muoviamoci, altrimenti non vincerà nessuno oggi!
Arrivati sulla vetta con le pecore tutti insieme, il problema fu farle tornare in ordine a casa. Io ero il più bravo di tutti e avevo un segreto… le mie pecore sapevano che quando rientravano a casa le aspettava la paglia ai fiori di camomilla e violette.
Il cane di Achille, Yorgo, era prepotente come lui, voleva a tutti i costi domare con la forza le povere pecorelle, e per chi non lo ascoltava erano morsi e quindi, impaurite, non si mettevano mai in ordine per scendere. Il cane di Agamennone, Christos, era vanitorso e anche un po’ stupido, e il lavoro lo faceva, in realtà, il suo padrone. Il cane di Menelao, Nikos, pensava che tutto gli fosse dovuto perché era il cane del re e quindi stava fermo.
Fu così che le pecore mie e di Ulisse arrivarono felici e contente a casa per prime. In ordine arrivarono poi le pecore di Achille, di Agamennone e, come sempre per ultime, di Menelao.
Arrivati in piazza tutti e quattro, ne nacque una diatriba. Ad Achille e a Menelao non andava bene di aver perso e accusarono Ulisse di aver barato. All’improvviso ci fu un temporale e da una nube discese la dea Atene che diede la sua spada ad Ulisse dicendo: – Smettetela di litigare! Ulisse e Argo meritano il premio perché hanno dimostrato di essere i più saggi! Argo non è il cane di Ulisse, ma il suo migliore amico e a differenza vostra, lui è riuscito a guadagnarsi la fiducia delle sue pecorelle!
Allore Yorgo, preso dall’ira, non indugiò a volermi mordere per gelosia, ma all’improvviso Atena lo fece cascare in una bacinella d’acqua ghiacciata e io mi feci tante risate. Ed è così, concludo la mia storia insieme a Ulisse, e come premio lui ebbe la spada e io tanti grattini sulla pancia.
LUCIA, 2024
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La mia nuova vita
Tutto è iniziato così.
Cosa mi ricordo? Ero in una piccola scatola, ma non da solo, ero con i miei fratellini e le mie sorelline, intorno a noi c’era un gran rumore di mezzi con le ruote, credo che si chiamino macchine, clacson e tante voci, poi tante facce, tanti sorrisi. In tanti ci guardavano, dovevamo essere belli, ce lo dicevano tutti.
Poi due grandi occhi azzurri, luminosi e la sua voce dolce e amorevole. Mi ricordo ancora oggi il suo profumo che sapeva di dolce, di casa, di famiglia.
Ed è stato proprio così.
Il tragitto verso casa è stato veloce, non me ne sono neanche accorto perché Emily, così si chiama quella dolce ragazza, continuava a stringermi a sé e ad accarezzarmi.
Siamo arrivati, nulla era pronto per me, ma dopo poco avevo il mio cuscino, la ciotola piena e perfino dei giochi, ma soprattutto avevo un nome, mi chiamavo Attila, anzi mi chiamo Attila.
Da allora Emily è la mia mamma e insieme siamo diventati una famiglia unita.
GRETA, 2024
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Attila
Tutti conoscono Attila come il grande famigerato capo degli Onni, per me è il nostro cagnolino. Lo abbiamo chiamato così perché ovunque passasse restava solo devastazione.
Per farvi un esempio: una sera, mentre gli preparavo la cena, lui era di fianco a me e mi guardava impaziente, ma appena mi girai lui saltò sulla tavola e iniziò a mangiare la carne dei tacos spargendo cibo ovunque, dopodiché si fiondò nella cuccia e si addormentò russando come un trattore.
Situazioni del genere si sono ripetute spesso, ma anche in altri casi ha lasciato dietro di sé un campo di battaglia. Ad esempio, quando andavamo al parco si metteva a scavare buche tanto profonde da sembrare fatte con una macchina carotatrice, una volta mi è toccato riempire tutte le fosse mentre lui scodinzolava rotolandosi; quando tornavamo a casa dai nostri giretti, invece, si metteva a correre sulla moquette lasciando fango ovunque.
In seguito a questi episodi abbiamo cercato in tutti i modi di fargli avere un comportamento esemplare, lo abbiamo portato perfino da un addestratore di fama ingente, ma questo nostro desiderio sembrava destinato a rimanere tale.
Dopo un po’ abbiamo capito che aveva solo bisogno di avere uno spazio dove sfogare le sue energie, perciò abbiamo deciso di trasferirci in una cascina in campagna dove potesse correre per i campi in lungo e in largo.
Adesso è molto più calmo di prima anche se a volte ci fa ancora qualche dispetto, tipo nascondere le ossa tra i cuscini del divano, ma non più così catastrofici. Noi continuiamo a chiamarlo Attila, è il nostro piccolo unno di famiglia, e dopotutto i suoi pasticci, adesso più ristretti, sono divertenti.
MATILDE, 2024
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In copertina e nell’articolo: foto di Olga (Bitonto, 2021) e di Giusy (Cattolica, 2021)