Subito Occorrono Samurai (S.O.S. avventura!)

Il laboratorio di scrittura a più mani “SOS avventura!” è stato uno dei momenti finali del modulo di italiano sul genere avventura, svolto con le classi 2D e 2E della Leonardo da Vinci di Reggio Emilia (a.s. 2018/2019). Ecco i nostri racconti, aspettiamo i vostri commenti.

.

Era una giornata di sole a Milano e la famiglia Wotterson si stava organizzando per trascorrere una bellissima vacanza a Tokyo.

Erano tutti pronti per partire quando ad un certo punto la loro macchina li ha lasciati in braghe di tela.

Tom, il padre, era piuttosto goffo, alto e con capelli orribili, proprio come un vero e scienziato; infatti amava rinchiudersi nel suo garage per costruire macchine spaziali. Proprio per questo mise in funzione subito il suo cervello da inventore e cercò di trovare una soluzione per far partire al più presto la loro macchina.

Tutto andò per il meglio, la macchina dotata di nuove gomme e di un motore speciale, si rimise in moto e la famiglia Wotterson riuscì ad arrivare in tempo all’aeroporto di Linate.

Tom e sua moglie Giusy presero i bagagli, mentre i tre figli, Sofia, Kessi e Fabio litigavano nel parcheggio per chi si dovesse sedere vicino al finestrino.

.

Sull’aereo

Tutto filava liscio: Giusy parlava col marito di come riusciva a costruire le sue invenzioni in poco tempo, Sofia leggeva con entusiasmo il suo romanzo, Fabio giocava con il suo cellulare e Kessy importunava i passeggeri con le sue storie di fantasia.

Eravamo quasi al termine della crociera, un viaggio durato un’eternità (oltre due ore e mezzo di ritardo) e tutti i passeggeri erano sfiniti, ma la compagnia aerea, come al suo solito, cercava di vendere gadget ai passeggeri. La famiglia Wotterson era stanca, tranne Fabio, che cercava in tutti i modi di attirare l’attenzione dei suoi fratelli, per cui la signora Giusy, per calmare gli animi, comprò un gratta e vinci dalle hostess raccontando ai suoi figli che sarebbe stato quello fortunato! I ragazzi, contenti, cominciarono a fantasticare sulla loro probabile vincita, cercando di pensare e di indovinare l’oggetto misterioso che era nascosto sotto il grattino grigio.

.

Arrivo

In aeroporto vi era un tassista che li attendeva per portarli nella casa vacanze, dove sarebbe cominciata l’avventura dei Wotterson.

Tokyo è una delle più grandi metropoli al mondo, caotica, ma perfettamente organizzata, con quartieri gremiti di grattacieli. Proprio lì, tra i grattacieli, vi era la loro casa, stile country, con un bel giardino, che faceva pensare che qualcosa di strano sarebbe accaduto…

Entrarono in casa spaventati ma anche incuriositi, Giusy e Tom cominciarono a sistemare le cose nelle stanze, mentre Fabio e Sofia correvano nel giardino. Kessi, invece, che amava l’avventura, osservò subito che vi era una strana porticina vicino allo sgabuzzino chiusa con un lucchetto arrugginito. E le chiavi? Ovviamente non c’erano, sarebbe stato troppo semplice per l’avventurosa Kessi.

.

A cena

A tavola, Kessi raccontò ai suoi fratelli della strana porticina e delle chiavi mancanti.

“Ragazzi” – disse Kessi – “promettetemi di non dire nulla a mamma e papà. Mi dovete aiutare a cercare la chiave segreta”.

Sofia pensò ad alta voce: “La chiave non può che stare qui, dividiamoci e cerchiamo in tutta la casa”.

La ricerca fu lunga e scrupolosa, ma la chiave non si trovò.

.

Il giorno seguente

Era una mattina limpida e la signora Sofia svegliò i ragazzi prestissimo per portarli fuori in giardino, ad ammirare il sole che stava per sorgere. Kessi e Fabio dormivano in piedi, mentre Sofia era sveglissima ed agitata, tutta la notte aveva pensato a quelle chiavi “maledette”.

Uno strano gnomo di gesso in giardino catturò l’attenzione di Sofia che si avvicinò e vide le chiavi; cercò di prenderle, ma, improvvisamente, lo gnomo si sedette su di esse impedendo alla ragazza di afferrarle. Sofia cercò ripetutamente di prendere le chiavi, ma lo gnomo non lo permise… sembrava stregato!

Questo era un segreto che la ragazza non riusciva a tenere per sé, infatti il giorno seguente raccontò l’accaduto ai suoi due fratelli, i quali corsero subito in giardino increduli. Lo gnomo era lì con le chiavi accanto ai soui piedi, Fabio cercò di afferrarle, ma anche lui fu bloccato dalla stregoneria dello gnomo, solo Kessi riuscì a prenderle senza alcun problema.

Tutti e tre si guardarono impauriti, a nessuno importava sapere perché Kessi era stata preferita dallo gnomo, l’unica cosa che volevano era aprire quella misteriosa porta.

“Wow!” – esclamarono in coro i tre ragazzi – “Wow… è una macchina della clonazione!” – aggiunse Fabio.

“Proviamola, non perdiamo tempo! Se ci scoprono mamma e papà saremo nei guai” – disse Sofia.

Fabio, unico maschio del gruppo, si mise dentro la macchina e dopo un po’ di “ficca e smanetta” riuscì ad azionarla.

Ed ecco un altro Fabio: un clone! Anche Sofia e Kessi furono clonate e tutti e tre partirono alla scoperta di Tokyo, lasciando i loro cloni a casa in modo che i loro genitori non capissero nulla.

.

Tokyo e le sue bellezze

Fabio, Sofia e Kessi erano stati catturati dal fascino della capitale giapponese: una città dai colori sgargianti, insegne al neon che si mescolano con i simboli della tradizione giapponese, come i templi, i Ryokan – alberghi tipici con pavimenti in tatami e futon – e gli Onsen, i tipici bagni in cui i giapponesi si rilassano nelle acque termali.

Il loro viaggio iniziò con il Palazzo Imperiale, residenza ufficiale dell’imperatore e della sua famiglia, separato dalla città da una cinta muraria e da un ampio fossato. Successivamente passarono al mercato ittico, il più grande mercato del mondo, famoso in tutto il mondo per l’asta dei tonni. La fame cominciava a farsi sentire, per cui visto che si trovavano nella zona dei ristoranti di sushi decisero di avventurarsi in un pranzo a base di pesce.

Le due sorelle, prese dall’entusiasmo, convinsero Fabio a spingersi verso il quartiere commerciale, per vedere i negozi più famosi del mondo. Si trovarono quindi a Shibuya, il posto più popolare di Tokyo. Lì scoprirono la statua di Hachikō: un cane di razza akita che, circa cento anni fa, era solito accogliere ogni giorno il proprio padrone alle porte della stazione. Sofia aveva letto la storia di questo fedele cane e si commosse nel ricordare che anche dopo la morte del padrone, Hachikō per nove anni aveva continuato ad aspettare il suo padrone davanti alla stazione.

.

Il samurai

Ormai si era fatta sera ed i ragazzi cominciavano ad avere paura e voglia di ritornare a casa, ma vi era un problema: come avrebbero fatto a nascondere i loro cloni?

Sofia disse: “Secondo me c’è bisogno di un altro incantesimo”.

Fabio replicò: “Non abbiamo mica un libro degli incantesimi? Bisogna capire come far mangiare alla macchina i cloni che ha creato!”.

Allora Kessi si ricordò che in una strada lì vicino aveva visto una biblioteca e pensò: “Sicuramente ci sarà qualche libro di magia!”.

I ragazzi si misero alla ricerca della biblioteca, che trovarono subito; cercarono il libro magico e ne trovarono uno con su scritto “TIRATEMI”. Incuriositi tirarono il libro e si aprì un labirinto che avrebbe portato alla casa degli incantesimi.

Fabio stupefatto esclamò: “Ragazzi, è la nostra occasione, andiamo se non vogliamo rimanere in questa città sconosciuta ed i nostri cloni con mamma e papà!”. Il labirinto era veramente enorme e difficile da percorrere, ma finalmente riuscirono a trovare la strada giusta che li portò davanti ad un gigantesco portone. Entrarono e trovarono un samurai che li attendeva con in mano una chiave più grande della prima.

Egli disse loro: “Per avere questa chiave dovete fare un’ultima cosa: bere tutto d’un sorso questo infuso chiamato sake. E’ un po’ amaro ed alcolico, ma vi darà la forza di girare questa seconda chiave nella serratura della macchina. Vedrete che la macchina si metterà in moto e di colpo risucchierà i cloni. Ricordatevi di avere vicino i cloni”.

Fabio si offrì per bere la bevanda, non fu facile come pensava, perché aveva un forte odore acido. Ma la voglia di tornare a casa era fondamentale, per cui bevve il sake ed insieme ai suoi fratelli corse verso casa.

.

Cena di famiglia

Videro dalle finestre della casa una famiglia felice che cenava. Kessi si mise a piangere e disse: “Come faremo a prendere i nostri cloni e a portarli nello sgabuzzino?”.

Sofia disse: “Non ti preoccupare, adesso faremo un forte rumore, così loro usciranno di casa e noi cattureremo i cloni!”

Fabio, allora, prese lo gnomo e lo lanciò contro la porta della casa, tutti si spaventarono ed uscirono fuori urlando, Kessi, che aveva in tasca la chiave magica, catturò i cloni e scappò con loro nello sgabuzzino. Attivò la macchina e fece miracolosamente scomparire i cloni.

La vacanza finì così… con un segreto che solo noi che leggiamo sappiamo.

.

GIORGIA, ZHIGUANG FEDE, KINE, 2019

Commenti

  1. cecilia

    Bellissima storia piena di termini e di conoscenza riguardo all’antica città di Tokyo.

    Mi è piaciuta molto perché mentre la leggevo mi chiedevo che cosa sarebbe successo dopo.

Lascia un commento