W le donne! Storia delle donne di ieri e di oggi: diritti, libertà, uguaglianza

Quest’anno, la classe 1C  (a.s. 2018/2019) ha svolto un progetto sul tema della donna, con lezioni e laboratori di italiano e storia. Il modulo è stato molto interessante e molto istruttivo. Qui sul blog pubblichiamo alcuni dei materiali che abbiamo prodotto.

 

Ricerche sulle donne nel mondo del lavoro

Prima di iniziare a parlare di questo argomento bisogna affermare che la donna è sempre stata sottovalutata, fin dai tempi antichi, nell’ambito delle leggi, nel mondo del lavoro, nei doveri e nelle punizioni.

Abbiamo cercato dati e informazioni sul web, per conoscere e studiare la attuale condizione femminile in Italia e nel mondo. Qualche giorno fa, la Banca Mondiale ha pubblicato uno studio sulla situazione mondiale dell’uguaglianza dei diritti tra uomini e donne. Ecco cos’altro abbiamo scoperto in rete:

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Il lavoro delle donne italiane

Per le donne italiane il diritto al voto è arrivato solo nel 1946, dopo la seconda guerra mondiale; e solo più recentemente le donne hanno avuto accesso all’Esercito e alle più alte funzioni pubbliche, prima solo maschili. La Legge n°125 del 1991 ha portato una maggiore tutela della condizione femminile, eppure la disparità uomo-donna continua.

NUMERO DI POSTI DISPONIBILI NEGLI ASILI NIDO OGNI 100 BAMBINI (0-2 ANNI), 2017 (fonte: ISTAT)

Nel 2017, secondo i dati ISTAT, l’indice di occupazione maschile è 66,9%, mentre per le femmine è 48,5%. Anche il tasso di disoccupazione è differente: 10,6% tra gli uomini; 12,4% tra le donne. E le donne con figli hanno un tasso di disoccupazione molto maggiore, il più alto in Europa. Inoltre, ben il 32,8% delle lavoratrici donne fa un lavoro part-time (gli uomini sono solo l’8%). Possibili soluzioni?

Per esempio, si dovrebbero assicurare maggiori posti negli asili nido per le mamme lavoratrici, ma la situazione italiana è molto diversa da regione a regione.

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Il lavoro domestico e la famiglia

Un altro dato interessante riguarda il lavoro domestico. Secondo l’Istat, nel 2014 nelle coppie in cui la donna è casalinga e l’uomo lavora, la donna svolge l’80,3% delle faccende domestiche. Nelle coppie in cui lavorano entrambi, la percentuale scende al 67,3%, e il dato è in costante diminuzione.

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Donne, lavoro e istruzione

Nonostante la Costituzione Italiana affermi che “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, religione,…” (art. 3), e che “la donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore” (art. 37), tuttavia permangono ancora delle diseguaglianze che, radicate nella cultura, la parità della legge non riesce a colmare.

Le donne guadagnano in media meno di quanto guadagnano gli uomini. Anche se costituiscono il 60% circa di tutti i laureati, rappresentano solo il 12% del gruppo degli imprenditori/trici e guadagnano molto meno rispetto ai colleghi maschi nelle medesime occupazioni. Ecco una rappresentazione grafica delle differenze di reddito a parità di titolo di studio.

Anche se le cose stanno cambiando per le donne, ciò avviene molto lentamente. Ancora oggi, soprattutto nei piccoli paesini, la condizione delle donne appare uguale a quella di tanti e tanti anni fa. Sono diversi i fattori che contribuiscono nella società a schiacciare i soggetti più deboli e più sensibili, impedendo la realizzazione dei propri desideri e ambizioni, che sono la vera essenza di ognuno di noi.

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Il lavoro delle donne nel mondo

Un video sulla parità delle retribuzioni e il punto di vista di bambine e bambini.

Come vanno le cose nel resto del mondo? Secondo l’Organizzazione Internazionale del Lavoro, le donne hanno minori probabilità rispetto agli uomini di partecipare al mercato del lavoro e, una volta che vi accedono, hanno maggiori difficoltà a trovare un lavoro. Inoltre, la qualità del lavoro stesso è scarsa. Il tasso di attività delle donne si attesta appena al 49%. Questo tasso è inferiore di 27 punti percentuali rispetto a quello degli uomini. Nell’Africa del nord, negli Stati arabi e nell’Asia del sud, la disparità sociale e lavorativa supera i 50 punti percentuali.

Puoi vedere il video completo, caricato da Fanpage.it sul suo canale Youtube.

Il fatto che, a livello mondiale, la metà delle donne sia esclusa dalla forza lavoro e non abbia veramente dei diritti pari a quelli degli uomini indica l’esistenza di forti limitazioni alla loro capacità e libertà di essere attive. Di conseguenza, si può affermare che le donne ricoprono un gradino sociale più basso.

Dobbiamo iniziare a cambiare il nostro atteggiamento rispetto al ruolo delle donne, perché è piuttosto frequente che alcuni membri della società non accettino che una donna svolga un lavoro retribuito. Si sa infatti che, nel mondo, più del 20% degli uomini e del 10% delle donne pensa che sia inaccettabile per una donna lavorare al di fuori del suo ambiente familiare.

Proprio per questo, bisognerebbe adottare misure per migliorare l’uguaglianza tra uomini e donne e per ridefinire i ruoli, associati troppo spesso agli stereotipi di genere.

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Per raccogliere le idee

Abbiamo fatto anche un cartellone ispirato ad alcune nostre ricerche personali. Le immagini che vi abbiamo incollato le abbiamo tratte da giornali o da libri. Con il cartellone abbiamo approfondito il concetto di uguaglianza in tutti i campi tra uomini e donne.

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Il laboratorio di storia: donne romane

Per approfondire lo studio sulla condizione delle donne nel passato, ci siamo rivolti ad alcuni documenti di età romana, tutti scritti da uomini ricchi o colti. Nel laboratorio di storia abbiamo seguito le fasi del lavoro dello storico: scegliere, interrogare e interpretare i documenti, infine scrivere la storia.

Nella fase di interrogazione, tutti insieme abbiamo provato a farci delle domande. Per trovare – successivamente –  una risposta nei documenti a nostra disposizione. Ecco le nostre domande:

  • Le donne potevano lavorare in epoca romana?
  • Quelle libere potevano scegliere il loro lavoro?
  • Le donne potevano prendere delle decisioni?
  • Potevano scegliere marito?
  • Le donne ricche e povere avevano pari opportunità?
  • C’erano casi di femminicidio?
  • Le donne partecipavano ai banchetti?
  • Le donne erano obbligate a stare in casa?
  • Potevano istruirsi e scegliere cosa studiare?
  • Frequentavano gli stessi luoghi pubblici?
  • Avevano gli stessi diritti degli uomini?
  • Partecipavano alla vita politica, atttaverso il voto, o avevano ruoli istituzionali?
  • Venivano punite come gli uomini davanti alla legge?
  • Dopo la maternità, avevano la possibilità di rimanere a casa?
  • Il lavoro domestico era ricompensato?
  • Che ruoli avevano le donne nel mondo dello spettacolo?
  • Quando un parente moriva, ereditavano come gli uomini?
  • C’erano donne sacerdotesse?
  • Le donne potevano combattere nell’esercito?

Dopo aver individuato quattro argomenti principali, ogni gruppo ha lavorato su un singolo tema, ha interrogato e interpretato i documenti e al termine del proprio lavoro ha scritto un breve paragrafo di storia sociale dell’età romana:

Le donne, l’istruzione, la cultura ed il lavoro a Roma

A Roma, le poche donne che riuscivano a studiare erano trascurate come quelle che non erano andate a scuola; gli uomini avevano paura che le donne prendessero il loro posto nella società.

Le donne erano spesso casalinghe, anche quelle più colte praticavano lavori di minor importanza rispetto a quelli degli uomini. Riguardo all’istruzione, le donne non potevano studiare filosofia, ma potevano prendere lezioni private di letteratura greca e latina. Imparavano a cantare, a suonare con grazia e studiavano recitazione. Le donne ricche erano educate per essere gentili, modeste e per avere un portamento elegante. Gli uomini però non erano così! E secondo alcuni storici di epoca romana, le figlie dei nobili ricevevano insegnamenti indecenti, degni di ciarlatani.

Le donne amministravano la famiglia, praticavano lavori domestici e filavano la lana. Coloro che diventavano schiave dovevano occuparsi delle donne più ricche. Le donne casalinghe potevano comandare i servi. Solo poche donne benestanti riuscivano a difendersi in tribunale.

Noi pensiamo che le donne fossero ingiustamente trascurate, in qualsiasi campo di lavoro, anche se esse erano più colte degli uomini.

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La politica contro le donne e la vita pubblica

Le donne non erano considerate in politica, nella vita pubblica erano disprezzate e dovevano rispettare le leggi più severe.
Erano maltrattate per diverse cause. Ecco alcune azioni che non potevano compiere:
– non potevano andare da nessuna parte con il capo scoperto all’insaputa del marito.
– gli uomini pensavano che le donne non fossero all’altezza di ricoprire i compiti governativi.
– le donne si ribellarono, stanche di essere trattate male e di pagare tasse troppo elevate, cercarono di conquistare il potere, ma senza successo.
– non potevano bere il vino dalla botte, se il marito le avesse scoperte, le avrebbe uccise senza essere condannato.
– due donne di classe sociale diversa non potevano comunicare tra loro.

Secondo la nostra opinione, le donne non erano ben accette nell’antica Roma, tuttavia non tutti gli uomini allo stesso tempo la pensavano così.

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Diverse classi sociali e diversi tipi di donne

C’è una grande differenza tra le donne di ceto sociale alto e quelle di ceto sociale basso. Le donne di ceto sociale alto hanno comunque diritti notevolmente inferiori a quelli degli uomini, ma allo stesso tempo menti “superiori” a quelle delle donne di ceto sociale basso. Entrambe però, erano sottomesse ai mariti al punto da poter essere uccise da questi.

Le relazioni tra le donne di ceto sociale alto e gli uomini e le donne di ceto basso erano severamente vietate. La punizione inferta dagli uomini della famiglia era molto dura e colpiva entrambi gli individui. Le donne di ceto basso non potevano assistere alle manifestazioni pubbliche, anche le donne di alto ceto sociale dovevano avere il consenso del marito per assistervi.

Le mogli degli imperatori avevano grandi vantaggi, potevano per esempio usufruire dei bottini di guerra e potevano andare in tribunale per difendersi. Ci fu un periodo in cui queste donne potevano far parte di un Senato e potevano prendere alcune decisioni. Le donne di ceto sociale alto potevano avere una schiava personale che le pettinava, e le schiave venivano trattate molto male.

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La vita quotidiana della donna romana

Le donne erano meno importanti rispetto agli uomini. Non potevano stringere rapporti con le donne di classi sociali diverse dalle loro. Se non erano state autorizzatea dal marito, dovevano andare in giro a capo coperto, sennò il marito le puniva. Non potevano bere del vino, perché i mariti abitualmente le baciavano per sapere se il loro alito sapeva di alcol. Venivano inoltre uccise se stringevano rapporti affettivi con altri uomini, e quindi accusate di tradimento; invece se il marito faceva lo stesso, veniva assolto dalla pena di morte. Se una donna avvelenava il marito, i parenti la uccidevano, mentre se il marito faceva lo stesso, non succedeva niente. Le donne erano considerate inferiori, per cui non venivano mai difese in tribunale. Le ragazze non potevano studiare materie importanti come filosofia, mentre studiavano: uncinetto, cucina, cura dei figli…

Concludiamo dicendo, che anche ora le donne, in certe nazioni, vengono ancora sottomesse. È ingiusto che in quelle stesse nazioni, le donne e gli uomini abbiamo vite diverse, posti diversi da frequentare, anche se le donne avrebbero milioni di possibilità. Speriamo che nel corso del tempo le generazioni future cambino per sempre la situazione.

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L’archivio delle donne romane: conclusioni

In moltissimi casi abbiamo notato che le donne erano spesso sottovalutate, maltrattate, umiliate e uccise dagli uomini, che spesso potevano scegliere il destino, togliere la vita alle donne senza essere mai puniti. Le donne non avevano una dignità, venivano trattate come schiave e vivevano in condizioni tali da portarle a dare ragione agli uomini, anche quando non ce la avevano.

Entrando più nello specifico, capiamo con Ponzio Aufidiano che le donne non potevano scegliere né il marito, né gli amici, se fossero stati di diverse classi sociali dalle loro; infatti Ponzio uccide sua figlia solo per averla vista manifestare dei sentimenti per un maestro di importanza inferiore, essendo egli di una classe sociale più bassa.

Invece in altri casi, come quello di Gaio Sulpicio Galba, capiamo bene che le donne non potevano assistere a spettacoli pubblici, al contrario degli uomini. In altri casi, gli uomini punivano le donne prima che avessero fatto qualcosa, senza neanche sapere cosa avessero fatto. In altri documenti abbiamo letto in che condizioni vivessero le donne: condizioni fisiche e psicologiche (che a volte le portavano a uccidere gli uomini). Il problema era che le donne venivano condannate se uccidevano un uomo, ma gli uomini non venivano neanche processati, se le uccidevano.

In tutti questi casi rimaniamo sconcertati dalla cattiveria e dall’ingiustizia di quei tempi, che oggi sentiamo molto lontani, ma ci fa pensare che ancora oggi in alcuni paesi non si è arrivati all’uguaglianza tra uomo e donna. Noi siamo molto dispiaciuti, perché anche una parte del nostro paese non è ancora arrivata a quell’obiettivo. Le nostre conclusioni sono che questi fatti sono vergognosi. E noi da adulti ci impegneremo a non stare in silenzio e a lottare per avere l’uguaglianza tra uomini e donne.

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ANNE, BEA, GIOACCHINO, SOFIA, MARGHERITA, SARA, YING, 2019

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