Gente di Dublino

LL0210 JOYCE JAMES GENTE DI DUBLINO ORSA MAGGIORE 1995

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Parto dal presupposto che già dalla copertina del libro (sempre che abbiate mai ammirato l’edizione che sto sfogliando) si riesce a percepire ciò che tutti, e sottolineo tutti, i personaggi di tutti e quindici i racconti provano nel loro subconscio, nella parte interna, sconosciuta, profonda di sè stessi. Copie di sorrisi stampate sulle facce di ognuno nascondono visi addormentati, prigionieri, inesauditi, assenti, passivi… insomma, nessuna traccia di felicità. Per dirla tutta, se fisso questa immagine raffigurante i sei individui dei quali parlavo prima, senza distogliere lo sguardo, mi suscita una certa inquietudine. Ora senza perdere tempo vi cito i tre racconti che ho scelto di analizzare e di commentare… 

Il primo testo, che è in un certo senso anche l’ultimo (perché pone fine al libro),  I morti, è stato scritto nel 1907 e viene pubblicato circa dieci anni dopo; questo spiega il motivo per cui presenta invenzioni appartenenti al Novecento. La storia è ambientata a Natale nell’abitazione delle sorelle Morkan, ormai avanti con l’età. Si tratta di un festoso e raffinato ballo organizzato dalle due. Per l’occasione hanno invitato più persone, in particolare il nipote Gabriel e sua moglie Gretta (il personaggio essenziale per il proseguimento del racconto). C’è una scena che mi è rimasta particolarmente impressa nella mente: quando Gabriel all’ingresso incontra Lily, la figlia del portinaio di casa, si scambiano due parole e infine escono dalla bocca di lei queste parole: “Gli uomini al giorno d’oggi sono solo dei gran chiacchieroni e tirano soltanto ad approfittarsi”; questa frase ha fatto sentire a disagio l’uomo. Andando avanti con la vicenda, entra in scena un altro dettaglio da mettere in considerazione, ovvero i due temi rappresentati nei due quadri sottostanti il pianoforte: da una parte l’episodio del balcone di Romeo e Giulietta (vita), dall’altra, invece, l’evento drammatico di due fanciulli, principi, uccisi all’interno della Torre (morte). Per la celebrazione del rito le signore Morkan intonano una serie di pezzi accompagnati dal pianoforte e uno di questi ha fatto immergere profondamente Gretta in una marea di emozioni, quasi al punto di portarle le lacrime agli occhi. Come mai tale reazione? Be’, per scoprirlo potete semplicemente andare a leggere il libro. 

Talvolta uno è destinato all’abbandono, come avviene nel racconto di Eveline.Seduta alla finestra osservava la sera farsi largo nel viale. Appoggiava la testa al fianco delle tende, all’odorarne il cretonne pieno di polvere… sentiva la stanchezza impadronirsi del suo corpo“, è cosi che inizia la sua storia. Io mi sono soffermata sulla finestra… la finestra… a quale allegoria si potrebbe mai arrivare pensando a quest’ultima? Lascio a voi la riflessione e intanto continuiamo. La ragazza seduta vicino alla finestra si chiama Eveline Hill. Sia la madre che il fratello sono morti. È rimasta sola e vive una vita infelice. Però è piu fortunata rispetto agli altri personaggi. Un’ottima opportunità le si aggira intorno; un’opportunità che eliminerà tutti i problemi che aveva… voltare le spalle alla vecchia vita per incominciarne una nuova, migliore, fuggendo al fianco del suo fidanzato Frank. Lei voleva vivere, ma era bloccata da qualcosa. Forse dalla nostalgia verso il passato? Chissà. Non sapeva se tornare indietro o avanzare.

Proseguendo, arriviamo ad una novella modello del rapporto madre-figlio, visto che vi è incentrato. Questo racconto s’intitola Una madre ed è diverso dai classici della tematica, perché in questo caso vi è una madre dal carattere forte. Si narra infatti di una signora di nome Kearney, che vuole difendere i diritti ed assicurare gli interessi della figlia, Kathleen, diventata famosa nella cerchia dei musicisti. Un giorno, quando la figlia ha avuto l’onore di salire sul palco ed esibirsi davanti ad un grande pubblico, ella ha preteso la paga prima dello spettacolo, ma in quel momento ha ottenuto solo la metà del denaro previsto; l’altra metà le sarebbe stata consegnata la settimana successiva…

Sono gli ultimi paragrafi de I morti (la sintesi di tutta la raccolta) quelli più significativi, importanti e intensi, perché riassumono ciò che in principio l’autore vuole comunicarci. Alla metafora dei morti e dei vivi, accomunati dalla neve che purifica l’intera faccia della Terra, viene attribuito il termine di paralisi, ed è proprio questo sostanzialmente il tema del volume. Coloro che vengono citati nelle pagine mostrano un’eccessiva incapacità nell’affrontare novità sia personali sia generali… sono praticamente dei cadaveri viventi. Questo libro non è facile da capire, ma se lo capisci ti rendi conto di avere sotto gli occhi un vero capolavoro… ti fa veramente riflettere.

YING, 2020

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In copertina: Henrietta Street, Dublin (Ireland), 2007. Foto di William Murphy [Creative Commons License], da: www.wikimedia.org. Puoi leggere questo libro in formato PDF.

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