Mescolafiaba #5

Continua la pubblicazione delle nostre fiabe (classi 1D e 1E dell’IC Leonardo da Vinci, Reggio Emilia, a.s. 2020/2021) scritte durante il laboratorio di italiano Mescolafiaba. E’ già la quinta puntata, siete sicuri di aver letto tutti gli articoli precedenti? Cosa ne pensate? Avete anche voi scritto a scuola una storia o una poesia e volete pubblicarla qui sul blog? Scrivete alla redazione o venite a trovarci nelle nostre classi.

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Cenerentola e il Lupo

C’era una volta una ragazza bellissima, di nome Cenerentola, figlia di un gentiluomo rimasto vedovo. Il padre non era mai a casa e non riusciva a passare del tempo con sua figlia.

Per non lasciare da sola Cenerentola, il padre si sposò con una donna cattiva che aveva due figlie malefiche. La matrigna trattava Cenerentola come una schiava: la prendeva in giro, le faceva cucire vestiti e pulire le scarpe per le sorellastre.

Un giorno la matrigna e le sorelle lasciarono Cenerentola in casa da sola. Un grosso lupo sfondò la finestra spargendo vetri dappertutto. Cenerentola – sorpresa – chiese: “Signor Lupo, cosa ci fa lei qua? Sono le undici, non dovrebbe essere già dalla nonna di Cappuccetto Rosso?”. Allora il lupo ansimando rispose: “Lo so, lo so, ma mi hanno mandato qua per cambiare questa fiaba”. Cenerentola rimase sorpresa e agitata, la matrigna sarebbe arrivata dopo poco e la cucina era sottosopra.

Dopo pochi minuti la matrigna tornò a casa, il lupo velocissimo si nascose. La vecchia gridò: “Cos’è successo?! Cosa hai fatto?!”. Cenerentola, mentendo, disse alla matrigna che un corvo si era schiantato contro la finestra poi era volato via.

Da quel giorno Cenerentola e il lupo divennero amici e la ragazza trascorreva tutto il suo tempo libero con lui in giro per i boschi. Il lupo raccontò alla ragazza la fiaba di Cenerentola e lei capì che si trattava del suo destino.

Dopo qualche mese, Cenerentola, le sorellastre e la matrigna ricevettero un invito ad un ballo da parte del principe del paese. Ovviamente, a causa di un tranello della matrigna, lei dovette restare a casa. Quella sera stessa, mentre la ragazza stava passeggiando in giardino, comparve la Fata Madrina. Cenerentola sapeva che la fata le avrebbe donato un abito fantastico, una carrozza e la possibilità di andare al ballo, ma lei non voleva sposarsi con il principe, voleva qualcuno di cui era veramente innamorata. Cenerentola fece subito un cenno al lupo, che si mangiò la fata in un sol boccone, e felice e soddisfatto disse: “Gnam! Molto meglio della nonnina… tutta questa polvere magica l’ha resa molto saporita”.

Cenerentola pensò subito a un piano per cambiare definitivamente il suo destino: si ricoprì di cenere, cosparse i capelli di foglie secche e decorò il vestito di code di lucertola. Il suo scopo era quello di non far colpo sul principe e non farsi riconoscere dalla matrigna. Fu il lupo a portarla al ballo, e quando entrò il principe inorridì e la fece buttar fuori dal palazzo.

Per ringraziare il lupo, Cenerentola gli lasciò mangiare la matrigna e le sorellastre e quando tornarono a casa gli confessò: “Lupo, ho detto di volermi sposare con qualcuno che amo… e quel qualcuno sei tu!”. Cenerentola, dopo essersi dichiarata, baciò il lupo che subito si trasformò in un bellissimo ragazzo con gli occhi verde smeraldo. La ragazza, esterrefatta, chiese: “Ma… ma lupo, cosa ti è successo?”. E lui timidamente le rispose: “Cenerentola, non ti ricordi di me? Sono Oliver. Da piccoli giocavamo insieme, ma quando ti sei trasferita una strega mi ha fatto un incantesimo e mi ha trasformato in un lupo”. La ragazza all’improvviso ricordò l’amico di un tempo. Lieti di essersi ritrovati, il giorno dopo si sposarono tutti felici e contenti.

MAVI

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Il matrimonio di Amore e Psiche

La matrigna di Cenerentola e le sue sorellastre vennero invitate in un castello per una festa. Alla festa di matrimonio di Amore e Psiche c’era molta gente: amici, famiglia, zii, cugini, ecc. Quando la matrigna e le due sorellastre entrarono, Amore e Psiche le accolsero. Al centro della sala c’era una torta altissima e tanto cibo, e intorno tanti gruppi di ballo. Amore e Psiche ballarono insieme, poi finì la musica ed era il momento di mangiare la torta. Ma la matrigna scivolò sulla torta e la torta le scoppiò in faccia.

Amore, con le sue guardie del castello, cacciò la matrigna e le due ragazze. Le guardie buttarono la matrigna e le sorellastre in mare, dove furono mangiate da uno squalo.

Amore e Psiche conclusero il loro matrimonio, perché la matrigna aveva distrutto la torta. Era notte fonda, Amore era stanco e Psiche lo fece addormentare. E si addormentarono insieme.

LORIKA

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Una casa nel bosco

C’erano una volta due bambini persi in mezzo al bosco, che si chiamavano Hänsel e Gretel. Incontrarono Cappuccetto Rosso e Gretel disse: “Ho fame!”. Cappuccetto Rosso tirò fuori dal suo cestino una torta e Hänsel propose: “Perché non facciamo un picnic?”, e Cappuccetto Rosso rispose: “Va bene!”.
Dopo aver finito, Cappuccetto Rosso invitò Hänsel e Gretel a casa della sua nonna e i due accettarono l’invito, quindi si avviarono verso la casa.
Una volta arrivati, Hänsel e Gretel legarono la nonna e Cappuccetto Rosso e li misero dentro una gabbia. Più tardi un lupo passò davanti alla casa della nonna. La nonna lo chiamò e il lupo aiutò a liberare la nonna e Cappuccetto Rosso, poi urlò ai due ragazzi: “Uscite fuori dalla casa!”. Hänsel e Gretel uscirono dalla casa e scapparono nel bosco. E vissero tutti felici e contenti.

RODERICK

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Cappuccetto Rosso, Hänsel, Gretel e anche qualcun altro

C’era una volta una bambina di nome Cappuccetto Rosso che doveva andare a portare un cesto di mele rosse, da parte di suo padre, a sua nonna. Mentre attraversava il bosco, vide due bambini appisolati su un sasso con un pezzo di pane in mano. La madre di Cappuccetto Rosso se ne era andata poco dopo averla fatta nascere. Quindi vide quei due bimbi, si avvicinò intenerita, e li riconobbe subito. Gridò, svegliandoli più disturbati di quanto lo erano già: “Oddio ma siete voi, Hänsel e Gretel! Vi ho letto un sacco di volte! Non ci credo!”. Loro, un po’ spaventati, ripresero semplicemente il proprio cammino.

Cappuccetto Rosso, dopo molti tentativi di inseguirli, cambiò strada arrivando infine a una casa ricoperta di dolci. Incuriosita bussò, mangiando un pezzo di grondaia alla cannella. Risposero sette piccoli nani e dietro di loro una magnifica fanciulla che – sicura di sé –  inizio a parlarle:
“So come deve andare, prendo la mela più rossa, tu mi avvelenerai, ci sarà il mio funerale ma un magnifico principe mi bacerà e l’incantesimo si spezzerà. Io l’ho letto il copione”. Subito dopo si accorse che qualcosa non stava andando per il verso giusto e subito aggiunse: “No, aspetta, una bambina? E la mia casa è fatta di dolci? Cosa… Scusa, ma cosa… e tu chi sei?”.
“Io sono Cappuccetto Rosso e sono qui per mia nonna. E ora vattene, questa non è casa tua”.
La ragazza – sicuramente avrete capito di chi si tratta – se ne andò un po’ stranita. La ragazzina cercò dappertutto sua nonna e la trovò nella sua camera, al piano di sopra, a depilarsi. Si mise a ridere ma guardando per terra vide un sacco di peli e dentro di sé pensò: “Ma aveva una foresta sulle gambe?”. Allora si avvicinò e quella in un sol boccone se la infilò in gola. Biancaneve – la ragazza che era alla porta prima – sentì urlare, ma pensò che non fosse successo nulla. Tuttavia per sicurezza rimase lì fuori.

Dopo un paio d’ore si avvicinarono alla casa Hänsel e Gretel e successe quello che sapete già, ma con qualcosa di diverso. Il lupo/nonna se li mangiò entrambi, e i tre ragazzi nel pancione fecero un party e bevettero come bibita i succhi gastrici. Intanto Biancaneve – fuori a tenerli sott’occhio – quando vide il lupo ingoiarseli entrò con il suo esercito di nani a salvarli.

E il cacciatore? Il cacciatore era arrabbiato con la ragazza perché gli aveva rubato la scena. Fine.

SERENA

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La figlia del locandiere e l’orso Giorgetto

In una vecchia casa viveva la figlia di un locandiere che era stata abbandonata da suo padre. Un giorno incontrò un lupo di nome Gino. Il lupo provò a mangiarsi la figlia del locandiere, ma un intruso – ovvero un orso di nome Giorgetto – intervenne e si mangiò il lupo Gino.

La figlia del locandiere, contenta di essere stata salvata da Giorgetto, lo ringraziò con un vaso pieno di miele e vissero per sempre sazi e contenti.

ALBERTO

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In copertina, un disegno anonimo; nell’articolo disegni di Mila, Malak (IC Leonardo da Vinci, Reggio Emilia, 2019);

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