I Guardiani del Louvre

Jirō Taniguchi, I Guardiani del Louvre, Rizzoli Lizard 2014 (tit. orig. “千年の翼、百年の夢, Chitose no tsubasa, hyaku nen no yume” [Ali millenarie, sogni centenari]).

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Questo libro è il primo del genere “graphic novel” (romanzo grafico) che ho letto. Tra quelli della lista fornitaci dalla prof per l’estate, mi è stato consigliato dai miei genitori, che hanno letto molti libri di Jiro Taniguchi (谷口ジロー) e che lo apprezzano da tanti anni. Taniguchi è considerato uno dei più grandi maestri del fumetto, in particolare del manga e dopo aver letto il libro penso che questo successo sia meritato.
Il romanzo parla di un uomo giapponese che assomiglia molto all’autore, visto che arriva in Europa per un festival del manga. L’uomo è in Francia per visitare il Louvre e, andando al museo, scopre il confine tra il sogno e realtà che esso crea. L’uomo è infatti in un momento di difficoltà: a Parigi si è ammalato e si sente solo e spaventato in un paese straniero e in più (si scoprirà alla fine del libro) è ancora profondamente addolorato per la tragica morte della moglie (avvenuta tre anni prima), insieme alla quale non era riuscito a visitare il celebre museo come promesso. Sospeso tra sogno, realtà e ricordo (nel fumetto Taniguchi la descrive come “realtà onirica”), l’uomo incontra così i guardiani del Louvre: la Nike di Samotracia (che prende vita per accompagnarlo), vari artisti e personaggi storici collegati con le opere del Louvre. L’uomo infatti sembra viaggiare nel tempo e conosce nella loro vita vari personaggi e diversi eventi storici.

Nike di Samotracia, 190 a.C. ca., altezza 245 cm. Parigi, Museo del Louvre.

Questo romanzo affronta vari temi, come quello di cos’è l’arte, di come può far suscitare sentimenti nell’uomo e di come può farlo “entrare” nelle varie opere e nella vita dei suoi autori, facendolo diventare parte di essi; il tema di quanto puoi continuare ad amare un caro e a desiderarlo anche dopo la sua dolorosa perdita; il tema di quanto la guerra possa derubare e distruggere delle opere d’arte, impossessandosene, di quanto importanti possono essere certe opere d’arte per noi, e “l’anima” che resta dentro di loro. Questo romanzo racconta anche della magia che regna e si scatena all’interno del Louvre e nelle opere in esso contenute.

In effetti tutti questi temi sono collegati da un unico filo conduttore che è il ricordo. Un ricordo che ci
protegge e ci dona vita. “Lei voleva renderti felice. Donarti luce. Vivere la propria vita… ritrovarsi qui. Anche le cose più piccole e insignificanti hanno una storia da raccontare. Il ricordo degli spiriti che dimorano nelle cose. […] Nel sogno, nella realtà, nelle illusioni. Cos’è che noi vediamo? Quali sentimenti, quale sogno avvolge il nostro cuore? Sono tutte le nostre emozioni. Tutti i nostri sogni”. Per questo il Louvre è popolato da “guardiani”: entità che proteggono ogni frammento (“dalla preistoria fino al XIX secolo sono state raccolte innumerevoli opere d’arte. Ognuna di esse possiede un’anima…anche quelle non esposte” spiega la Nike di Samotracia) ma che proteggono anche ciascuno di noi dando valore al ricordo. Come viene scritto nel retro di copertina, infatti, il “viaggio nella memoria” che Taniguchi ci fa fare, ci permette di “scoprire che, nel bene e nel male, c’è sempre qualcuno che veglia su di noi”.


Questo libro mi è piaciuto molto non solo perché l’arte è una mia passione, ma perché è una storia che ti prende subito, intensa, profonda e commovente; le immagini dipinte ad acquerello sono bellissime e ti aiutano anche a capire meglio; nonostante la stampa secondo la lettura giapponese (che per noi risulta al contrario, dal fondo e da destra verso sinistra) non ho trovato difficoltà, forse anche perché la narrazione è abbastanza lineare e comprensibile. È come un film, sotto forma di libro, il più bel film e libro d’arte che io abbia mai visto.

GIOVANNI, 2023

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In copertina e nell’articolo: Il Museo del Louvre, Parigi, agosto 2015 (foto di Marco).

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