Il test di Turing: maschi o femmine?

Questa attività si è svolta nel mese di febbraio 2023 nella classe 3D (IC Leonardo da Vinci di Reggio Emilia) nell’ambito del progetto di affettività e sessualità W L’AMORE, a cura del Servizio Sanitario Regionale Emilia-Romagna. Si ispira al famoso Test di Turing, ideato dal matematico inglese Alan Mathison Turing nel 1950.

Nelle intenzioni dell’autore – che lo chiamò “gioco dell’imitazione” – consisteva in un metodo operativo per definire l’intelligenza. Ci sono tre gruppi di giocatori: maschi, femmine (A e B) e un terzo gruppo (C) interrogante, che non conosce il genere dei due gruppi. C può porre delle domande ai gruppi A e B con lo scopo di determinarne il genere. Ma mentre lo scopo di un gruppo è permettere la propria esatta identificazione, cioè di aiutare C a risolvere il problema, lo scopo dell’altro gruppo è ingannare C.

Turing si chiedeva cosa sarebbe accaduto se una macchina avesse preso il posto di A: l’interrogante C avrebbe avuto la stessa probabilità di indovinare? Dunque, le macchine possono pensare? Cioè, in altre parole, una macchina può decidere deliberatamente di mentire? Qui non si fa riferimento alla lunga discussione che è seguita tra gli studiosi di intelligenza artificiale. Si vuole invece verificare un’altra ipotesi, che fa i conti con la cultura condivisa tra i giocatori. Il problema è il seguente: quali stereotipi di genere funzionano (o non funzionano) in questo gioco: nella formulazione delle domande da parte di C, nelle risposte di A e B, e infine nell’elaborazione della soluzione affidata a C?

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Nella prima sperimentazione, la classe si è divisa in tre gruppi: un gruppo misto (C) con tre domande doveva indovinare chi fossero le “vere” ragazze, un altro gruppo era formato da ragazzi che avevano lo scopo di fingersi le ragazze e il terzo gruppo era formato da sole femmine che avevano lo scopo di far capire al gruppo di controllo che erano loro le “vere” ragazze. Ovviamente i tre gruppi non potevano comunicare direttamente tra di loro, ma soltanto ascoltare le risposte alle domande che il gruppo di controllo poneva.

Vuoi provarci anche tu? Riportiamo le domande del gruppo C e le risposte di A e B. Chi sono, secondo te, le “vere” femmine?

Domanda 1: Qual è la differenza tra un fondotinta e un correttore?

Risposta A: Col correttore correggi le occhiaie e illumini punti del visto, col fondotinta invece ti copri le imperfezioni sul viso in generale, basta che non sia tre volte più scuro della tua pelle.

Risposta B: Correttore copre occhiaie e piccoli brufoli mentre il fondotinta si usa come base e per coprire i difetti del viso e si usa prima di applicare il correttore.

Domanda 2: Chi è il giocatore numero 77 del Napoli?

Risposta A: Cristiano Ronaldo

Risposta B: Ma boh raga che domanda è?

Domanda 3: Cosa risponderebbe l’altro gruppo alla domanda “siete maschi o femmine”?

Risposta A: Non siamo l’altro gruppo, quindi non possiamo saperlo.

Risposta B: Siamo femmine.

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Sottopasso ferroviario, Viserba (Rimini), febbraio 2023.

Hai indovinato chi sono le “vere” femmine? Non è così semplice, vero? Vuoi provarci ancora? In questa seconda sperimentazione, devi indovinare chi sono i “veri” maschi, sapendo che le femmine hanno l’obiettivo di ingannarti:

Domanda 1: Da quanto tempo è uscita la PS4?

Risposta A: la ps4 è da vecchi, noi usiamo la ps5.

Risposta B: è uscita dieci anni fa in America.

Domanda 2: Qual è la differenza tra TOTY e TOTW?

Risposta A: sono i livelli di una carta su Fifa.

Risposta B: toty= team of the year, totw= team of the week

Domanda 3: Come si fa a darsi il maskara?

Risposta A: boh, non lo so, ti passi un robo nero sugli occhi.

Risposta B: sono maschio, ho visto mia sorella metterselo, si intinge e poi si mette nelle ciglia.

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Sottopasso ferroviario, Viserba (Rimini), febbraio 2023.

Al termine del gioco abbiamo fatto alcune considerazioni e abbiamo sfatato molti miti: le domande che il terzo gruppo (C) ha fatto erano fortemente stereotipate, dividevano le due categorie di genere a metà, cercando di evidenziare le differenze tra maschi e femmine. Gli stereotipi ci sono serviti e in parte si sono rivelati veri, ma una persona può scegliere di distaccarsene.

Il gruppo interrogante, però, in entrambi i casi ha indovinato non grazie alle risposte legate all’identità di genere, ma piuttosto grazie alle personalità individuali che emergevano dalle risposte e che riuscivamo ad associare ai nostri compagni e compagne.

E allora, ora vuoi le soluzioni? Nel primo caso le femmine erano il gruppo B, nel secondo caso i maschi erano il gruppo B.

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Se sei un docente, e vuoi saperne di più:

A. Cecchini, Il gioco delle (molte) differenze, in A. Cecchini, E. Musci (a c. di), Differenti? E’ indifferente. Capire l’importanza delle differenze culturali e fare in modo che non ci importi, lameridiana, Molfetta (Bari) 2008.

E. Abbatecola, L. Stagi, Pink is the new black. Stereotipi di genere nella scuola dell’infanzia, Rosenberg&Sellier, Torino 2017.

A. Pellai, Baciare Fare Dire. Cose che ai maschi nessuno dice, Feltrinelli, Milano 2015.

B. Gusmano, T. Mangarella (a c. di), Di che genere sei? Prevenire il bullismo sessista e omotransfobico, lameridiana, Molfetta (Bari) 2014.

Puoi trovare molte altre indicazioni bibliografiche e materiali di lavoro sul sito W L’AMORE.

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In copertina: Piazza Taksim, Istanbul (Turchia), 2014. Foto di Tiziana Sansonetti.

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