La mia paura

Ho trovato questo testo in una memoria USB che non utilizzavo da anni. È anonimo – non so se per caso o per necessità – e non mi sono dato la pena di risalire a chi l’avesse scritto, perché in fondo non importa. Non tratta, a dispetto del titolo, di una fobia personale, ma di una paura “culturale” e generazionale. Condividerla è il primo passo per superarla. Buona lettura.

Prof. Marco Cecalupo

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Io… sì, io ho paura. È difficile ammettere le proprie paure, ma ora ho un pezzo di foglio sotto il naso, una penna per scrivere, e metterò in chiaro le mie paure, o meglio la mia paura più grande. Perché sì, tutti abbiamo paura di qualcosa, qualcosa che ci terrorizza, che ci blocca il respiro, che ci fa perdere cento battiti. Alcune possono essere banali, altre irreparabili, e altre ancora non reali. Però so una cosa, di certo, che parlarne non farà stare meglio quella persona, o almeno, per i primi dieci secondi si sentirà come se un peso si fosse tolto dal cuore, ma gli attimi dopo si sentirà peggio, e altre paure lo affliggeranno: la vergogna, l’essere preso in giro e altre emozioni simili.

Ma ora basta parlare degli altri, devo parlare della mia paura. Beh, la mia principale paura è quella di non essere accettata, di non essere compresa. Ho paura che qualcuno scavando a fondo nelle mie emozioni trovi solo dei sentimenti oscuri, e questo fatto mi terrorizza. Ho paura che io non venga accettata per i miei comportamenti da menefreghista, da strafottente, ho paura di non essere accettata, quindi esclusa. Ho paura che qualcuno un giorno mi guardi da capo a piedi, e inizi a prendermi in giro per come mi vesto, per i miei capelli scombinati, per le mie scarpe.

Perché ora siamo in una generazione che “se non è di marca, non è accettabile”, “se non è di marca, in un certo senso fai schifo”. Se non è di marca, se tu stesso non sei di marca, è come se per loro non esistessi. Devi avere molti like su instagram, molte visualizzazioni su snapchat, molti follower su ask, ah, ma per loro la cosa più importante, essenziale, è che tu sia popolare. Non sei popolare? Non vali nulla, vali zero. Ti offendono per qualsiasi cosa. Se sei troppo magra, un’offesa. Se sei troppo grassa, un’altra offesa. Se ti vesti in modo stravagante, ancora un’altra offesa. Trovano scuse per farti sentire male per qualunque cosa, e qui nasce la monotonia. Perché la persona offesa, incomincerà a smettere di essere sé stesso, e inizierà a essere come gli altri. Una piccola stella smetterà di brillare.

Ho paura di sembrare strana agli occhi degli altri. Ho parlato di molte paure ma, come potete leggere, la maggior parte di esse riguarda il parere delle altre persone che hanno su di me. Io ho questa paura tremenda, di non essere accettata, ma non da me stessa, perché questa sono io, sto imparando a conoscermi, e devo accettarmi per ciò che sono, io ho paura di non essere accettata dagli altri. E con questo, come ho detto prima, ora per dieci secondi mi sentirò come se mi fossi tolta un peso, ma negli attimi che si seguiranno so che sarà un inferno.

ANONIMO, 2018

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In copertina: un disegno alla scuola Leonardo da Vinci di Reggio Emilia, a.s. 2018/2019.

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