Lim e Lavagna

Tra settembre e ottobre 2020, noi della 1E (IC L. da Vinci, Reggio Emilia) abbiamo studiato la favola seguendo vari passaggi: abbiamo letto e analizzato diversi testi, abbiamo studiato la struttura del genere, abbiamo discusso di alcuni temi (come la violenza e il bullismo).

Infine abbiamo pensato di scriverne una, usando come personaggi degli oggetti della nostra aula. Abbiamo scelto la Lim e la lavagna. Ognuno ha scritto il proprio testo, poi ci siamo scambiati i fogli e le idee. Ed ecco i risultati:

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La Lim esordì: “Guarda come sono tecnologica, e te tutta sporca e rotta!”.
“Ma che dici?! – rispose la lavagna – io sono più dura, e anche se sono sporca sono utile”.
Vicino alla scuola c’era un porto, vicino al porto c’era un albero, sull’albero c’era un picchio che entrò nella scuola, picchiò alla porta e disse: “Ahi! Che male!”
Poi il picchio picchiò la lavagna, e si arrabbiò: “Ahi!”.

Il picchio picchiò la Lim, che si ruppe, e la lavagna ribatté: “Visto che sono più dura di te? Non puoi vantarti che sei tecnologica, funzionante. Devi vedere chi è resistente e forte, non bella o brutta”.

Poco dopo, il picchio picchiò di nuovo la lavagna e questa si crepò. “Visto? Tutti hanno un punto debole, l’ardesia non è indistruttibile”, la ammonì la Lim.

Quando i bambini entrarono a far lezione, videro la Lim e la lavagna tutte rotte.
Alla fine, tutt’e due furono portate in discarica, e la Lim concluse: “Chi si loda s’imbroda”.

Zi Lin

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Un giorno una lavagna e una Lim si incontrarono. La Lim sosteneva di essere più tecnologica della lavagna, ma la lavagna propose: “Allora facciamo una gara. Chi dura di più?”.
“Accetto, ma non piangere se vinco”, disse la Lim. Poi chiese alla lavagna: “Io sono di marca Mela e costo cinquemila euro, tu invece quanto costi? Scommetto solo cinquanta euro”.
A forza di scommettere, iniziò la sfida… dopo neanche quattro ore il miglior amico della Lim (il computer) si spense, ma arrivò Carlo a ricaricarlo, e la Lim si riaccese.

L’amico computer intervenne: “Ma perché voi due state litigando? Siete tutt’e due utili, non importa chi siete, siamo tutti uguali”.
A questo punto le due sentirono di aver sbagliato, si scusarono e divennero amiche.

Samuele

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La lavagna disse alla Lim: “Adesso facciamo una sfida”.

La Lim e la lavagna fecero una gara a chi scriveva più veloce. La lavagna ci mise un sacco, invece la Lim finì in due secondi.
La Lim era vittoriosa e, stanca, esultò: “Io sarò sempre meglio!”.

La morale è che bisogna sempre accettare la sconfitta da una persona più forte.

Antonio

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La Lim esordì: “Sono meglio di te”.
“Tu ti rompi facilmente, io invece sono dura come un sasso”, rispose la lavagna.
“Ormai sei passata di moda”, ribatté la Lim.
“E quindi?”, chiese la lavagna.
Ma la Lim aggiunse: “Io non faccio rumore”.
“E buon per te. Ma non importa se faccio rumore, i bambini mi vogliono lo stesso bene”, le rispose la lavagna.

Poi l’altra fece: “Sono più bella di te”.
“La bellezza non vale, se hai la tua testa. – esclamò la lavagna – Sarò più vecchia di te, e meno tecnologica, ma posso fare delle cose che non sa fare un computer”.

Morale. Se una cosa è nuova, non vuol dire che è migliore.

Simo

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La Lim esordì: “Sono più bella io!”.
“Sì sì, certo certo”, rispose la lavagna.
La Lim disse: “Io ho più funzioni”.
E la lavagna ribatté: “Si, ma quando sei vecchia non… funzioni… più”.
La Lim aggiunse: “Eh , ma tu non puoi cercare le cose che ti servono su guggol”.
“Infatti – rispose la lavagna – io non sono così sciocca da cercare le cose sui siti”.

Il prof, che le sentì litigare, concluse: “Basta così! Ognuno è bravo in qualcosa”.

Riccardo

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La Lim esordì: “Io sono più bella e moderna di te, tu non sei niente. Io riesco a fare tutto”.

“Sì, tu sei più moderna di me ma io sono più usata di te e sono più facile da usare. – rispose la lavagna – Io sono stata usata per tanti anni, però da quando sei stata creata tu non mi usano più, perché tu puoi fare tutto: sai mettere canzoni e diverti i bambini. Ma io sono utile lo stesso”.

La morale della storia è: anche se uno è più bello e giovane, il vecchio è il più usato da tempo, è migliore perché resiste di più. Che è come dire: gallina vecchia fa buon brodo.

Sara

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Un giorno, durante un’interrogazione, un bambino era indeciso su quale lavagna dovesse usare. Il bambino aveva di fronte a sé una lavagna tecnologica e una lavagna un po’ all’antica.

La lavagna tecnologica esordì con la sua voce robotica: “Io mi chiamo Lim, non sono come una lavagna normale, io sono touch e sono controllata da un computer”.

“Allora senza non funzioni”, rispose la lavagna un po’ scocciata.
“Ah beh, sei gelosa! Comunque vuoi sentire una canzone?”, disse la Lim al bambino.
Ed egli spaventato sussurrò: “No, sono a una interrogazione…”.
La lavagna urlò: “Aspetta, so suonare anch’io”.
Ed emise quel famoso stridio inascoltabile.

Il bambino, all’udire quel suono, entrò in shock celebrale, ma per fortuna poi si riprese. Dopo quella scena, la Lim e la lavagna decisero di fare a turno, e ora non si parlano più.

Meglio non parlarsi che distruggere tutto.

Raien

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Lim iniziò a prendere di mira Lavagna, poi esordì: “Come sei vecchia! Perché non molli?”.
“Io funziono da sola, tu hai bisogno del computer”, rispose Lavagna.

Ad un certo punto la porta della stanza, stanca, gridò: “Perché litigate? Basta, non vi voglio più sentire!
Lim rispose: “Guarda chi ha risposto”.

Lim e Lavagna risero e si accorsero di avere molte cose in comune.

Letizia

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Un giorno, la Lim esordì: “Ma tu, lavagna, cosa ci fai ancora in quest’aula? Non servi a niente!”.
La lavagna, stupita e un po’ arrabbiata, chiese: “Tu cosa sai fare che io non so?”. La Lim allora rispose: “Io so mettere una canzone!”.
E la mise, col volume al massimo. La lavagna per farsi sentire dovette gridare: “Io posso raccontare una storia!”.
La Lim le fece la linguaccia e chiese alla classe: “Volete vedere un film?”. “Sii!!!”, esultò la classe.
La lavagna, dispiaciuta, mormorò: “Va bene Lim, hai vinto”.

L’ora successiva c’era la lezione di inglese e la Lim, che era accesa, si accorse di essere stanchissima e si spense. Allora la lezione dovette continuare con la lavagna e, quando la Lim si riprese, si scusò con la lavagna: “Scusa lavagna, sono stata stupida a pensare che tu non sei utile”.

E da quel giorno, la Lim e la lavagna furono migliore amiche.

Sara Elisabeth

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La Lim esordì: “Io sono migliore di te, sono più nuova!”.
“Ma tu senza computer non sei niente!”, rispose la lavagna.
“Però anche tu, senza cancellino e gessetti sei solo un pezzo d’ardesia”, controbatté la Lim.

La Lim dopo un po’ le chiese: “Tu ce le hai le finestre?”
“Ovviamente, sono sempre qui di fianco a me”, rispose soddisfatta la lavagna.

“No! Non quelle finestre! Con le finestre puoi fare quattro o cinque cose contemporaneamente”.
“Pso! Banale, io non ho bisogno del wifi, io ci sono sempre”.
“Ma se sei attaccata al muro!”, disse la Lim.
“Eh, cara, lo sei anche tu”, fece l’altra.
“Ma tu puoi ascoltare la musica?”, domandò la Lim.
“No, ma so produrla, vuoi sentire?”, chiese la lavagna.
“No! No! Grazie!”, gridò la Lim.

La lavagna disse dopo un po’: “Senza di me non avrebbero inventato te, e tu mi insegni cose nuove. Siamo tutt’e due utili! Non c’è una migliore, siamo entrambe perfette! Ciascuna con i propri pro e contro”.

Alice

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Un giorno una lavagna e una Lim iniziarono a litigare. La Lim esordì: “Io duro molto di più”.
La lavagna la contraddisse: “Ma se non funzioni neanche da sola! Ti serve il computer, che tra l’altro è vecchissimo”.

La Lim, che aveva sentito offendere il suo amico, non ne poteva più della lavagna. Quindi attaccò, cominciò a picchiarla con le sue braccia a forma di casse acustiche: La Lim, che pensava di essere finalmente tranquilla, di notte non lo fu. Non riusciva a dormire.

Non devi fare del male ad altre persone, perché potresti rimetterci tu.

Sebastiano

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La Lim esordì: “Sono più bella io”.
“Sì sì, certo certo”, rispose la lavagna.
La Lim ribatté: “Ma io rimarrò nella storia, tu no”. E la incalzò: “Io offro qualunque cosa”.
“Ma ti scarichi velocemente”, disse la lavagna.

La Lim borbottò, ma sapeva che aveva ragione, quindi si comportò come se avesse perso la sfida.

Eleonora

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C’erano una volta, una Lim e una lavagna molto vanitose. Un giorno la Lim esordì: “Io sono migliore di te, sono più nuova”. La lavagna disse: “Ma tu senza computer non sei niente”.

Dopo un po’, la Lim commentò: “Tu non puoi ascoltare la musica”. La lavagna rispose: “Invece si, vuoi sentire?”. La Lim, sapendo che avrebbe fatto un rumore inascoltabile, disse di no.

Un bambino andò alla lavagna a scrivere, quando ad un tratto si accese la Lim e lo richiamò: “Ehi, scrivi su di me, io sono giovane, a differenza di quella vecchia”. Allora il bambino, attirato, andò alla Lim. Poi la lavagna, innervosendosi, commentò: “Ehi, guarda che quella spreca energia”.

Andarono avanti così per un po’, poi la lavagna esclamò: “Secondo me siamo tutt’e due utili!”.

Bisogna accettarsi per ciò che siamo.

Martina

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“Giulia, vieni alla lavagna!”, chiamò il professore. Quando Giulia andò, e prese il gessetto, sentì una voce roca. Si girò intorno per cercare la provenienza di questa voce misteriosa. La voce continuò a parlare, e diceva: “Giulia, vieni da me. Cosa stai a guardare quella vecchia e brutta lavagna? Vieni da me. Ti faccio sentire una canzone”. Era la Lim che parlava, ma Giulia fece finta di nulla.

Dopo la campanella di uscita per i ragazzi, l’aula era vuota e la Lim e la lavagna si misero a discutere:

“Tu, lavagna, sei vecchia, io invece sono tecnologica”.
“Lim smettila, io almeno non mi rompo mai”.
“Lavagna non illuderti troppo, so che sei una perdente”.
“Zitta Lim, c’è la bidella che è venuta a pulire i banchi. Se ci scopre, sveleremo tutti i segreti della scuola”.

Quando la bidella finì di pulire i banchi, i due oggetti si rimisero a litigare. La Lim, la più scorbutica, prendeva in giro la lavagna, che ci stava male, ma lei la ignorò. Offese terribilmente la lavagna, che gli propose una gara in cui i bambini della classe avrebbero fatto da giudici. La Lim accettò, molto sicura di vincere. “La gara consiste nell’esporre i propri ruoli migliori”, spiegò la lavagna.

Il giorno dopo la gara ebbe inizio, e i bambini scelsero la lavagna per la sua semplicità.

La Lim sussurrò vergognandosi: “Quindi chi vinceva era la regina”. “Sì”, rispose la lavagna.

La Lim era molto triste e rassegnata, e per l’imbarazzo decise di non funzionare più. Allora la lavagna, saggia com’era, le disse: “Sei stata brava anche tu, non devi essere invidiosa. Sai cosa? Se sei d’accordo ci uniamo, perché l’unione fa la forza, e saremo fantastiche e fortissime”. La Lim si commosse e accettò, ringraziò la lavagna e si pentì delle cose brutte che le aveva detto”.

Nel 2030 l’oggetto più tecnologico nelle aule era la Lavagnalim.

Margherita

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C’era una volta una classe bellissima, che se ne andò in palestra. Intanto, dentro la loro aula c’erano una lime una lavagna, che cominciarono a litigare.

La lim cominciò a dire: “Tu non sarai mai migliore di me, io sono meglio!”.
La lavagna rispose: “Tu non sei migliore di me, io funziono sempre, non ho bisogno di fili elettrici. Tu invece hai bisogno di un computer, sennò non funzioneresti”.
La lim controbatté: “Almeno io posso far vedere tutte le informazioni del mondo, per esempio i film, le cose di scuola, posso far vedere tutti i contenuti di guggol…”.

Ma poi la smisero di litigare, perché si accorsero di avere delle cose in comune. Dopo un po’ di tempo si calmarono, proprio mentre la classe tornava dalla palestra.

Lorika

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C’erano una lavagna e una Lim che litigavano per chi era più utile.

La lavagna disse: “Tu senza pc non funzioni e ti servono cavi e rete per funzionare, e una tastiera e un mouse, a me invece servono solo gessetti. E inoltre tu puoi avere problemi tecnici”.
La Lim rispose: “Io posso trovare immagini e suoni, posso navigare su internet e posso calcolare, cioè io so tutto”.

La lavagna disse alla Lim: “Sei solo un accessorio per pc!”.

Rayan

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Un giorno una Lim e una lavagna si incontrarono, si presentarono e poi iniziarono a discutere. La Lim esordì: “Senza offesa, mi sembri un po’ vecchia e sporca, io sono nuova, vado di moda e tutti mi adorano”.

La lavagna rispose: “Potrò non andare di moda e essere vecchia, ma funziono molto bene e conosco bene i bambini dopo tantissimi anni di esperienza, posso dare utili consigli”.

Allora la Lim disse: “Pensa come vuoi, ma tieni conto che io posso fare molte più cose di te: posso cantare, suonare, proiettare foto, tutto quello che serve per far divertire un bambino”. La lavagna ribattè: “L’esperienza non si compra!”.

Bisogna tenere in considerazione le cose vecchie, perché hanno un’esperienza che le cose nuove non possiedono.

Giulia

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L’articolo è a cura di Sara E., Sara M. e Martina.

In copertina un disegno di Christian, della classe 1C (ottobre 2020).

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