L’ultimo uomo sulla Terra… / 2

Lo statunitense Fredric Brown, uno dei massimi scrittori di fantascienza, pubblicò nel 1948 sulla rivista “Wonder Stories” un racconto breve dal titolo “Knock” (tradotto in italiano con il titolo “Toc, toc”), che cominciava così:

“C’è una soave, piccola storia dell’orrore che è lunga soltanto due frasi: — L’ultimo uomo della Terra sedeva solo in una stanza. Qualcuno bussò alla porta…”

Tantissimi, dopo Brown, si sono cimentati nel continuare quel racconto. Lo abbiamo fatto anche noi della 3A (IC Leonardo da Vinci, a.s. 2015/2016), e pubblichiamo qui sul blog i nostri racconti più riusciti:

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L’ultimo uomo sulla Terra era seduto nella stanza. Ad un tratto bussarono alla porta del suo rifugio a Tokyo.

La terza guerra mondiale era stata causata da scienziati che avevano costruito mutanti molto più intelligenti degli uomini, capaci di fare qualsiasi cosa venisse chiesto loro.

Un giorno i mutanti si erano ribellati contro gli uomini perché venivano trattati da schiavi, e da allora scoppiò la terza guerra mondiale, che portò catastrofi in tutto il pianeta e portò anche alla estinzione della razza umana.

I mutanti bussarono alla porta della casa dello scienziato Frederik Collins, ma lui non aprì, così i mutanti furono costretti a sfondare la porta violentemente. Quando i due mutanti presero lo scienziato, egli incominciò a fare molte domande: “Hey, lasciatemi andare! Dove mi state portando, stupidi robot?”, ma i mutanti non si sentirono obbligati a rispondere.

Quando accompagnarono lo scienziato nella loro città gli dissero subito che era il momento di lavorare, e gli dissero che il lavoro che egli doveva svolgere era costruire nuovi mutanti.

Durante la notte, Frederik vide altre persone muoversi, ma non era sicuro che fossero umani, allora si avvicinò per vedere meglio e si accorse che erano veramente degli uomini! Lo scienziato disse loro: “Io pensavo di essere l’ultimo uomo sulla Terra, ma in verità ci siete anche voi!”.

Gli altri uomini gli risposero: “No, noi siamo qui da quando la guerra è finita”.

L’uomo chiese ancora: “Ma, scusate, questi mutanti perché non vi hanno ucciso?”.

Gli uomini dissero: “All’inizio della terza guerra mondiale un gruppo di terroristi islamici decise di incominciare a costruire dei mutanti per vincere questa guerra, e infatti la vinsero. Ma noi, che facevamo parte del loro paese, ci hanno voluto risparmiare, ma a una condizione: continuare a lavorare per loro”.

Frederik tornò nel suo laboratorio che i mutanti gli avevano assegnato per costruire altri simili, quando si rese conto che sarebbe stato meglio non lavorare per i terroristi, ma morire. Frederik prese un coltello e non ci pensò due volte prima di farlo. Frederik si suicidò perché non voleva lavorare per i mutanti e i loro nuovi padroni. Meglio morire che lavorare dalla parte sbagliata.

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SIMONE, 2016

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foto di copertina: Biblioteca delle Arti, Reggio Emilia 2019.

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