Mescolafiaba #2

Continua la pubblicazione delle fiabe di studenti e studentesse delle classi 1D e 1E (IC Leonardo da Vinci, Reggio Emilia, a.s. 2020/2021), scritte durante il laboratorio Mescolafiaba.

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Cenerentola l’eroina

Il padre di Cenerentola partì per un viaggio, ma non tornò perché morì, causando un vuoto in lei, ormai rimasta servitrice delle sorellastre e della matrigna.

Un giorno arrivò una lettera che cambiò la sua vita: la fata madrina la invitava al ballo, quello famoso dove avrebbe incontrato il principe, con il quale alla fine si era sposata.

Ma credo di annoiarvi un po’, quindi vi racconto il vero finale di Cenerentola…

Il principe divenne re. Dopo due anni di matrimonio, Cenerentola non si sentiva accolta, non era il suo destino essere la moglie del re. Proprio per questo, rimaneva spesso in un giardino del palazzo, a canticchiare e ad accarezzare gli animali che si riparavano dal freddo inverno.

Una notte sognò di scappare dal castello per rifugiarsi nel bosco… Ma un rullo di tamburi la svegliò. Sì spavento al rumore intenso e corse, ancora in pigiama, a vedere cosa stava succedendo. Si accorse così che stava arrivando l’esercito di un regno nemico. Il re, già pronto, si ricordò che aveva una moglie e corse a vedere se stesse bene, ma non la trovò, vide solo una lettera in cui c’era scritto: “Mi dispiace di essere scappata, ma avevo paura e non mi sentivo accolta, ci rivedremo”.

Cenerentola scappò nel bosco allontanandosi sempre di più. Nel bosco incontrò due ragazzi che si chiamavano Hänsel e Gretel. Raccontarono a Cenerentola la loro avventura e lei li aiutò a tornare a casa. Dopo questo incontro, continuò a viaggiare nel bosco, nutrendosi di bacche e mele. Dopo un altro giorno, incontrò una ragazzina vestita di rosso, con un cestino pieno di prelibatezze, che si chiamava Cappuccetto Rosso. Stava andando dalla nonnina malata, e Cenerentola la accompagnò. Nel tragitto incontrarono un lupo, Cenerentola aveva capito che non aveva buone intenzioni e così, quando il lupo chiese dove fosse la casa della nonnina, Cenerentola intervenne e gli indicò una strada completamente a caso. Alla fine il lupo andò per quella strada ed era talmente concentrato che cadde giù da un burrone.

Cappuccetto Rosso, arrivata dalla nonna, chiese a Cenerentola di restare, così da poter tornare a casa sana e salva. Tornate a casa, la madre di Cappuccetto Rosso era così felice di vedere la figlia salva che invitò la sua nuova amica nella loro famiglia. Da quel giorno Cenerentola ebbe una famiglia felice.

ELEONORA

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Il viaggio di Biancaneve

In un villaggio c’era una bella fanciulla di nome Biancaneve che viveva con la madre. La madre le diede un compito: andare da sua nonna nel bosco e portarle del cibo, visto che era malata. Le diede una cesta, ma il problema era che non sapeva la strada, quindi la mamma le disse che bastava andare sempre dritto.

Allora, appena uscita dal villaggio, Biancaneve incontrò un uccellino che parlava e gli chiese se poteva aiutarla. Proseguendo nel bosco sentirono dei rumori. Era il Lupo che voleva mangiarla, quindi l’uccellino le disse di correre, perché altrimenti l’avrebbe mangiata. L’uccellino – che qualche anno prima aveva assistito a quella scena di Cappuccetto Rosso – gli sputò in un occhio accecandolo e così scapparono e andarono a casa della nonna.

Però trovarono lì un altro lupo, cioè il fratello di quell’altro, quindi l’uccellino disse a Biancaneve di scappare, ma lei prese un coltello dalla cucina e lo lanciò contro il lupo uccidendolo. Infine, trovarono la nonna legata al letto, la slegarono e vissero tutti felici e contenti.

RICCARDO

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Porta Ricordi

C’era una volta un bambino che al suo compleanno ricevette in regalo un soldatino di stagno, e lo mise sul comodino.

Il soldatino conobbe la ballerina, che viveva in un castello di carta, ma conobbe anche altri giocattoli che aveva il bambino. Di sera, mentre il bambino dormiva, apparve una porta che si aprì, e il soldatino cadde nella porta.

Oltre la porta c’erano i ricordi del soldatino: si ricordava della matrigna che li aveva fabbricati, ma erano così piccoli che li aveva buttati fuori. Poi comparve la fata che li impacchettava e li portava in questa casa, proprio questa dove era adesso il soldatino.

Dopo questi bellissimi ricordi, vide la vecchia della fontana, che gli diede la magia per far muovere le gambe. Ma il soldatino non aveva due gambe, ne aveva una sola, non era in equilibrio e cadde giù dal comodino. Per fortuna non era fragile.

ZILIN

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La grande indagine del falegname

Vi racconto una storia, una delle mie prime indagini. Ero un falegname investigatore con due figli, e un giorno fui contattato dalla polizia. L’ispettore mi riferì che dalle indagini svolte risultava che Cappuccetto Rosso aveva commesso un omicidio. A morire era stato il lupo, un mio vecchio amico.

Sulla scena del crimine avevo sentito un odorino di mirtillo, però non ci feci molto caso. Come prima cosa dovevo trovare prove. Mi avevano detto che l’addestratore di serpenti, un vecchio cinese, passava spesso nel bosco, quindi mi sembrò un buon punto di partenza.

“Allora, sai qualcosa, amico?”.
Lui perplesso rispose: “Ti prego, lasciami stare. Non so niente, io. Giuro sui miei serpenti”.

Lo lasciai andare, mi sembrava una persona buona. Come secondo testimone avevo Giafar, un ragazzo egiziano che conoscevo da una vita.

“Amico dai, dimmi quello che sai”.
“Va bene, ho visto un velo rosso impigliato nel bosco proibito, proprio stamattina”.
“Bingo! Grazie piagnucolone, ma perché piangi?”
Mi lasciò con il suo mistero: “No, no, no… forse in un altro caso”.

Ma prima di andare dovevo mettere su una squadra, avevo scelto Hänsel, mio figlio, e Cenerentola, una ragazza poveraccia sua amica: “Allora andiamo?”.

Andammo da Cappuccetto Rosso, che stava raccogliendo dei frutti nel bosco col suo cestino. La chiamai: “Dove sei?”.
“Sono qua, dimmi, ma prima vuoi un pezzo di torta?”.
“Cosa!?”.
“Un pezzo di torta, cosa pensavi che facessi?”.

Avevo capito che era mirtillo, non sangue. Così ne parlai con Cappuccetto Rosso, e mi spiegò che mangiare troppi mirtilli del bosco proibito faceva stoppare il cervello. Non sapeva per quale motivo l’avevano incolpata, quindi la salutai e me ne andai. Spensierato ripensai a tutte le indagini che avevo fatto, per uno stupido mirtillo. E da quel giorno vissero tutti felici e contenti, con la torta ai mirtilli di Cappuccetto Rosso.

Era stata un’indagine faticosa, ma come sempre ce l’ho fatta. La mia storia finisce qui, alla prossima.

RAIEN

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Nell’articolo i disegni di Eleonora, Riccardo e Zi Lin (dicembre 2020).

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