Per fare una poesia dadaista

Nella 3D e nella 3E (a.s. 2016/2017) ogni settimana c’era un’ora di geografia dedicata alla lettura dei giornali. Molti sceglievano il proprio articolo su una testata online, ma una decina di alunni arrivava in classe con voluminose copie cartacee che – dopo aver rtitagliato gli articoli utili da commentare – finivano inevitabilmente nella raccolta differenziata…

Che spreco di parole! Una volta leggemmo alla Lim “Per fare una poesia dadaista”, di Tristan Tzara (1918):

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Prendete un giornale.
Prendete delle forbici.
Scegliete nel giornale un articolo della lunghezza che desiderate per la vostra poesia.

Ritagliate l’articolo.
Ritagliate poi con cura ognuna delle parole che compongono l’articolo e mettete le parole in un sacchetto.

Agitate dolcemente.
Estraete le parole una dopo l’altra, disponendole nell’ordine in cui sono uscite dal sacchetto.

Copiate scrupolosamente.
La poesia vi somiglierà.
Ed eccovi diventato uno scrittore infinitamente originale e di incantevole sensibilità, benché incompresa dal volgo.

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E così trascorremmo la fine dell’ora riciclando parole buone per poesie in stile dada. Fatelo anche voi, ogni tanto, è rilassante. In copertina c’è la poesia di MATILDE, qui sotto quelle di CAMILLA e CAROLINA, VIOLA, SARA, KEVIN, GIORGIA, ALBINA e TABATA, RICCARDO, SOFIA, ALICE e altre e altri…

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