S.O.S. Superamici: Operazione Salvabici

Le classi 2D e 2E (IC Leonardo da Vinci, Reggio Emilia, a.s. 2021/2022) stanno studiando il genere avventura, e hanno provato un laboratorio di scrittura. Comincia qui la pubblicazione dei loro racconti. Il primo è opera di un gruppo della classe 2E:

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Siamo in tre: io, Jack e Leo. Ci conosciamo da quando sapevamo appena camminare. Jack è il mio migliore amico da sempre, e quando dico sempre, intendo proprio sempre. Jack è una di quelle persone che hanno sempre la battuta pronta e agisce con superficialità, mentre io prendo molto sul serio le mie responsabilità e quando sono di cattivo umore Jack riesce sempre a tirarmi su di morale. Quando però è indignato sa esattamente cosa fare e ottiene sempre quello che vuole. Leo è esattamente il contrario: esita sempre, è insicuro e ha sempre paura di tutto, nulla escluso. Io mi autodefinisco una via di mezzo tra i due: ragiono prima di fare le cose (al contrario di Jack), ma so quando c’è bisogno di agire e, soprattutto, non ho paura di agire. 

Era un pomeriggio soleggiato ed eravamo riuniti nel giardino di Leo, una settimana dopo il furto della bici. Avevo appena chiamato la polizia ma non mi avevano preso sul serio. Eppure la bici me l’avevano rubata veramente. Era una mountain bike rossa fiammeggiante e c’ero affezionato  perché me l’aveva regalata al mio compleanno mia nonna . Jack, che di solito è il più allegro di tutti, ora era il più indignato:

-Non è possibile! Se la polizia non vuole indagare, vorrà dire che lo faremo noi!

-Sei sicuro? Forse non dovremmo… Sono cose da adulti… – ribatté Leo, che come sempre aveva paura.

Ma Jack era convinto: 

-Certo che dobbiamo! Cosa ne pensi Max?

Lo guardai con aria indecisa:

-Leo ha ragione, forse non è una buona idea… 

Il dibattito andò avanti per mezz’ora ma alla fine giungemmo alla conclusione che il giorno successivo ci saremmo rincontrati per cominciare l’indagine. 

Il giorno dopo Jack, insieme a Leo, suonò al mio campanello con l’idea di andare a cercare nella vecchia fabbrica abbandonata che si trovava nei dintorni del nostro quartiere.

Abitiamo in periferia, in un quartiere in cui abitano molte famiglie con dei bambini. Quasi tutte le case presentano un giardino e intorno alla zona abitata si trovano soprattutto parcheggi e, appunto, fabbriche abbandonate. Dentro la fabbrica c’era odore di chiuso e di pittura. Non presentava finestre e si vedeva a malapena. Intravidi però dei vecchi scatoloni vuoti e malridotti. Leo tremava per la paura e per sbaglio fece cadere uno scatolone. Sobbalzai, ma non per gli scatoloni bensì perché sentii dei passi. 

-Nascondetevi!- sussurrai, -Arriva qualcuno!!

Ci nascondemmo proprio dietro gli scatoloni caduti e sentimmo una potente voce femminile chiedere:

-Ti sei portato dietro qualcuno?

-No! Sono da solo!- rispose un’altra voce -Possiamo concludere l’affare? 

-Aspetta, questi scatoloni sono stati spostati.

Allora la ragazza guardò dietro gli scatoloni e ci scoprì. Leo lanciò un urlo e iniziammo a correre. Eravamo più piccoli dei ladri ma molto più veloci e i numerosi scaffali presenti nella fabbrica crearono come dei piccoli vicoli che ci aiutarono a seminarli. Jack, che era l’unico col telefono, chiamò di nuovo la polizia, nella speranza che stavolta ci avrebbero ascoltati. Ma fu anche peggio: non risposero neanche, allora lasciammo un messaggio alla segreteria telefonica chiedendo aiuto. Ci nascondemmo in una stanza piena di grandi computer vecchi e sgangherati che ogni tanto facevano rumori strani. Si trovavano sopra una decina di grandi scrivanie polverose e le sedie erano scomode e piene di schegge. Appena entrato, l’odore di chiuso e muffa mi riempì le narici. Nonostante la penombra, vidi decine di ragnatele, ragni compresi. Leo si era nascosto sotto una grande scrivania, aveva la faccia pallida. Non ne ero sicuro, ma pensavo stesse tremando, un po’ per il freddo ma soprattutto per la paura. Sussurrando e con la voce tremolante mormorò:

-Lo sapevo che non dovevamo indagare! Guardate in che guaio ci siamo cacciati! 

-È per la bici di Max! Vero Max?!- Jack mi guardò convinto. Si aspettava una mia risposta, ma visto che non sapevo cosa controbattere feci cenno di fare silenzio e, controvoglia, anche Jack si mise a sedere ad aspettare. 

Fu un’attesa lunga e snervante. Dopo qualche minuto sentimmo dei passi avvicinarsi, sembrava che qualcuno stesse correndo. Udimmo delle voci gridare:

-Fermi! Polizia!

In quel momento avrei voluto lanciare un urlo di gioia, ma Jack mi fece cenno di stare in silenzio. Dopo altri minuti che sembrarono durare un’eternità, la porta della stanza si aprì: erano i poliziotti con i fuorilegge in manette e la mia bici tra le mani! Avevano tutti il fiatone e la ladra aveva un ginocchio sbucciato. Aveva dei lunghi capelli biondi e degli occhi azzurri con uno sguardo di ghiaccio, era alta e snella, a mio parere. Ci squadrava con lo sguardo mentre provava a liberarsi dalle manette, ovviamente senza riuscirci. Il suo compagno invece aveva uno sguardo rassegnato, credo che stesse già pensando alla galera. I poliziotti invece ci guardarono con uno sguardo di simpatia e ci portarono a casa nella macchina della polizia blu e bianca in cui avevo sempre sognato di fare un giretto. Ma per la tensione dell’avventura appena vissuta non riuscii a godermela. Una volta a casa, fui felice che l’avventura si fosse conclusa. 

Ripensandoci, fu un’avventura spettacolare. Sono contento di aver ritrovato la bici e Jack a scuola non fa altro che raccontare la storia a chiunque incontri. Leo invece è ancora terrorizzato e penso che per un po’ starà alla larga da film polizieschi.

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SARA VDB, GIANNA, CHRISTIAN, RAIEN, WALI, 2021

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In copertina: sottopasso della stazione centrale di Reggio Emilia, 2021.

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