Storie di fantascienza, metafore della realtà / 1

Nel mese di novembre, al termine del modulo di italiano sul genere fantascienza, alunne e alunni della classe 3D (IC L. da Vinci di Reggio Emilia, a.s. 2019/2020), hanno scritto dei testi argomentativi. Qui abbiamo raccolto alcuni dei loro pensieri:

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Io personalmente non sono un’amante del genere, ma visto con un occhio di una persona esperta può diventare molto interessante ed educativo.

NATASHA

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Secondo me la fantascienza viene capita veramente solo a una certa età, perché non è infantile. Molti pensano che sia adatta ai bambini, ma quella non è la vera fantascienza. Perché un bambino non riesce a trovare un collegamento tra racconto e vita reale. Anch’io, prima di approfondire questo genere, pensavo fosse solo una questione di robot, pianeti… non avevo la consapevolezza di capire il vero significato nascosto del genere. Infatti una cosa che è indispensabile per leggere sf è la consapevolezza […]. Un altro aspetto che viene raccontato nei libri (film) di sf è quello politico-sociale. I sogni di Billy rappresentano il sentirsi in colpa di Kurt (Vonnegut, ndr), per essersi offerto di andare in guerra. Lui si è fatto una domanda: ma è giusta la guerra? Noi uccidiamo persone innocenti, bambini e famiglie. E’ di questo che si è pentito […]. La fantascienza proietta nel futuro i problemi del presente. E’ un modo per studiare avvenimenti, anche storici, in modo più divertente ed appassionante. Io consiglio la fantascienza a ragazzi della nostra età, perchè è l’età in cui dovremmo iniziare a essere consapevoli.

SARA

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La fantascienza per me è un invito a cambiare il nostro carattere, il nostro modo di fare. Fa capire quanto noi pensiamo di essere grandi e potenti, ma poi arriva Thang (un dio nel racconto omonimo di Martin Gardner, ndr) e si mangia la Terra; questo fa intuire quanto noi umani siamo piccoli, ma secondo noi così grandi […]. Uno dei miei testi preferiti è Margherithe (di Fredric Brown, ndr) perché… non c’è un perché! Forse per una scoperta piuttosto comica, ma la parte più bella è il finale: non avrei pensato una fantascienza comica prima di approfondire l’argomento […]. Un’altra cosa che mai avevo pensato prima sono gli scienziati/scrittori, cioè uno scienziato scrive i suoi contenuti, imparati nel suo mestiere, e li trasforma in fantascienza […]. La fantascienza è il futuro/presente.

BARBARA

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Libri di fantascienza, prima che iniziassimo a studiarla a scuola, non mi sembra di averli letti, ma film qualcuno sì, ma non mi entusiasmavano così tanto. Ma dopo averla studiata in classe penso che mi piaccia di più, perché mi piace questa cosa che ha sempre il doppio significato e mi piacciono molto le storie d’avventura, infatti la fantascienza è un romanzo d’ avventura […]. Spesso la fantascienza tratta di storie facendo dei flashback o dei flashforward, che finiscono con dei colpi di scena che possono far riflettere, come in Sentinella (di Fredric Brown, ndr): parla di un soldato che non riesce a dimenticare il verso che fanno i suoi nemici prima di morire. Durante la lettura, il prof si fermava prima della fine e ci faceva fare un’ipotesi sul possibile finale, quasi tutti pensavano che fosse l’umano a parlare dell’alieno, ma invece era l’alieno a parlare dell’umano […]. Gli scrittori di fantascienza spesso sono scienziati che possono scrivere delle loro ricerche o anche inventare storie, come la scrittrice Nancy Kress, che ha scritto Coccolare Amy. In questo racconto si parla di una famiglia che aveva una figlia di nome Amy. Un giorno Amy viene portata via dalla polizia perché credono che lei abbia fatto degli atti di vandalismo. Amy torna a casa, litiga con i suoi genitori, che decidono di cacciarla di casa e di andare alla clinica della fertilità per fare una nuova Amy. Penso che il messaggio sia che la madre non riuscisse a controllarla da adolescente e quindi decide di avere una Amy piccola e obbediente […]. Io quando guardavo film di fantascienza, alla fine non pensavo a niente, non mi aspettavo che in qualche modo volessero parlare del presente. La fantascienza non parla del futuro per provare a “beccare” prima degli scienziati un’invenzione. Non parla del futuro, che è una metafora, ma parla di esso riferendosi al presente.

KINE

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L’elemento essenziale che una storia di fantascienza deve avere per essere considerata tale è essere ambientata in un tempo diverso dal nostro, e nel caso si tratti del passato deve avere delle differenze da quello che conosciamo, oppure può essere un presente peggiore dal punto di vista della società (distopia) o migliore (utopia) […]. Io penso che la fantascienza sia un genere affascinante perchè – anche se non ha mai azzeccato il vero futuro – ci trasporta in un mondo diverso, più bello e più brutto, per farci scappare dalla realtà e da tutti i problemi in essa. Ma dopo averla studiata per più di un mese, ho capito che la fantascienza proietta in un altro luogo immaginario i problemi del momento e le paure del momento […]. Secondo me la fantascienza dovrebbe essere anche più letta e adesso che ho imparato tutti questi aspetti del genere leggerò i libri in modo diverso e probabilmente li capirò meglio. Se un libro è ambientato in un altro pianeta potremmo anche vedere tutto dal punto di vista di un alieno, come in Sentinella, dove gli alieni schifosi e crudeli in realtà sono gli umani descritti dall’abitante di un altro mondo in guerra con la Terra. Uno dei miei film di fantascienza preferiti è Interstellar (di Christopher Nolan, ndr) un film molto complicato e difficile da capire che parla della Terra che si sta inaridendo e la polvere ricopre tutto. Così il protagonista decide di imbarcarsi nell’ultima spedizione spaziale per trovare un mondo simile alla Terra, ma finisce in un luogo oltre il tempo e lo spazio, una specie di archivio spazio-temporale, ma penso di dover rivederlo adesso che so molto di più sulla fantascienza, e forse ci capirei qualcosa in più.

RODRIGO

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In un racconto o film si devono capire alcune cose fondamentali. Per prima cosa l’ambientazione o la metafora dell’ambientazione […]. La fantascienza l’ho incontrata per la prima volta vedendo un film del 1985 che si chiama Ritorno al futuro (di Robert Zemeckis, ndr), però ci fu un problema: non avevo capito un emerito niente! Ma quando abbiamo iniziato a introdurci nella fantascienza, e con la lezione di Luca (Luca Melegari, direttore della Biblioteca Ospizio, ndr), ho capito veramente tante cose […]. Per il grande pubblico ci sono e ci saranno solo Star Wars, ecc., però per i ragazzi o per i lettori avanzati sono perfetti i racconti che abbiamo letto. Se entri nel mondo della fantascienza e la capisci, non ne uscirai più fuori.

FILIPPO

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Io penso che la fantascienza serva alla vita, perché puoi scoprire delle cose anche se sono finte, fantastiche. Mentre leggo delle storie come Thang capisco che la fantascienza può essere anche comica e tragicomica, perché Thang prende in mano la Terra e la mangia; è tragicomico perché dopo che Thang ha mangiato la Terra arriva un altro dio che è mille volte più grande di lui e lo mangia. E’ uguale nel mondo realistico, dove uno forte batte uno scarso e dopo arriva un altro che lo batte.

KAI

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In ogni racconto c’è una metafora basata sulle esperienze di vita dello scrittore. Ad esempio Kurt Vonnegut ha vissuto nella guerra e ha scritto i sogni di Billy, […] che rivede la guerra al contrario […]. Gli scrittori della fantascienza (soprattutto quella robotica) usano un linguaggio specifico e se si inventa qualcosa, si inventa anche il suo termine specifico […]. La vera domanda della fantascienza è: “Ma questo è adesso?”. E’ la domanda che si pone Agatha in Minority Report (film di Steven Spielberg, ndr). La vicenda si svolge ora? La risposta è sì, perché la fantascienza è tutta una metafora. Ad esempio, Felicità coniugale tra le braccia di Morfeo (racconto del 1982 del cinese Wang Ya Hua, ndr) ha tre metafore: la prima è lo sfruttamento delle donne cinesi; la seconda è la Cina che si sta sviluppando (da periferia a centro del mondo); la terza è nel finale, quando Li Li (una moglie robot, ndr) se ne va via dal suo padrone, e rappresenta le donne che si ribellano.

BIANCA

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Quando il prof ha detto: “Affrontiamo l’argomento fantascienza” io ero un po’ annoiata perché ero abituata a pronunciare il termine fantascienza per i film come Star Wars, film “da bambini”. Ero molto demoralizzata perché dentro di me pensavo che questi argomenti da bambini si affrontano in terza elementare. Approfondendo l’argomento ho capito che la fantascienza può essere tutt’altro. E’ un genere che mi appassiona molto, anche se prima non leggevo molti libri […]. Noi possiamo intendere la fantascienza come modello da raccontare ai bambini prima di andare a letto, per non far fare loro brutti sogni, ma invece è tutt’altro: ci fa riflettere sulle nostre azioni compiute, ci fa venire a volte mal di testa per tutte le domande che ci poniamo, ci dà alcune volte un sostegno morale […].

GIORGIA

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Dopo aver studiato per un mese e mezzo la fantascienza ho capito che in questa tipologia di testo i problemi di adesso o del passato vengono rivolti nel futuro […]. Nel racconto “I sogni di Billy” (tratto da Mattatoio n°5, di Kurt Vonnegut, ndr) l’autore ha scritto un libro autobiografico: egli si ritrae nel protagonista, ma nel futuro, dove viene rapito dagli alieni, mentre nel passato viene fatto prigioniero dai tedeschi nella 2° guerra mondiale.

LUCREZIA

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Prima che iniziassimo questo genere, non mi piaceva molto, ma adesso mi sta piacendo sempre di più e cercherò di leggere più libri e guardare dei film inerenti […]. Tra i brani che abbiamo letto mi è piaciuto molto La prima legge (di Isaac Asimov, ndr): parla di un robot chiamato Emma Due che non obbedisce a un ordine umano, infrangendo così la prima legge della robotica. In questo brano c’è anche il rapporto madre/figlio, perché Emma Due non obbedisce all’ordine per salvare suo figlio, che pareva all’uomo un cucciolo delle nevi.

LORENA

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Lo scrittore si basa su due meccanismi: l’effetto dello straniamento, cioè scambiare l’assurdità per banalità, e il colpo di scena finale, cioè quando lo scrittore riesce a cambiare il tuo punto di vista finale e ti fa restare sbalordito, perché questo finale non te lo saresti mai aspettato. La fantascienza vuole far riflettere sul destino dell’umanità […], è una metafora in tutto e per tutto perché racconta cosa stiamo facendo noi adesso, mettendolo nel futuro. La gente che non ha studiato questo genere non può capire che il racconto sta parlando di adesso, perché non è preparata. Io ho letto un libro che si chiama La gabbia (di Alexandre Postel, ndr) che è un racconto che va completamente fuori dagli schemi, cioè non segue nessuna regola ma la metafora c’è sempre, perché la fantascienza ci deve far anche riflettere e non solo farci dire “che bella storia”, ma ci deve cambiare […]. Noi abbiamo bisogno della fantascienza perché abbiamo bisogno di credere in cose impossibili o in eroi, perché noi umani abbiamo bisogno di sapere un futuro diverso che si può realizzare. Come in Nosedive, noi giovani siamo molto vicini a questo mondo perché ormai siamo controllati dai social. Una cosa che non mi piace della fantascienza è che la metafora/messaggio è quasi sempre uguale, perché ci vuole far vedere come noi umani sbagliamo sempre in quello che facciamo.

REBECCA

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Ho capito che la fantascienza è ricca di significati, mentre prima leggevo e non capivo il significato.

DAVIDE

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Secondo me la fantascienza è un genere affascinante e interessante. Quando ho introdotto la fantascienza nel mio studio ha iniziato a piacermi molto, perché riesce molto bene a creare nuovi personaggi, come in Zoo (di E. D. Hoch, ndr); perché mischia i vari generi, emozioni e sentimenti, come in Minority Report, in cui ci sono scene un po’ drammatiche che vengono sdrammatizzate creando una situazione “comica” […]. La fantascienza tecnologica vuole parlarci dei problemi dell’umanità (hard science fiction = hsf), la fantascienza sociale ci vuole far riflettere su come la tecnologia e la storia hanno influenzato la nostra società e la cultura (social science fiction = ssf). Però, detto questo, secondo me un buon testo di fantascienza deve contenere un po’ di tutto.

FRANCESCO

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Studiare la fantascienza mi ha fatto capire che la maggior parte degli scrittori di libri di fantascienza sono scienziati, perché loro studiano, sanno cosa può succedere nel futuro e perciò hanno più idee.

FAVOUR

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Il genere fantascienza non mi ha mai affascinato né nei film né nei libri, ho incominciato a leggerli quest’anno, studiando […]. A me continua a non piacere perché non è il mio genere, non mi piace come finiscono i racconti, restano sempre in suspense e non mi piacciono i racconti così. Gli unici due racconti che mi piacciono sono Nosedive, perché ti suscita un pensiero che sta diventando realtà e bisogna fare qualcosa, e Felicità coniugale tra le braccia di Morfeo, perché mi trasmette un messaggio molto positivo: la donna (che sia un robot o no) non deve mai sottomettersi all’uomo e deve sempre mostrare la propria intelligenza, non deve avere paura di dire quello che pensa e non deve avere paura di innamorarsi, ecco perché mi piace questo racconto.

AIDA

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Io mi sono fatto una domanda: perché continuare a leggere i libri di fantascienza oggi se tanto sono dei mondi che non esisteranno mai? In questi giorni ho cercato di darmi una risposta, ma è molto difficile trovare una risposta ben precisa. Io mi sono risposto così: la fantascienza sarà un mondo che non esisterà mai, ma il bello della fantascienza è che ci puoi mettere dentro quello che vuoi, quello che immagini.

DIEGO

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Un buon testo o un bel film devono seguire elementi precisi. Per esempio: un futuro simile al nostro presente, magari su un altro pianeta, ma con riferimenti al nostro tempo, come in Tutta l’estate in un giorno (di Ray Bradbury, ndr); oppure completamente diverso ma con la morale che sembra utile per la nostra vita quotidiana, come in Thang […]. La fantascienza è il genere perfetto perché contiene tutti gli altri generi […]. Il mio brano preferito di questo genere non esiste, perché mi piacciono un po’ tutti in generale e consiglio a tutti, anche a coloro a cui fa schifo, di provare minimo una settimana a studiare un po’ la fantascienza, perché dopo un minimo studio te ne innamori.

EDOARDO

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Tutte le immagini dell’articolo sono studi sul colore della classe 3E dell’IC L. da Vinci (a.s. 2017/2018)

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