La camera oscura del fascismo

Tra i docenti è opinione comune, nonché errata, che le immagini siano un mezzo più immediato e più “semplice” per insegnare e apprendere la storia. Lo studente – si afferma – può “vedere” la storia riflessa e raccontata dalle immagini. Nella ricerca storica, invece, le immagini rappresentano una tipologia di fonte che – come del resto tutte le altre – deve essere opportunamente analizzata, interpretata e confrontata con altre fonti per restituire un frammento di verità storica o per essere una “tessera” di un puzzle più ricco e complesso che solo il metodo storico può rendere intellegibile.

Questo laboratorio, svolto nel mese di marzo del 2023 dalle classi 3D e 3E dell’IC Leonardo da Vinci di Reggio Emilia, è un compito di realtà. Divisa la classe in gruppi, si consegna a ciascun gruppo un pacchetto di una trentina di fotografie provenienti da giornali e riviste di epoca fascista. Avendo quattro sale a disposizione, i gruppi devono allestire una mostra sul fascismo, completa di titoli, didascalie e pannelli esplicativi.

Mentre ragazzi e ragazze studiano come disporre le foto, si fornisce loro un documento scritto – le Direttive per la stampa, redatte dalla Presidenza del Consiglio – che getta una luce nuova sul materiale iconografico. Inoltre, per dar modo di arricchire e rendere il racconto della mostra una “storia densa” e problematica, vi si aggiungono altre foto provenienti da archivi privati, mai passate attraverso il “setaccio” della censura di Stato.

Come valutare questo laboratorio? Le studentesse e gli studenti che hanno prodotto le mostre – disposte poi lungo i corridoi della scuola – sono stati invitati a fare da “guida museale” ad altri più piccoli, delle classi prime e seconde. Successivamente, sono stati questi ultimi ad essere “interrogati” dai docenti. Il loro grado di consapevolezza dimostrava dunque quanto i primi fossero stati efficaci nel comunicare ciò che avevano studiato.

Questo laboratorio – ideato dall’Associazione Historia Ludens – è stato condotto dal prof. Marco Cecalupo, con la collaborazione dell’educatrice Alessia Ferrari.

Tutte le immagini utilizzate provengono da:

  • Renzo De Felice, Storia fotografica del fascismo, Laterza, Bari 1981.

Se sei un* docente e vuoi approfondire il tema delle fonti iconografiche nella ricerca storica:

  • Francis Haskell, Le immagini della storia. L’arte e l’interpretazione del passato, Einaudi 1997 (ed.or. 1993).
  • Carlo Ginzburg, Miti, emblemi, spie. Morfologia e storia, Einaudi 2000.
  • Peter Burke, Testimoni oculari. Il significato storico delle immagini, Carocci 2002 (ed.or. 2001).
  • Adolfo Mignemi, Lo sguardo e l’immagine. La fotografia come documento storico, Bollati Borignhieri 2003.
  • Adolfo Mignemi, A proposito di alcune mostre: “Art Life Politics” e il regime fascista, Novecento.org, 2020.
  • David Hockey, Martin Gayford, Una storia delle immagini, Einaudi 2021.
  • Germano Maifreda, Immagini contese. Storia politica delle figure dal Rinascimento alla cancel culture, Feltrinelli 2022.

Sul laboratorio didattico con documenti iconografici:

  • Elena Musci, Il laboratorio con le fonti iconografiche, in Paolo Bernardi (a c. di), Insegnare storia. Guida alla didattica del laboratorio storico, Utet 2006.
  • Antonio Brusa, L’atlante delle storie, 2 voll., Palumbo 2010.
  • Antonio Brusa, Una grammatica delle immagini: la cultura iconografica tra manuali e didattica della storia, in “Visual History”, 3, 2017, pp. 145-56.
  • Antonio Brusa, Le foto iconiche: immagini-mondo e strumenti di formazione storica, in “Visual History”, 6, 2020, pp 121-138.
  • Antonio Prampolini, Visual History. L’uso didattico delle fonti iconografiche. Sitografia, Historialudens.it, 2021.

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