La casa che mi porta via

Sophie Anderson, La casa che mi porta via, Rizzoli 2021 (tit. or.: The house with chicken legs, 2018).

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Marinka desidera più di qualunque cosa un amico, un vero amico in carne e ossa. Ma è difficile averne uno quando si vive in una casa con le zampe da gallina dove si incontrano solo i morti…

Sophie Anderson scrive i suoi libri mettendoci dentro le fiabe russe che le raccontavano quando era bambina. Baba Yaga è il personaggio che accompagna i morti al “cancello” e li porta a fare l’ultimo viaggio prima di andare alle stelle, viaggia di paese in paese con una casa con le zampe da gallina.

La storia parla della libertà di decidere chi essere. Il finale è inaspettato e molto poetico in confronto con il resto del libro.

“Be’ a volte ci si sente soli pure a scuola, anche se sei in mezzo agli altri”. “Come è possibile sentirsi soli in mezzo agli altri?”.

Queste frasi – che in mezzo al libro non si notano – danno un messaggio che per me è molto importante: il fatto di essere in compagnia non vuol dire per forza sentirsi bene, a volte sembra di stare da soli.

SERENA, 2023

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In copertina: Ivan Jakovlevič Bilibin, “Baba Yaga e le fanciulle-uccello” (1902). Illustrazione per una fiaba russa. Carta, acquerello, tempera, matita, 46,4×61,8 cm. Museo Pushkin, Mosca (Russia). Tratta da Wikimedia Commons (Public Domain).

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