La mia ombra

Immagina che la tua ombra esista: non è solo la zona di oscurità prodotta dal tuo corpo in piena luce, ma qualcosa che esiste, ha una sua personalità, c’è anche quando non si vede ed è sempre appiccicata a te, partecipando a ogni tua azione. Immagina allora che l’ombra racconti, in prima persona, la vita che la obblighi a condurre, parli di te, ti giudichi, si sfoghi, si lamenti, citi i momenti piacevoli e quelli sgradevoli della sua giornata, vari episodi particolari e qualche ricordo che le è rimasto impresso, concedile la parola e scrivi che cosa direbbe di te, che cosa racconterebbe, come ti giudicherebbe. 

Questa era la traccia di un tema di italiano in 3D (IC Leonardo da Vinci di Reggio Emilia) nel mese di gennaio 2022. Questo è uno svolgimento:

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Non capisco lo stato d’animo di quelle numerose persone che vorrebbero essere invisibili, magari perché si reputano brutte o perché vengono prese in giro… Ma loro non sanno cosa significa essere un fantasma, anzi, essere nulla. Io darei tutto per essere vista, ascoltata, capita da un amico. Ma certo, facile, la mia piccola umana ripete continuamente: “Nessuno mi capisce, sono sola, sono brutta!” E io che dovrei dirle? Non sa quanto vorrei prendere il suo posto, vivere la sua vita e sentirmi sola quanto lei. Io sono così innamorata della sua vita, di cui lei si lamenta; sono così attratta dalla luce che emanano i suoi cari quando la vedono, luce che a lei non interessa; sono così tanto affascinata dalla gioia che lei prova quando apre un regalo, che magari passati due giorni è già scontato. Lei non si rende conto della bellezza, la vede solo nelle cose che non ha, nella persona che vorrebbe essere. Ma non capisce che percependo solo questo, la vita sarà sempre più buia, più dura e più scontata. Lei mi obbliga ad assistere alle sue gioie e poco dopo alle sue sconfitte, alle sue vittorie e subito dopo al più bugiardo dei pianti. Io sono le emozioni che lei non conosce, sono quel punto di vista da cui lei non può vedere, sono il suo riflesso sfocato e pieno di catene che non permettono di fuggire.

Ci sono momenti in cui si sente perfetta, bella e sicura di sé; e momenti in cui si sente brutta, grassa, uno schifo. Giorni in cui sta sola chiusa in una stanza buia; giorni in cui va in giro con dieci amiche. La odio per ciò che mi fa sentire, ma più la guardo e più mi rendo conto di voler essere come lei. Ella va guardata con occhi diversi, ha bisogno di essere sempre vista nel suo lato migliore, ha bisogno della persona che non ha. E forse anche io ho bisogno di lei. La osservo da tutta la vita, siamo cresciute insieme, l’ho guardata per giorni e giorni, e per anni mi sono chiesta a cosa potrei mai servirle. Ogni suo movimento è anche mio, ogni sua scelta, ogni sua pazzia, io sono con lei. E mentirei affermando di non stancarmi mai di esserle accanto, detesto quando non è felice, quando si sente sola, quando si chiude in una stanza buia, perché so di non poter fare nulla. Però non rinuncerei mai alle giornate trascorse in campagna a correre coi capelli abbandonati al vento, alle mattine in cui si sveglia impulsiva e poi pian piano risveglia il suo lato dolce e simpatico, ai pomeriggi che trascorre a leggere, a pensare e a farsi domande sulla vita, alle notti che passa a scrivere quei libri che sogna di poter pubblicare ma che tiene nascosti. Alla fine, queste catene, le sente anche lei. Sente il peso di tutte le scelte sbagliate, di tutti quei pianti a vuoto, di tutti quei commenti che la giudicano insensibile e crudele. Ora ho capito che forse, per un giorno, lei vorrebbe sentirsi me.

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LAURA, 2022

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In copertina: un’opera involontaria ai Musei Civici di Reggio Emilia, 2014 (foto di Marco). Nell’articolo un disegno anonimo trovato a scuola, dicembre 2020.

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