L’Italia in una cena

Questo lavoro di gruppo ha coinvolto le classi 3D e 3E nel mese di ottobre 2022, in preparazione al viaggio d’istruzione a Torino. La consegna era realizzare un testo che richiamasse il romanzo storico – quello che Alessandro Manzoni chiamava “vero poetico” – ma che avesse anche un tono comico. Si è deciso tutti insieme che la cena si dovesse ambientare in un ristorante della prima capitale d’Italia nel 1859, con i protagonisti di quella stagione storica. Quando ho chiesto agli alunni in quale materia dovesse essere valutato, hanno risposto: Italiano, Storia, Educazione Civica.

Nel secondo racconto, la conversazione si fa sempre più accesa, fino a quando…

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L’ingresso del Ristorante del Cambio [Piazza Carignano, Torino]

Erano le sei e mezza e il ristorante del Cambio, il migliore di Torino, era già aperto da mezz’ora. Cavour, l’organizzatore della cena, era arrivato per primo e si era seduto al suo tavolo preferito, come sempre d’altronde.

Ad un certo punto vide due sagome in lontananza, gli venne spontaneo fare un inchino, finché non si accorse che quelli non erano Vittorio Emanuele II di Savoia e Napoleone Bonaparte III, ma un generale di nome David Petit e il fratello di Vittorio Emanuele II, Ferdinando. Cavour non aveva mai incontrato Ferdinando, che aveva dei lunghi baffi che sporgevano dal viso dall’espressione seria, i capelli molto corti e gli occhi scuri.

Cavour: – Perché non sono presenti Vittorio Emanuele II e Napoleone III?

David: – Napoleone ha cose migliori da fare anziché mangiare in questo sporchè restaurant.

Cavour: – Questo è il miglior ristorante di Torino!

Ferdinando: – Emanuele è terrificato all’idea di una possibile sparatoria…

Arrivarono anche Mazzini, Garibaldi e D’Azeglio e tutti insieme si sedettero al tavolo. Cavour iniziò a parlare con un tono calmo e rilassato: – Allora, parliamo di roba seria… che vino prendiamo?

Mazzini: – Io sarei stato chiamato per parlare di politica e non per fare il sommelier…

David: – Poi si sa che il vino francese è cento volte meglio.

Cameriere: – Allora, desiderano da bere i signori?”

Ferdinando: – Beh… visto che nessuno si fa avanti, sarò io a scegliere… Della vodka, per favore.

Il cameriere, dopo aver preso anche l’ordine del cibo, andò in cucina.

D’Azeglio: – Io La rispetto in tutto, ma non per il suo gusto in fatto di alcol.

David: – Sono pienamente d’accordo.

Vittorio Emanuele II [Palazzo Reale, Torino].

Passarono cinque minuti di totale silenzio, il primo a farsi avanti fu Garibaldi, con fare dubbioso.

Garibaldi: – Allora… chi vuole iniziare a parlare? Di vera roba seria, stavolta.

Cavour: – Visto che ho organizzato io tutto, e senza di me non sareste qui…

David lo interruppe: – Che fortuna…

Cavour: – Mi sento in dovere di iniziare. Io voglio che scelga il popolo, così non avremo nessuno contro.

Garibaldi: – Io sono d’accordo, il popolo prima di tutto! Così saremo degli eroi.

Ferdinando: – Però Emanuele deve stare al governo, così eviteremo dei conflitti popolari.

David: – Io voglio una monarchia… feudale con a capo Emanuele.

La voce dei politici iniziò ad alzarsi, ma ci pensò D’Azeglio a zittirli: – Silenzio! Parlate tanto di come fare lo Stato, ma dobbiamo pensare al popolo. Con la monarchia questo non avverrà, quindi dobbiamo avere una democrazia.

Garibaldi si alzò in piedi con sicurezza, e aggiunse: – La maggior parte dei presenti ha deciso. Sarà una democrazia.

Poi i presenti notarono una punta di terrore nello sguardo di Garibaldi, fino a quel momento così sereno. 

Tutti si voltarono pietrificati, e in tutte le teste si materializzò la stessa domanda: e adesso chi pagherà il conto!?

Garibaldi: – Trovo scontato che debba pagare il francese, no? 

David: – No. mi dispiace, ho lasciato il portafoglio in Francia. Poi non dovrebbe pagare “quello che ha organizzato tutto”?

Cavour: – No, scusate, facciamo pagare i perdenti!

Ferdinando: – Scordatelo!

La sala da pranzo a Palazzo Reale, Torino.

Tutti pensavano al conto, tranne David, che comunque con la sua scusa l’aveva scampata! Più che altro lui stava pensando al fatto che il piano stava fallendo. Scegliendo la monarchia avrebbe distrutto l’Italia. I Savoia, infatti, erano facilmente manipolabili, e così i francesi l’avrebbero conquistata.

Il pensiero di David venne interrotto dal proprietario del ristorante , che aveva ascoltato la loro conversazione precedente: – Monarchia o democrazia, dovete andarvene, perché sono le dieci passate.

D’Azeglio: – Vabbè, se qui non si decide scelgo io chi paga: caro Ferdinando, a lei l’onore.

Ferdinando: – Solo se farete una monarchia. Ricordatevi che l’alternativa è lavare i piatti.

Tutti acconsentirono. L’idea di lavare i piatti era inconcepibile! David pensò che Ferdinando si fosse scavato la fossa da solo. Tutti tornarono a casa, chi più felice e chi meno…

Emanuele divenne re e Garibaldi un eroe nazionale. Cavour restò nel Governo, e fu così che l’Italia divenne una monarchia.

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ALICE, EMMA, SIMONE, SAMUELE, 2022

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In copertina: Palazzo Carignano, prima sede del Parlamento del Regno d’Italia. Le foto di questo articolo sono di Chiara, Letizia e Marco, e sono state scattate durante una gita a Torino, ottobre 2022.

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