Mescolafiaba #6

Con la sesta puntata termina la serie di fiabe scritte nel corso del laboratorio di italiano Mescolafiaba (classi 1D e 1E dell’IC da Vinci di Reggio Emilia) tra dicembre 2020 e gennaio 2021. Noi ci siamo divertiti a scriverle, speriamo che anche voi vi siate divertiti altrettanto a leggerle.

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Arezzo, 2016

Biancaneve e i sette capretti

Mamma capretta salutò i sette figli ed uscì per vedere una sua amica. I capretti non avevano nessuna voglia di aspettarla in casa come lei aveva ordinato, era una bella giornata e decisero di uscire a fare un giro nel bosco.

Si stavano divertendo a correre tra gli alberi e a mangiare mirtilli quando incontrarono una ragazza che sembrava essersi persa. “Ciao, tutto bene?”, chiese uno di loro, e la ragazza rispose: “Ma sei tu, Pisolo? Visto che proprio oggi tu e i tuoi fratelli siete arrivati prima, mi avete rovinato la sorpresa… avevo preparato una torta, andiamo a casa a mangiarla!”

I capretti si accorsero che la ragazza non ci vedeva bene, probabilmente aveva perso gli occhiali, ma decisero che per la torta sarebbero stati al gioco. Arrivarono alla casa dei sette nani e avevano appena iniziato a fare merenda quando qualcuno bussò alla porta. Era il lupo cattivo che voleva mangiare Biancaneve, ma aveva indossato lo stesso travestimento da vecchietta usato quando – tempo prima – aveva provato a mangiare i sette capretti.
I capretti capirono subito che era il lupo e, davanti allo sguardo stupito di Biancaneve, presero la vecchietta a bastonate. Biancaneve esclamò: “Ma cosa fate!?”. E i capretti risposero che lei non sapeva nulla della loro fiaba e se ne andarono, ovviamente con la torta! Poco dopo rientrarono i sette nani, che chiesero a Biancaneve la ragione di tanto disordine. Biancaneve, nuovamente stupita, chiese: “Ma non vi ricordate che avete appena preso a bastonate il lupo?”. E i nani dissero che se non aveva preparato la cena e pulito la casa, bastava dirlo, senza inventare scuse. Arrabbiati, andarono tutti al pub.

MARIA VITTORIA

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Disegno anonimo, 2019

La buona matrigna

Tanti anni fa, in una casetta in un bosco, nacque una bambina dalla pelle bianca bianca. Fuori stava nevicando, allora la sua mamma decise che il nome della bambina sarebbe stato Biancaneve. Dopo un po’, la madre morì e, qualche anno dopo, suo padre si risposò con la matrigna, per amore di Biancaneve.

La matrigna era un po’ strana, perché aveva con sé un cucciolo di cane un po’ diverso, che in realtà era un lupo, e aveva anche uno specchio magico. Però Biancaneve non aveva tanta paura della matrigna, perché tutti dicevano che la matrigna era belle e gentile, anche suo padre.

Come dicevano tutti, la matrigna era bella e gentile. Una volta, Biancaneve per cusiosità chiese allo specchio magico: “Specchio, specchio, chi è la più bella del mondo?”. Proprio nel momento in cui lo specchio voleva risponderle, arrivò la matrigna. Sorpresa, disse: “Questa frase non devo dirla io?”. Biancaneve le rispose: “Eh no, adesso è la mia frase”. Dopo qualche minuto, arrivò anche il lupo. Vista questa scena, pensò che il suo posto nel cuore della matrigna fosse stato rubato.

Nei giorni successivi, per mantenere il suo posto nel cuore della matrigna, il lupo iniziò a usare vari metodi, però non gliene riuscì nemmeno uno. La matrigna lo venne a sapere, e lo cacciò fuori di casa. Ma il lupo ancora non si arrendeva. Cavalcando un drago, andò a trovare Biancaneve e iniziò ad attaccarla. Per fortuna la matrigna e il papà le portarono soccorso.

E poi la matrigna, il papà e Biancaneve vissero contenti e felici.

GIULIA

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Disegno di Leonardo, 2021

Giafar e il drago

C’era una volta Giafar. Un giorno un vecchio gli chiese se volesse aiutare in tutto sei anziani che vivevano in casa con lui. Giafar accettò. “A due condizioni! – esclamò il vecchio – Non dovrai mai aprire una porta che in casa ti farò vedere e, se ci vedrai piangere, non chiederci mai il perché”. Giafar annuì.

Appena arrivarono a casa, il vecchio gli fece vedere la porta che non doveva aprire, coperta da ragnatele e chiusa dalle catene. Il vecchio poi gli mostrò gli altri cinque anziani. Giafar era disperato nel vedere gli anziani piangere tutto il giorno.

Dopo qualche anno il primo anziano morì, allora gli altri anziani lo seppellirono in giardino, poi pian piano morirono tutti. Giafar era molto incuriosito, allora decise di aprire la porta che gli era vietata. Si ritrovò in un castello, con una donna che gli domandò: “Perché ci hai messo tanto? E’ pronto da mangiare da molto tempo!”. Ma appena finirono di mangiare lo rinchiuse in una prigione, frustandolo, incatenandolo e dandogli poco cibo. Più tempo passava, più lo frustava.

Giafar non ce la faceva più, allora esclamò: “Non sarei dovuto venire qua!”. Ma un giorno arrivò un drago che lo curò dalle ferite e, riportandolo a casa, gli confidò: “Hai imparato la lezione. Ho riportato a casa molte altre persone, ad esempio gli anziani con cui eri”. Giafar capiì che la stessa sorte era toccata anche agli anziani.

LEONARDO B.

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Disegno anonimo, 2019

Ella

C’era una volta una ragazza di nome Ella. Il padre, vedovo, morì dopo essersi risposato con una donna che aveva due figlie, Anastasia e Genoveffa. Ella era ricca e bella, le sue sorellastre erano ricche e brutte e litigavano sempre tra di loro. Anastasia la provocava: “Oh guarda, Genoveffa! La mamma mi ha regalato uno smartphone nuovo”. E Genoveffa replicava: “A me ha regalato dei nuovi auricolari”. E via così, sempre a litigare.

Un giorno, Ella si iscrisse a una gara di canto, vinse e in seguito si sposò con il tiktoker più famoso del mondo. Durante i festeggiamenti per le nozze, le sorellastre ne approfittarono per guardare con invidia il microfono di Ella, che ormai era diventata la cantante tiktoker più famosa del mondo.

Dopo pochi mesi arrivò sul mercato il primo disco di Ella. Le sue sorellastre furono le prime ad averlo, ma litigavano sempre, e così Ella gliene regalò una seconda copia. E diventarono le fan più sfegatate di Ella.

CAMILLA

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Disegno di Riccardo, 2020

Cappuccetto Rosso contro tutti

Un giorno Cappuccetto Rosso andò a fare l’esame per la patente. Non era molto preparata. L’insegnante la sgridò, e Cappuccetto se lo mangiò e si fece una patente falsa.

Cappuccetto, dopo aver fatto la patente falsa, guidò la sua auto nel bosco. A un certo punto incontrò un vigile, che scopri che la patente era falsa e volle arrestarla. Ma Cappuccetto Rosso, saputo questo, mangiò anche il vigile e il suo corpo divenne sempre più forte.

Cappuccetto Rosso, mentre stava guidando, incontrò un lupo che le chiese: “Dov’è la casa di tua nonna?”. Cappuccetto ignorò la domanda e replicò: “Dov’è la casa della TUA nonna?”. Il lupo rivelò che la casa di sua nonna era lì vicino nel bosco. Allora Cappuccetto, saputo dove viveva la nonna del lupo, ci andò e se la mangiò. Dopo, quando tornò il lupo, lo mangiò e decise di restare a vivere nella casa della nonna del lupo.

Qualche giorno dopo, arrivò il cacciatore, ma non fu attento abbastanza e Cappuccetto Rosso si mangiò anche lui.

Da quel giorno, Cappuccetto Rosso rapisce i bambini, per farli restare ha creato una tribù di bambini che rapisce tutte le persone che si avventurano nel bosco.

YE LE, MAVI, KARIM

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Disegno anonimo, 2019

Il ragazzo e la bella principessa

Un giorno bussò al castello reale un ragazzo comune con dei superpoteri sconosciuti, di cui solo lui era al corrente. La principessa, che lo vide dal balcone, se ne innamorò subito, perché era elegante e bello. Il ragazzo sperava tanto di poterla sposare anche se era povero, con un misero carro e un cavallo spelacchiato.

Un altro principe, suo rivale in amore, lo sfidò a una corsa e disse: “Sciocco! Vincerò io sicuramente! Guarda il mio carro e il mio cavallo!”. Fecero quindi la gara di velocità e, incredibilmente, il caro ragazzo vinse. Il principe, stupito dalla bravura del ragazzo, capì la sua superbia e si scusò.

Il principe, felicissimo, esultava: “Non ci posso credere! Ho vinto davvero!?”. La principessa corse da lui raggiante: “Congratulazioni!”. I due ragazzi esplodevano dalla gioia. La principessa disse: “Ti amo così tanto, bel ragazzo…”. Il ragazzo rispose: “Io ho dei superpoteri con cui ti porterò nel mio amore infinito, mia cara”. E, insieme, furono infinitamente felici.

CRISTIAN

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Disegno di Letizia, 2021

La freccia di Cupido

C’era una volta la giovane ragazza Psiche che si perse in un bosco raccogliendo funghi. A un certo punto arrivò un uccellino e fischiettando allegramente la portò in un regno. Lei commentò: “Ah, questo è il regno di Cupido. Ebbene, grazie uccellaccio inutile, ma so la strada”.

Poi entrò esclamando: “Ehi, Cupido, sono a casa!”. Cupido non rispose, Psiche sospettava che fosse accaduto qualcosa, andò a controllare e notò Cupido che si era colpito da solo con una freccia, innamorandosi di un orco orribile. Cupido, che stava corteggiando l’orco, cacciò via Psiche dal suo regno. L’orco era diventato “la sposa” di Cupido.

Subito dopo le nozze, arrivò Venere schifata: “Orco, ora ti sfiderò a una prova”. Mise un mucchio di semi sparpagliati sul tavolo, come aveva fatto con Psiche tanto tempo prima, poi cambiò idea, lo teletrasportò nel bosco, dove egli si perse e rincontrò Psiche che piangeva e mugolava. L’orco iniziò a piangere insieme a Psiche.

Venere lanciò una propria freccia verso Cupido mostrandogli una foto di Psiche. Lui si reinnamorò, ma della foto! Quindi Venere condusse Psiche da lui e le fece baciare Cupido. L’orco aveva fame, sentendo l’uccellino fischiettare dolcemente, lo mangiò.

LETIZIA

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In copertina un disegno di Malak, 2019.

 

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