Odile Sankara, una donna piena d’amore

Giovedì 15 aprile 2021, dalle ore 12:00 alle ore 14:00, molte classi della scuola (tra cui la nostra, la 2E) hanno partecipato ad una videoconferenza con Odile Sankara, la sorella del defunto ex presidente Thomas Sankara, che ci ha raccontato della sua vita e soprattutto della cultura del suo paese, il Burkina Faso.

Abbiamo potuto fare questa videoconferenza, grazie alla “Vacanza Internazionale”, a cui Odile ha partecipato, organizzata dall’associazione Tonalestate. In questa associazione i partecipanti si ritrovano ogni estate al Passo del Tonale (Trento) in un convegno culturale nel quale parlano di tematiche legate ai giovani studenti per “combattere” l’ignoranza. Si fanno anche discorsi sulla politica, il volontariato, la storia, la cultura e la scienza e ci si interessa soprattutto delle problematiche del mondo. Questa “Vacanza Internazionale” consiste in 10 giorni di vacanza in montagna, ad esempio, e in quattro di questi giorni si parla dei vari temi, sempre legati al mondo, ed è così che abbiamo potuto conoscere Odile.

Eccoci nella vita di una donna intraprendente e con un sacco di emozioni che vuole trasmettere attraverso il teatro le sue parole. Questo periodo è difficile e ci sono persone che continuano a spezzare legami, invece che costruirli, e lei con il teatro vuole continuare a costruirli tra le persone.

VIOLA

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Odile ha deciso di tornare in Burkina Faso, per salvaguardare tutta la cultura africana. Il Burkina Faso è stato dichiarato “Paese della ricchezza culturale africana” dall’Unesco. E’ un paese nel centro dell’Africa, in cui si parlano 50 lingue diverse in 13 province.

Quella del Burkina Faso è una società patriarcale e ipocrita. Le donne hanno pochi diritti, ma sono loro che mandano avanti la società e guidano le famiglie. Nella società i bambini hanno più doveri che diritti e appartengono a tutta la comunità, quindi tutti li possono educare. Educano i bambini per il rispetto verso gli adulti, ma in generale verso il prossimo.

Secondo Odile, bisogna tornare all’essenziale e bisogna far capire a tutti il valore delle cose. Lo spazio culturale del Burkina Faso lo permette.

RAUL e LUCA

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Odile viene da una nazione africana chiamata Burkina Faso, di conseguenza lei è burkinabè. Gli abitanti di questo paese vivono nei villaggi e nelle grandi città costruite in precedenza (ora non ci sono soldi ed investimenti per le grandi città). Il cibo tipico di questa città è una zuppa fatta con farina di mais. Le feste della nazione variano a seconda della religione alla quale si appartiene: dal natale al ramadan. L’unica festa nazionale è quella dell’Indipendenza, anche se la si festeggia molto meno dato che i cittadini, dopo la morte di Thomas Sankara, credono sempre di meno della politica di questo paese.

Il teatro è fondamentale per la vita di Odile, perché lì si riesce ad esprimersi con più facilità rispetto alla vita quotidiana. Infatti, secondo lei gli eventi più significativi della sua vita sono stati: stare a scuola, dove poteva frequentare i corsi di teatro, frequentare l’università, dove ha studiato arte e sceneggiatura, ed entrare per la prima volta in un’aula dove insegnare. Odile per insegnare crea tre tipi di gruppi: con bambini più piccoli (8-9 anni circa); con ragazzi di circa dodici anni che fanno questo per divertimento; con ragazzi di circa quindici anni che vogliono veramente intraprendere la carriera teatrale nel loro futuro.

Preferisce, nei suoi corsi, i temi che permettono di costruire una coesione sociale quindi, per lei, non si devono creare legami di gelosia o invidia ma di amore e amicizia. Lei per insegnare a teatro fa esercitare i ragazzi sulla lingua, sullo sguardo, sulla respirazione, sulla postura e per evitare di farsi prendere dal panico sul palco in scena. Tutto questo lo insegna facendo alcuni giochi teatrali che fanno divertire molto sia lei che i ragazzi!

Nonostante avesse una promettente carriera davanti, Odile ha deciso di rimanere nel suo paese natale perché amava il suo paese e voleva rimanere vicina, anche se per poco tempo, a suo fratello, il presidente della nazione ucciso nel 1987 (ancora oggi non si sa chi sia l’assassino).

Bisogna impegnarsi nel lavoro culturale perché ci sono troppe dispersioni e si perde l’essenziale

Il Burkina Faso è un paese molto povero, la sua ricchezza non sono i soldi ma la cultura. Essa è fondamentale soprattutto dal punto di vista dell’organizzazione sociale. Quest’organizzazione prevede: il padre come figura di rilievo; la madre come centro del nucleo familiare e base della comunità, in più fa da coesione tra il “capofamiglia” e i figli; e infine questi ultimi, che prendono esempio dai genitori. Nel suo paese, i figli sono figli della comunità, dato che ognuno li può educare. Hanno molti diritti e pochi doveri. Questa educazione è nel rispetto dei più anziani. I bambini non vengono picchiati e questa per loro è una forma di amore. Si cerca di trasmettere degli insegnamenti che possono servire nel futuro dei ragazzi. Questo metodo educativo è ancora importante per la comunità, si sta cercando di preservarlo anche nelle grandi città, dove ormai sta scomparendo.

Non è utile pescare un pesce quanto saper pescare”

Ancora oggi, però, alcuni bambini sono costretti a mendicare e vivere per strada, anche se stanno nascendo nuove associazioni che sono dei “Centri d’accoglienza” per aiutare questi bambini. Odile non è d’accordo sul dare solo del cibo o altro, perché il problema rimane. Altri bambini lavorano nell’orto dei genitori o aiutano ad allevare: tutto senza faticare troppo!

MARTINA e LAVINIA

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In conclusione è arrivato un’amico di Odile che ha suonato uno degli strumenti musicali più diffusi in Burkina Faso, chiamato kora, uno strumento a una o due corde che si utilizza partendo da una verdura tipica, simile ad una zucca; con la stessa verdura si possono ricavare anche percussioni. Mentre lui suonava e cantava, lei ci ha recitato un monologo in francese.

E’ stato molto interessante conoscere una cultura diversa dalla nostra e sentirla raccontare in una lingua straniera.

SARA e ELISABETTA

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Ecco la magnifica sorpresa che ci hanno fatto alla fine! Marcel ci ha suonato uno dei ritmi tipici del Burkina Faso mentre cantava una canzone che parlava di diritti e di libertà. Questa è stata una magnifica esperienza, sentire una donna che ama così tanto il suo paese e la sua cultura e sentire suonare quei bellissimi ritmi tipici del posto ha riempito tutti i nostri cuori di allegria!

VIOLA

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In copertina: foto nella classe 2E, aprile 2021 (IC Leonardo da Vinci, Reggio Emilia).

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