Omicidio all’Italian Paradise

Alcune studentesse della classe 2C (IC Leonardo da Vinci di Reggio Emilia) si sono cimentate nella creazione di un racconto giallo, nel quale a risolvere il mistero e a individuare il colpevole è un’arguta e perspicace poliziotta londinese. Il delitto è stato compiuto a Londra in una delle vie più famose sul piano investigativo…

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Era un tranquillo giovedì sera: l’agente di polizia Scarlet Granby non era in servizio e si stava rilassando sul balcone del suo appartamento, innaffiando le peonie. Improvvisamente squillò il telefono. Scarlet guardò l’orologio: non si aspettava alcuna chiamata… Chi poteva cercarla alle 21:10?  

“Pronto?”

“Buonasera agente Granby”. era la voce del suo capo, che chiamava dalla centrale. “Poco fa abbiamo ricevuto una telefonata dal ristorante Italian Paradise in Baker Street. Hanno trovato un uomo morto davanti all’entrata della cucina. Abbiamo bisogno del suo aiuto sul campo. Ci vediamo lì tra dieci minuti.”

“Arrivo subito”, rispose lei.

Quella sera la temperatura era scesa di qualche grado; mentre Scarlet camminava era iniziato a piovigginare, perciò, quando la poliziotta arrivò sul posto, era completamente fradicia.

Nel ristorante i colleghi le raccontarono l’accaduto. 

“Il corpo è stato trovato davanti all’entrata della cucina. All’interno del locale si trovavano poche persone, George Smith, la vittima, il cuoco, il cameriere e due investigatori privati, Elisabeth e suo fratello Carl Taylor. Siamo stati fortunati, ci potranno dare delle informazioni utili per risolvere il caso.”

Il ristorante era piccolo, ma elegante: la cucina si affacciava sulla sala principale attraverso una finestrella. Le pareti erano ricoperte da una carta da parati verde. Di fianco alla cucina c’era un corridoio buio che conduceva ai bagni e all’ingresso della stessa cucina. Il corpo fu portato via per le analisi, gli interrogatori si svolsero il giorno successivo.

La mattina dopo scoprirono che la vittima era stata avvelenata, si trattava di un omicidio. Quando arrivò in centrale Scarlet ricevette una telefonata dai due investigatori.

“Salve agente Granby, la chiamiamo per informarla che vorremmo occuparci del caso dell’omicidio del signor Smith.”

“Mi dispiace, ma credo che saremo noi ad occuparcene.” 

Ci fu un attimo di silenzio, come se gli investigatori non sapessero cosa dire.

“Come mai questa richiesta?” chiese Scarlet.

“Abbiamo assistito all’omicidio in prima persona, quindi potremmo esservi utili nell’indagine.”

“Ascolteremo volentieri i vostri consigli, ma il caso è di nostra competenza.”

Scarlet rimase molto colpita da questa richiesta, non le era mai successo. La prima persona che interrogò fu il cuoco. Era un caro amico della vittima e non sembrava avere motivi per uccidere il signor Smith. Era però anche l’unico che aveva accesso agli ingredienti e per lui sarebbe stato facile aggiungere del veleno al piatto.

L’interrogatorio seguente fu quello del cameriere, che, come il cuoco, raccontò un fatto molto importante. Mentre Carl Taylor era in bagno, la sorella Elisabeth stava rischiando di soffocare per qualcosa che aveva mangiato, e tutti erano accorsi al suo tavolo ad aiutarla, compresa la vittima, che era un medico. Dopo poco era arrivato suo fratello, che si era avvicinato anche lui al tavolo.

Scarlett iniziò a fare delle ipotesi, forse il cuoco aveva litigato con la vittima e l’aveva uccisa sfruttando l’accesso agli ingredienti… E il cameriere aveva dei motivi validi per uccidere Smith?

Dopo la pausa pranzo, ebbe un colloquio con gli investigatori che confermarono l’accaduto: “Ero andato in bagno e mentre stavo tornando, vidi la cucina vuota e sentii delle urla provenienti dalla sala principale, dove mia sorella si stava sentendo male” disse Carl.

Per ultima venne interrogata la moglie e si scoprì che lei e il marito avevano litigato il giorno precedente a quello della morte del dottore. Quindi Scarlet ipotizzò che magari la moglie, ancora arrabbiata per il litigio, avesse deciso di uccidere suo marito. Ma come era arrivata al ristorante? Forse non era lei.

Tornata a casa, la poliziotta si sedette sulla sua poltrona di velluto viola e ripensò all’omicidio. Dopo quasi due ore si alzò di scatto. Prese il cappotto e corse in centrale. Arrivò dal suo capo e gli disse: “Ho la soluzione del caso!”

Fin dall’inizio a Scarlet era sembrata sospetta la richiesta degli investigatori di occuparsi del caso… Secondo lei erano loro gli assassini: mentre Carl andava in bagno, sua sorella aveva finto di stare male, per distrarre tutti; in quel momento suo fratello era arrivato fino al tavolo della vittima e aveva aggiunto il veleno nel piatto, a quel punto si era avvicinato a sua sorella fingendosi preoccupato.

“Ma perchè dovrebbero avere ucciso il signor Smith?” chiese il suo capo.

“La loro azienda investigativa sta vivendo un momento di crisi e avevano bisogno di casi da risolvere, quindi hanno scelto come vittima il signor Smith, di famiglia ricca.”

“Sei fantastica Scarlet!”

I risultati della Scientifica dimostrarono la fondatezza dell’ipotesi di Scarlet, grazie all’esame del DNA, e, dopo un estenuante interrogatorio, i due investigatori privati si arresero e confessarono l’omicidio.

LAURA, GRETA Z., IRIS, ARIANNA, 2023

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In copertina: Baker Street, London (UK), foto di Douglas Neiner, febbraio 2012, tratta da Flickr (license: CC BY 2.0); nell’articolo: una foto della trattoria italiana Felix (VeniceLos Angeles, California, USA).

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