Spaventosa Orribile Scoperta (S.O.S. avventura!)

Il laboratorio di scrittura a più mani “SOS avventura!” è stato uno dei momenti finali del modulo di italiano sul genere avventura, svolto con le classi 2D e 2E della Leonardo da Vinci di Reggio Emilia (a.s. 2018/2019). Ecco i nostri racconti, aspettiamo i vostri commenti.

In questa storia, cinque ragazzi, Marco, Hektor, Mirko, Shalon e Pierugo, interessati ai fantasmi e ai misteri, vogliono fare gli acchiappafantasmi. Esplorano un’azienda abbandonata, luogo in cui incontrano parecchi pericoli ed ostacoli.

 

Tutti i giorni, ogni volta che i cinque ragazzi tornavano a casa quando finivano la scuola, passavano davanti ad un’azienda abbandonata. Avevano sentito una notizia che diceva che c’erano delle presenze paranormali in quell’azienda. Una volta era morta una persona dopo esserci entrata.

Un giorno nel weekend, tutti i ragazzi erano a casa di Marco, il membro principale del loro gruppetto di amici. Tutti e cinque erano talmente curiosi che mentirono alla mamma di Marco, dicendole che andavano a giocare a palla nel parchetto sotto casa, ma invece volevano andare nell’azienda abbandonata; perché la volevano esplorare da acchiappafantasmi. All’inizio erano passsati nel parchetto perché si erano accorti che la mamma di Marco si era affacciata alla finestra, ma dopodichè avevano preso subito la strada destinata all’azienda abbandonata. Durante il loro tragitto non c’era nessuno che capisse dove erano diretti, passarono davanti al supermercato, al negozio per scarpe ed alla fine arrivarono all’azienda, col fiatone.

Shalon esclamò: “Siii!!! Siamo finalmente arrivati!”. E Pierugo continuò: “Sono entusiasta anche io, ma adesso entriamo!”.

Dopo essersi avvicinati, incontrarono uno spazzino prorio davanti all’ingresso, quindi non potettero non salutarlo. Nel mentre, Pierugo aveva il bisogno di andare in bagno, era andato nel bagno pubblico più vicino che c’era e dunque i suoi compagni dovevano aspettarlo. Nel frattempo, Marco utilizzò il momento di attesa per informarsi sull’azienda chiedendo allo spazzino, che sembrava un uomo saggio. Dopo una breve presentazione, Marco cominciò subito: “Noi vorremmo esplorare questo edificio, perche siamo sicuri che all’interno ci siano almeno una fantasma o… creature simili e… inquietanti. Lei ha qualche consiglio per noi?”. Lo spazzino rispose: “Allora, io so che una volta entrati, nessuno ci è mai uscito, sicuri che ci volete entrare?”. Marco rispose in modo determinato: “Sì, siamo sicuri, siamo venuti apposta per questo e non ci arrenderemo facilmente”.
Lo spazzino non poteva più insistere, visto che loro erano talmente fissati nell’entrarci, ma poiché era una persona generosa e gentile, ci aveva pensato un po’ e aveva deciso di raccontargli la leggenda. Li aveva avvertiti di fare molta attenzione ai pericoli e agli ostacoli, perché uno di essi sarebbe stato la prova decisiva per sconfiggere il fantasma. E così lo spazzino iniziò a raccontare: “La leggenda narra che il fantasma misterioso si possa trasformare in qualunque essere vivente che ci sia nel nostro mondo, quindi ora potrebbe essere anche da qualche parte nelle vicinanze.” Erano passati dei minuti, Pierugo era ritornato e dopo aver salutato lo spazzino, senza dire niente, entrarono subito alla ricerca della fantasma. Dopo aver chiacchierato con lo spazino, avevano ancora più voglia di esplorare l’azienda.

Appena entrati, Shalon invece di andare a pari passo col resto del gruppo, era subito corso verso l’interno. Urlò: “Ragazzi!!! Proviamo ad entrare nella stanza che si trova laggiù!”. Ma i suoi compagni volevano dirgli che non era molto sicuro entrarci. Hektor gli gridò di rimando:” Shalon, ritorna qui! Shalon, ritorna qui!”. Ma lui non lo sentì per niente, quindi entrò nella stanza, che era buia, umida e terrificante. I suoi compagni, per non perderlo di vista, lo seguirono. Subito dopo, la porta si chiuse e ad un tratto le luci si accesero, si erano accorti che c’era una specie di labirinto da cui dovevano uscire. Marco esclamò: “Dai ragazzi, ce la faremo di sicuro! Basta che ognuno di noi creda in se stesso”. Mirko e Shalon risposero: “Sì, basta avere fiducia in sé!”.

Quando iniziarono il percorso sembrava tutto facile e veloce, ma all’impovviso scesero dal soffitto delle frecce, ognuna di esse costituita da una punta di metallo. Con tanta fatica riuscirono finalmente ad uscire da questo ostacolo quasi insuperabile, ma poco dopo esserne usciti, si accorsero che un membro del loro gruppo era sparito, e quel membro era Pierugo. Hektor aveva prosposto di chiamare la polizia e di chiuderla qui con la storia del fantasma, ma Marco voleva ancora acchiapparlo. Però, ritrovare Pierugo era la faccenda più impostante di cui si dovevano occupare adesso.

Da quel momento in poi, si concentrarono nel cercare Pierugo, mentre gli ostacoli diventavano sempre più pericolosi, difficili e quasi impossibili da superare. Nella serie dei pericoli c’erano: il pavimento che era crollato, spine appuntite che spuntavano dal pavimento di legno, che era pure poco resistente e tanti altri… I compagni di Pierugo lo cercarono per ben due ore e mezzo, ma di lui non c’era nessuna traccia. Ad un tratto, Mirko vide l’ombra di Pierugo e lo riferì subito al gruppo. Ma nel frattempo Pierugo aveva progettato una trappola mortale che sarebbe scattata allo scadere di un tempo prestabilito. Egli era abbastanza convinto che ci sarebbero cascati, non sapendo di cosa avevano parlato all’inizio, quando era andato in bagno. Avendolo cercato per così tanto tempo, erano tutti contenti di averlo ritrovato e andarono subito da lui.

Quando si avvicinarono, Pierugo disse: “Ciao ragazzi! Vi aspettavo da tanto tempo, adesso avvicinatevi che ci abbracciamo e andiamo a casa. Per il fantasma pazienza, sarà per un’altra volta, abbiamo già affrontato troppi pericoli”. Marco si accorse che c’era qualcosa che non quadrava: era impossibile che una persona debole e secchiona fosse riuscita a superare tutti quegli ostacoli pericolosissimi, poi com’era possibile che conoscesse così bene la strada per ritornare alla porta dell’ingresso? Alla fine aveva pure notato che appena Pierugo era sparito, gli ostacoli avevano cominciato ad aumentare e a diventare molto più pericolosi, e in questi accadimenti c’erano troppe coincidenze. Marco aveva pensato a tutte queste ipotesi perché si era ricordato l’avvertimento dello spazzino e ne aveva parlato con Hektor, Mirko e Shalon. Egli aveva detto al gruppo che la cosa migliore da fare per sconfiggere il fantasma era di starne lontani.

E così, nonostante tutti i richiami di Pierugo, la squadra di Marco non si era avvicinata nemmeno di un passo e anzi, si erano allontanati pure. Il fantasma (cioè Pierugo!) era ansioso, aveva le mani sudate, era preoccupato e aveva anche un po’ di paura dentro di sé. Pierugo si chiese perché non volevano avvicinarsi, ma… la trappola scattò, il fantasma non ebbe il tempo di reagire e cascò nel suo stesso tranello.

Alla fine i quattro ragazzi si avvicinarono alla porta dell’ingresso, la aprirono e tornarono a casa sani e salvi, per un pelo. E Pierugo, da quell’istante in poi venne per sempre intrappolato. Era un’ottima punizione per far capire a lui che torturare le persone innocenti è una pessima azione e che alla fine ci si rimette se stessi. Da quel momento in poi, non si è più avuta notizia del fantasma.

 

ETTORE, YING, SHALON, 2019

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