Superare Ogni Scalata (S.O.S. avventura!)

La notte del 13 dicembre tre amici decisero di partire per andare a scalare il Monte Bianco. Partirono alle 6.30 dalla Sicilia. I ragazzi erano molto entusiasti di andare a scalare, ma il viaggio era molto lungo e noioso. Si chiamavano Riccardo, Filippo e Chicca.
Arrivarono all’hotel alle otto e mezzo di sera. C’era un bel banchetto di cibo, perché era iniziata una festa all’hotel, allora decisero di mangiare e riposare prima della scalata.


La mattina seguente Riki disse: “Forza ragazzi, dobbiamo prepararci per la scalata!”. Dopo quella frase tutti cominciarono a prendere l’attrezzatura, cioè imbragatura, scarpette, sacco per corda, freno per moschettone, rinvii e magnesite. I ragazzi appena pronti partirono per andare a scalare, ma lungo la strada trovarono dei negozi dove si fermarono per guardare vestiti e oggetti vari, perdendo molto tempo. Dopo un po’ Chicca disse: “Ragazzi, dobbiamo andare, sennò verrà buio”, ma Riki e Fillo non gli diedero retta. Quando i ragazzi finalmente uscirono, era diventato buio e non c’era più nessuno.

“Visto! Dovevamo andare via prima, adesso come facciamo!“.

“Non ti preoccupare, ci andremo lo stesso”, gli rispose Riki.

“Ma sei pazzo?! C’è troppa nebbia, è pericoloso! Ci andremo domani mattina”.

“No, ci andiamo adesso, che sarà mai! E’ nebbia, non grandine”, rispose Riki sicuro di sé.

Dopo una lunga discussione, i ragazzi  andarono a scalare armati di torce e di tutto il necessario, timorosi per quello che sarebbe potuto succedere.

“Chicca ci sei!” disse Fillo preoccupato.

“Sì, ci sono, ma vorrei fermarmi un attimo perché sono un po’ stanca”.

“Ok, allora fermiamoci a riposare in quella grotta”.

I ragazzi si fermarono nella grotta ma non videro che era sul bivio di un dirupo ed era molto fragile. Dopo pochi secondi che i ragazzi si erano seduti, la grotta cominciò a cedere per il peso dei ragazzi, e a un certo punto crollò e Riki cadde giù, ma lo fermò la corda, di colpo.

“Riki stai bene!”, urlò Chicca affaticata.

“Sì, sto bene ma mi fa male un po’ il collo”.

“Ok, non ti preoccupare ti tiriamo su noi” disse Fillo.

“Sì, ma state attenti perché la corda si può tagliare con una roccia!”.

“Ok, ma tu stai fermo sennò si peggiorano le cose”, concluse Chicca.

Chicca e Fillo cominciarono a tirare su Riki facendo attenzione alle rocce appuntite. Dopo un po’ di tempo Riki era arrivato dai suoi compagni, e poco dopo continuarono la loro scalata. I ragazzi arrivarono in una parte pianeggiante  della montagna.

“Ragazzi, fermiamoci qua e proviamo a prendere quella funivia per scendere”, disse Riki.

“Ok, ma uno di noi deve azionarla”, aggiunse Fillo.

“Ci vado io”, propose Riki sicuro di sé.

“No! Poi come fai a venire con noi?”, disse Chicca preoccupata.

“Non ti preoccupare, vi raggiungerò correndo, intanto voi salite e io vado ad azionarla”.

“Ok, ma stai attento”, disse Fillo.

Riki corse alla cabina di comando e Chicca e Fillo salirono nella funivia. “Qui fa freddo, ci congeleremo”, disse Chicca spaventata. “Stai calma, ci salveremo”, disse Fillo per darle conforto.

“Hei ragazzi! Sono pronto”.

“Ok, allora azionala!”, urlò Fillo a Riki, ma a un certo punto arrivarono dei lupi affamati perché avevano sentito le voci dei ragazzi e si dirisero verso Riki, per mangiarselo.

“Ragazzi voi andate, non guardatemi!”, urlò Riki.

“No Riki, vieni via, lascia stare!” gli rispose Chicca spaventata.

“Non preoccupatevi, ce la farò! Addio amici miei”.

Subito dopo Riki azionò la funivia e poi cominciò a lottare contro i lupi.

“Noo Riki!”, urlarono Chicca e Fillo piangendo. Arrivarono alla fine della funivia, ma avevano ancora molto da camminare per arrivare a valle. Dopo un po’ di cammino Fillo disse: “Chicca stammi vicina, è molto pericoloso”. “Ok ma dobbiamo muoverci, sennò verrà ancora più freddo”.

Dopo un po’ di minuti Chicca vide i lupi che li stavano cercando e urlò: “Fillo ci sono i lupi! Ci hanno trovato”.

“Chicca seguimi, dobbiamo andare via, sennò ci uccideranno!”.

Dopo questa frase cominciarono a correre e i lupi continuavano a seguirli piano piano in mezzi agli alberi. “Fillo li abbiamo seminati, fermiamoci”.

“Ok, andiamo sotto quel pino”.

I ragazzi sentirono dei rumori e videro che stava arrivando una valanga per colpa di alcuni animali, cominciarono a correre ma la valanga era troppo vicina e a un certo punto si vide un ombra che li buttò a terra per salvarli. Quando finì la valanga, i ragazzi videro Riki che li stava coprendo.

“Riki sei vivo! Meno male”, disse Chicca felice.

“Ve l’avevo detto che vi avrei raggiunto”.

“Ci sei mancato tanto, ma adesso dobbiamo incamminarci”, disse Fillo sollevato ricominciando a camminare.

Alla fine tutti tornarono a casa e prima di lasciarsi Riki si girò e disse ai suoi amici: “A presto”, con un tono debole e poi continuò per la sua strada senza esitare. Fillo e Chicca non avevano capito bene cosa significava, ma poi Fillo si girò verso Chicca prendendogli le mani e si scusò per non averla ascoltata, ma allo stesso tempo la ringraziò per tutto. Chicca disse che non doveva preoccuparsi per quello che era successo e che non doveva scusarsi, poi fece per andarsene ma Fillo con una mano la tirò verso di sè e disse: “Grazie”, poi la baciò. A Chicca era piaciuto, infatti non andò via ma rimase con lui e poi i due ragazzi tornarono a casa abbracciati, dimenticandosi della paurosa scalata.

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