Tutta nostra è la città / 2

Dopo la prima puntata dedicata al gioco-escursione “Tutta nostra è la città”, altre alunne e alunni della classe 1B (IC Leonardo da Vinci di Reggio Emilia, a.s. 2023/2024) vi raccontano tappa per tappa il proprio percorso nel settore nord-est del centro storico di Reggio Emilia, e risolvono i quesiti posti dal gioco. Buon viaggio!

Gromae Locus

Una lastra di metallo al centro della via ci ricorda che Reggio Emilia era una città romana. Le città romane fondate dall’esercito avevano la forma quadrangolare del castrum, l’accampamento militare. A Reggio le due strade principali – chiamate cardo e decumano – che si incontravano perpendicolarmente nel centro della città sono sepolte sotto le attuali Via Roma (da nord a sud) e Via Emilia (da est a ovest). Di tutta la struttura romana, oggi è rimasto pochissimo.

Musei Civici

“Civico” significa “dei cittadini, della città”. I musei civici sono nati tutti dopo il 1860, cioè quando l’Italia diventa uno Stato unico e unito. Il museo civico serve a dimostrare e a mostrare che la città ha una storia. Ogni città doveva far emergere l’italianità. Il museo è cittadino, ma con un occhio rivolto alla nazione, perché mette in mostra le radici comuni della nazione italiana.

Chi è Milio il Campanaro? E’ un monaco, personaggio di un mosaico ritrovato sul pavimento della Cattedrale e conservato all’interno del Palazzo dei Musei. Ha questo nome perché si scherza sul fatto che sia alto quanto il campanile che gli è accanto. Nel mosaico, egli suona la campana per chiamare alla preghiera, dopo aver finito i suoi lavori nell’orto.

Teatro Valli

Il Teatro Valli di Reggio Emilia è il più importante e si trova al centro della città. Fu costruito tra il 1852 e il 1857 ed è dedicato a Romolo Valli, un attore teatrale. C’è un modo “antico” per sapere quali sono i prossimi spettacoli: andare all’ingresso del teatro e vedere cosa c’è “in cartellone”. Oggi, invece, c’è un modo moderno, cioè consultare il sito web. Fino a qualche tempo fa si pagava il biglietto alla cassa, oggi spesso è necessario prenotare e pagare online.

Istituto Musicale Achille Peri

Il “Peri” è il Conservatorio cittadino, e si trova all’interno del chiostro di san Domenico. Ci sono corsi di studio dedicati a singoli strumenti musicali, alla fine del corso si sostiene un esame e si ottiene un diploma. Il diploma dell’Istituto Musicale serve per insegnare musica nelle scuole.

Ci siamo messi in ascolto nel chiostro e abbiamo sentito suonare un flauto traverso e un clarinetto.

Piasa dal Popol Giost

L’espressione, in dialetto reggiano, significa “piazza del popolo giusto”. L’abbiamo chiesto a dieci anziani incontrati lì vicino, perché forse sapevano di più. Il dialetto reggiano oggi esiste in tre forme: viene parlato soprattutto in campagna e dagli anziani; viene utilizzato nel teatro popolare; è conservato nei pochi esempi di letteratura scritta dialettale. Tra noi non parliamo il dialetto reggiano, perché parlare o non parlare una lingua dipende dall’efficacia della comprensione tra i parlanti. Quando si diffuse la lingua italiana, grazie alle scuole, i dialetti furono considerati lingue inferiori e chi li parlava era considerato ignorante.

Sette anziani su dieci sapevano la risposta: “popol giost” significa appunto “popolo giusto”, ma giusto per chi? Il quartiere di via Roma era tra i più malfamati della città. Quando qualcuno commetteva un reato, scappava là. I suoi abitanti parlavano un dialetto “in codice”, per non farsi intendere da nessuno.

Porta Santa Croce

Il secchio col pesce è una scultura di Giovanni Manada, collocata vicino alla Porta di Santa Croce. La sua installazione, dove un tempo scorreva un canale, richiama anche la condizione di inadeguatezza dell’uomo attuale, come un “pesce in un secchio”. La scultura è fatta in ferro zincato.

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