Tutta nostra è la città / 1

Il giorno 8 novembre 2023, dalle ore 8.20 alle ore 12.05, tutte le classi prime della scuola “Leonardo da Vinci” sono state impegnate in un gioco nel centro storico di Reggio Emilia per scoprire tanti monumenti, segreti e opere importanti della città. 

Ogni classe è stata divisa in due gruppi, capitanati da alcuni insegnanti. Prima di incamminarci, siamo usciti nel cortile della scuola, dove la Dirigente Scolastica ci ha raccontato ciò che avremmo fatto durante la mattinata. A quel punto ci hanno consegnato le mappe su cui orientarci e i quesiti da risolvere. In particolare, al gruppo A della 1C è stato assegnato il settore nord-est, al gruppo B invece quello sud-ovest.

Il gruppo A ha visitato Piazza Santa Croce, la Piasa dal Popol Giost, il Teatro Valli, i Musei Civici e l’Istituto Musicale Achille Peri; il gruppo B è stato impegnato a scoprire i segreti del Parco Tocci, della Basilica della Ghiara, di una via dedicata a Kobe Bryant. Al termine delle attività, ci siamo riuniti di fronte al Duomo, in piazza Prampolini, dove ad ognuno di noi è stato dato un cartoncino con sopra stampata una lettera che, assieme alle altre, ha dato vita alla frase: “Reggio Emilia città delle persone”.

La giornata si è svolta in un clima di allegria, complice anche il bel sole che ci ha accompagnati lungo tutto il tragitto; è stata un’ottima occasione per notare cose che sembrano scontate, ma non lo sono. Allo stesso tempo, abbiamo avuto modo di conoscere meglio la città e gli altri componenti del gruppo, visto che ci sono stati alcuni momenti ricreativi. E’ stata una giornata utile per affinare le nostre capacità di orientamento e, per i nostri prof, per osservare il nostro comportamento fuori dall’aula.

Davanti alla pasticceria Ligabue ci siamo divisi tra maschi e femmine. I primi hanno chiesto a una signora la ricetta dei cappelletti, un piatto reggiano costituito da una pasta ripiena. La signora ci ha detto che i cappelletti li preparava sua madre, ma lei non li aveva mai fatti. Quindi ha dovuto ricordare la scena del passato, in cui lei aiutava sua madre a farcire e chiudere i cappelletti.

Le ragazze, invece, sono entrate nella pasticceria e hanno chiesto quale fosse il dolce tipico di Reggio Emilia. Un signore, il titolare, ci ha risposto che era la Torta alle Tagliatelle. E’ una torta tipica dei contadini, fatta con gli avanzi della pasta, ma era arricchita dalla marmellata e dal “sassolino”, cioè un liquore.

Foto tratta dal blog “Fra due fuochi

Giunti davanti al portale del Battistero, abbiamo notato subito due incavi nella colonna di sinistra. Erano le misure di lunghezza di origine romana: il “braccio” (ca. 60cm) e la “pertica” (ca. 3m). Queste scanalature servivano a misurare le pezze di lana e le altre stoffe che mercanti e compratori scambiavano nel mercato nella piazza centrale della città medievale. Esisteva così un detto che recitava: “san Giovanni fa vedere gli inganni”. Tutti potevano misurare sulla colonna le stoffe acquistate per non essere ingannati.

Accanto alla chiesa di san Giovanni si trova il Duomo: la chiesa di Santa Maria Assunta, edificata nell’anno 857. Abbiamo trovato anche le tracce di una chiesa antica. Sia al piano superiore che nella cripta ci sono mosaici e altre strutture architettoniche (scale) della chiesa paleocristiana, risalente al V secolo. Nella cripta ci siamo seduti per una foto di gruppo sui sedili lignei a semicerchio del coro.

Proseguendo sulla via Emilia in direzione ovest, siamo giunti nei pressi dell’antica Porta San Stefano. Lì si trova il negozio “Ginetto Sport”, che vende attrezzi e abbigliamento sportivo. La nostra domanda al signor Ginetto è stata: “Quali sono gli sport praticati in montagna dai reggiani?”. Lui ci ha risposto felice di essere interpellato da ragazzi e ragazze di prima media e – con un’altra commessa, che è intervenuta – ci ha fatto un elenco: alpinismo o arrampicata; sci di fondo; ciaspolata; sci alpino; passeggiata nordica.

Poi Ginetto ci ha parlato di come si cammina e come ci si veste in montagna nelle diverse stagioni e si è soffermato a descriverci gli animali della montagna.

All’inizio di via Volta c’è un arco che era la porta di ingresso al ghetto ebraico. Lì accanto c’è via Monzermone. Al suo interno, davanti alle case, vi sono posizionate delle pietre d’inciampo, cioè dei cubi di bronzo dove sono incisi i nomi delle persone perseguitate durante la Shoah. I nomi sono: Beatrice Ravà e Angelo Rietti, marito e moglie, che avevano due figlie, Iole e Ilma. Questa famiglia è stata internata nel campo di Fossoli (Modena) e poi deportata ad Auschwitz, dove le tre donne morirono. L’unico sopravvissuto è il marito, che riuscì a rifugiarsi dalla persecuzione dei nazifascisti.

La Casa Musicale Del Rio, dove ci hanno accolto la signora Lorella e una sua collega, offre i seguenti servizi: acquisto e noleggio di strumenti musicali; vendita di libri e fumetti che parlano di musica o musicisti (ne abbiamo comprato qualcuno per la scuola); attività e corsi di canto e coro; vendita di spartiti (i fogli sui quali si scrivono le note di un brano musicale); vendita di gadget a tema musicale (agende, matite, quaderni, portachiavi, souvenir). A noi hanno regalato un’agenda!

In copertina e nell’articolo: foto di Marina, Ginevra e Gaia (Reggio Emilia, 8 novembre 2023); la seconda puntata di questo articolo è dedicata al settore nord-est;

se sei un/a docente e vuoi sapere come si possa continuare in classe un’attività come questa, leggi l’articolo “La città è un’avventura a grandezza naturale“, scritto da Marco Cecalupo, Lorenza Franzoni e Valeria Zucchi sul sito Historia Ludens.

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