Al campo del Valorugby. Interviste ai protagonisti / 1

Il 4 novembre 2021, le classi 2D e 2E si sono recate al campo del rugby di via Assalini (Canalina, Reggio Emilia) per far visita al Valorugby, la squadra di rugby della nostra città. È stata una mattinata intensa, iniziata a bordo di bus messi a disposizione gratuitamente da Seta grazie alla sua iniziativa Grande, dedicata agli studenti. Giunti al campo, siamo stati ben accolti da Enrico Manghi (preparatore atletico) e Matteo Muccignat (responsabile del settore juniores e allenatore del pacchetto di mischia).

Matteo

Facciamo un passo indietro. Abbiamo iniziato a parlare del rugby a scuola, con i nostri prof di Lettere, Inglese e Motoria. Abbiamo visto un cortometraggio sulla squadra reggiana dei Diavoli, e altri video ci hanno informato sul grande mondo del rugby (sul sito ufficiale Women in Rugby) e sulle regole di gioco (sul canale video di England Rugby). Poi abbiamo preparato le domande da sottoporre in lingua inglese e spagnola ai protagonisti del Valorugby.

E ora torniamo a quella giornata. Con Enrico e Matteo abbiamo iniziato a giocare sulla gradinata del campo di gara. La prima parte della sfida consisteva in un quiz sulle principali regole del rugby, poi siamo scesi sul campo di allenamento per fare le interviste. Infine la sfida è continuata con la palla. Sotto la guida esperta dei nostri coach, ci siamo confrontati in esercizi di passaggio della palla e di placcaggio. Chi ha vinto? Boh, non era importante.

In tre puntate, pubblichiamo le interviste ai protagonisti: i giocatori Angelo Leaupepe (24 anni, nato in Australia, di origini samoane), Daniel Newton (31 anni, gallese), Diego Antl (24 anni, da Buenos Aires, in Argentina), Teo Castiglioni (24 anni, da Rosario, nel nord dell’Argentina) e infine Andrea Di Giandomenico, allenatore della nazionale italiana femminile. Sono passati a salutarci anche tre giovanissimi: Luca Pagnani (romagnolo), Fabio Schiabel (veneto, di San Donà di Piave) e Niccolò Teneggi (di Reggio Emilia). Tutti giocatori della nazionale italiana Under 20.

Ecco la prima intervista doppia, con Angelo e Dan:

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Perché giochi a rugby?

Angelo: Gioco a rugby perché amo il rugby, amo lo sport.

Dan: Perché è divertente e mi piace.

Quando hai cominciato a giocare a rugby?

Angelo: Ho iniziato quando avevo tre anni, in Nuova Zelanda.

Dan: Ho iniziato quando avevo sette anni.

È difficile giocare a rugby?

Angelo: È difficile se non ti alleni abbastanza, ma è anche molto divertente.

Angelo

Quanto spesso fai allenamento?

Angelo: Ci alleniamo dalle quattro alle sei volte a settimana.

Dan: Al mattino dalle 9:30 alle 11:30, e al pomeriggio dalle 14:15 fino alle 16:30. Al mattino facciamo esercizi per potenziare i muscoli e al pomeriggio simuliamo le partite.

Qualcuno della tua famiglia giocava a rugby?

Angelo: Sì, mio padre e mio zio giocavano a rugby. Mio zio ha giocato nel campionato nazionale in Inghilterra.

Qual è il tuo abbigliamento durante le partite?

Angelo e Dan: Indossiamo i calzettoni, le scarpe da rugby, i pantaloncini, la maglia e il paradenti.

Quanto dura una partita di rugby?

Angelo e Dan: La partita dura 80 minuti, due tempi di 40 minuti.

Sei un buon giocatore?

[Angelo sorride, e interviene Enrico] Lui è una delle stelle della squadra.

Dan: Penso di sì.

Angelo, Dan, Enrico e Andrea

Hai mai subito un infortunio giocando a rugby? È uno sport pericoloso?

Angelo: Mi sono rotto il ginocchio a maggio di quest’anno e sto ancora facendo riabilitazione. Sì, se non stai attento può essere molto pericoloso.

Dan: Qualche volta anch’io mi sono fatto male.

Dove vi allenate di solito?

Angelo e Dan: Ci alleniamo qui, dove siamo ora [al campo di via Assalini, alla Canalina].

Cosa mangi prima di un match?

Dan: Tanta pasta per i carboidrati, che danno energia.

Angelo: In genere mangio toast, avocado, qualche volta uova o bacon, pomodori. E bevo caffè.

Qual è l’allenamento tipico? È difficile allenarsi?

Angelo: Adesso mi alzo alle otto e mezza la mattina, faccio esercizi per le gambe, molta corsa, flessioni, molto lavoro…

Hai mai praticato altri sport?

Angelo: Quando ero giovane giocavo a volley [pallavolo] e a basket [pallacanestro].

Dan: Sì, da piccolo avevo giocato a calcio e a cricket.

Qual è il tuo giocatore di rugby preferito? Chi è il tuo eroe?

Angelo: Il mio giocatore preferito è Sonny Bill Williams, della Nuova Zelanda.

Dan: il mio giocatore preferito è Dan Carter, che viene dalla Nuova Zelanda.

In quali squadre hai giocato?

Angelo: Ho giocato in tante squadre, alcune in Australia, alcune in Nuova Zelanda, in Italia a Padova e adesso gioco con il Valorugby.

Come ti senti quando vinci una partita? E quando perdi?

Dan: Quando vinco sono felice, mentre quando perdo sono piuttosto triste, perché mi alleno per tutta la settimana, quindi non è una bella sensazione.

Angelo: Quando vinco mi sento molto molto felice. E mi sento triste quando perdiamo.

Giocare a rugby è sempre stato il tuo sogno?

Angelo: Sì, fin da quando avevo dieci anni.

Ti sentivi teso alla tua prima partita?

Angelo: Ero molto teso. Così teso che non riuscivo a correre. Avevo dieci anni. Anche durante la mia prima partita nel rugby professionale, in Australia, ero molto spaventato. Ancora adesso, prima di una partita mi sento molto nervoso, ma quando inizio a riscaldarmi mi sento pronto.

Hai mai giocato una finale?

Angelo: Sì, ho giocato tante volte una finale. La più importante per me… la perdemmo.

Enrico

Hai mai incontrato un giocatore degli All Blacks [la nazionale della Nuova Zelanda]?

Angelo: Certo, ho anche degli amici in quella squadra.

Quali abilità sono necessarie per un giocatore di rugby?

Angelo: Devi essere rapido e devi lavorare duro.

Perché ti sei trasferito in Italia?

Angelo: Era una buona opportunità per giocare a rugby e cambiare il mio stile di vita.

Come ti senti ora che non si può fare il “terzo tempo” a causa del covid?

Dan: Le regole per il covid sono rigide: l’intera squadra deve essere vaccinata, dobbiamo fare il tampone e prima e dopo le partite i giocatori non devono avere contatti con l’altra squadra.

Angelo: Amo il “terzo tempo”. È molto bello parlare con i giocatori della squadra avversaria, incontrare gli amici, bere qualcosa insieme. Adesso è molto diverso, il “terzo tempo” è molto importante affinché dopo la partita si possa stare insieme. Nel rugby è importante riunire la comunità e curare le relazioni. Parlare non solo con i giocatori dell’altra squadra, ma anche con i familiari, gli amici e i ragazzi più giovani. Mia moglie, mia figlia e il mio cane partecipano sempre al “terzo tempo”!

Sei mai stato capitano della tua squadra?

Angelo: Sì, quando ero più giovane. Ora no, è troppo stressante.

Quanti stranieri ci sono nella squadra?

Dan: In totale ci sono una dozzina di stranieri: argentini, sudafricani, australiani e io che sono gallese.

Qual è l’età giusta per iniziare a giocare a rugby e per smettere di giocare?

Angelo: Io ho cominciato a tre anni, puoi iniziare quando vuoi. Conosco persone di settanta anni che giocano.

Secondo te, cosa fa di una squadra una “buona squadra”?

Angelo: Il duro lavoro e il lavoro di squadra.

Nelle altre puntate le interviste a: Diego Antl e Teo Castiglioni; Andrea Di Giandomenico.

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Le foto e le riprese audio/video sono state realizzate il 4 novembre 2021 al campo del Valorugby in via Assalini a Reggio Emilia, e sono a cura di: Ashar, Donia, Maya, Raien. Si ringraziano le docenti Anna Bondavalli, Lorenza Nironi e Paola Marcela Sanchez per il lavoro di preparazione e traduzione delle intervsite in lingua inglese e spagnola. Si ringraziano gli altri docenti accompagnatori: Lucia Matera, Mattia Ferri e Marco Pastorelli.

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