Autoritratto

L’esercizio per la classe 2D (IC Leonardo da Vinci di Reggio Emilia, dicembre 2021) era apparentemente semplice: descriviamo tutti insieme un’immagine, scrivendo una frase ciascuno. Prima si sono esercitati con un paesaggio, poi sono passati al ritratto di un volto umano.

Come si potrà notare, mano a mano che la descrizione procedeva, si andava delineando meglio l’interpretazione del suo sguardo, ma gli studenti non sapevano chi fosse quest’uomo, hanno scoperto solo successivamente che si trattava di un autoritratto del pittore Antonio Ligabue (Zurigo, 1899 – Gualtieri, 1965).

Antonio Ligabue, Autoritratto, olio su tela, 40×30 cm.

Quest’uomo mostra circa sessant’anni. Prova ne sono le rughe forntali. Ha vistose cicatrici rossastre su gran parte del viso. Indossa una giacca apparentemente costosa, ma sproporzionata rispetto al suo corpo. I suoi baffi rossastri appaiono abbastanza curati. Sarà benestante?

L’uomo si trova in piedi in un campo fiorito. Si scorgono in lontananza vari alberi. Le sue ferite sembrano causate da una grave colluttazione. L’anziano sembra abbastanza felice.

Le grandi orecchie a sventola sono sproporzionate rispetto al viso. La giacca presenta grandi quadrati marroni e rossi in stile scozzese. I colori sono opachi a causa dell’usura. Sotto la giacca indossa un maglioncino rosso di lana. L’uomo sembra un non-morto, un cadavere venuto dal sottosuolo. Il naso appare grande, con narici aperte e con piccole ferite e leggeri lividi. I capelli coloro castano scuro appaiono corti e sulla fronte quasi assenti. Le labbra sembrano scure e carnose, leggeremente coperte dai baffi.

La giacca è macchiata di rosso. Forse avrà avuto un passato cruento, sarà stato coinvolto in uno scontro o un animale l’avrà attaccato? Gli occhi appaiono piccoli e impauriti, di color marrone. Le sopracciglia sono inclinate, e ha decisamente un’espressione timorosa.

Il campo è pieno di papaveri, forse ne vuole raccogliere uno. Il collo è abbastanza alto ed è pieno di peluria, I suoi occhi trasmettono timore e stanchezza, sarà stanco di vivere, o di coloro che ha intorno… Le macchie potrebbero essere provocate da una malattia. Il volto mostra vividi contrasti di colore. Il naso è lungo e adunco. i capelli sono brizzolati. Il suo volto sembra un dipinto naïf.

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Alcuni suggerimenti per descrivere:

  1. fai una descrizione sia oggettiva (ciò che osservano tutti) sia soggettiva (ciò che hai notato solo tu, collegato a ricordi, impressioni e considerazioni personali);
  2. non utilizzare soltanto la vista, come tendiamo a fare tutti noi umani, ma descrivi con tutti e cinque i sensi (vista, udito, olfatto, tatto, gusto);
  3. quasi sempre l’immagine che stai descrivendo ha una figura in primo piano e uno sfondo, descrivili entrambi, mettendoli in relazione tra loro.

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Al termine del lavoro di descrizione, la classe ha conosciuto più da vicino Antonio Ligabue attraverso la visione di un breve documentario:

Raffaele Andreassi, Il vero naif, Odeon 1977, RAI – Italia 14’02”.

Sempre nel 1977, andò in onda su Rai1, in tre puntate, lo sceneggiato biografico “Ligabue“, con la regia di Salvatore Nocita, che raccontava la storia tormentata del pittore. Tra gli interpreti: Flavio Bucci nel ruolo di Ligabue, Pamela Villoresi, Alessandro Haber.

Per approfondire in rete:

Pascal Bonafoux, Brevi riflessioni sugli autoritratti di Ligabue, Archimagazine 2008.

Mauro Reali, Antonio Ligabue, tra animali e autoritratti, La Ricerca 2022.

Arturo Sannino, Antonio Ligabue: la sacralità del momento culminante, Auralcrave 2018.

Valeria Tassinari, I luoghi di Ligabue, Arte In.

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