Be my Voice

La parola “diritti” indica un insieme di libertà che dovrebbero essere riconosciute a qualunque individuo. Ma spesso non è così. Specialmente per le donne, in alcuni paesi del mondo, vengono negati. La classe 3A (IC Leonardo da Vinci di Reggio Emilia, novembre 2022) ha visto il documentario “Be my Voice” in cui la giornalista Masih Alinejad racconta delle rigide restrizioni sociali imposte alle donne iraniane:

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SCHEDA DOCUMENTARIO “BE MY VOICE”

  • Regia: Nahid Persson
  • Attori: Raheleh Ahmadi, Ali Alinejad, Masih Alinejad, Saba Kordafshar
  • Fotografia: Kambiz Foroobar, Nahid Persson, Arash Rod
  • Musiche: Natali Noor
  • Montaggio: Anne Fabini, Nahid Persson, Rostam Persson
  • Suono: André Parklind
  • Durata: 84 min.
  • Produzione: Setareh Lundgren, Nahid Persson (Svezia)
  • Distribuzione: Tucker Film (2022)

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Sinossi (Sintesi)

Il documentario “Be My Voice” (Sii la mia voce) racconta dell’attivista Masih Alinejad, che lotta contro il regime iraniano, per liberare le donne da ogni limitazione dei diritti civili. Utilizza la sua libertà in esilio per dare voce alla protesta nel suo paese d’origine, l’Iran. Attraverso l’uso dei social racconta la sua battaglia ed è seguita da milioni di persone.

Sequenza 1 (da 00:00 a 20:00)

Il film inizia negli Stati Uniti. La protagonista si chiama Masih Alinejad, un’attivista e giornalista iraniana. E’ una coraggiosa paladina dei diritti delle donne. Ha fatto partire uno dei più grandi movimenti di disobbedienza civile della storia iraniana recente. La sua campagna My stealthy Freedom, lanciata nel 2014, incoraggia le donne a togliersi il hijab.

Nahid Persson è da 40 anni in esilio in Svezia, chiama Masih per comunicarle che vuole fare un film su di lei; i loro obiettivi sono l’uguaglianza, la libertà di espressione e la democrazia. Masih inizia il suo racconto dicendo che il clero reazionario anti-donne prese il potere in Iran limitandone la libertà.

Sequenza 2 (da 20:00 a 40:00)

L’attivista incita le donne a togliersi il velo in strada  e a registrare gli uomini che le infastidiscono. In seguito, narra della sua vita di quando era più piccola, parlando del fatto che lei non potesse andare in bici, giocare a calcio o a pallavolo. Masih non vede suo padre da tanti anni, perché il governo gli ha dato del filo da torcere. Cosa succede alle donne che non rispettano le regole degli islamisti? Se, per esempio, non indossano l’hijab o alzano la voce in pubblico, vengono frustate, arrestate, picchiate o uccise.

Sequenza 3 (da 40:00 a 60:00)

Masih è molto addolorata dall’arresto delle persone che provano a difendere i diritti delle donne. Inoltre hanno arrestato Ali (suo fratello) e accusa sua madre di sostenere il regime islamico. La mamma di Masih è stata arrestata due volte per aver discusso della causa della morte di suo figlio. Se Masih tornasse in Iran verrebbe arrestata e non potrebbe più essere la voce delle donne iraniane. Alcuni pensano che l’hijab sia come avere un cappello in testa. Gli integralisti hanno minacciato di bruciarle la faccia con l’acido se continua a guidare le donne iraniane verso la liberazione dall’oppressione del regime islamico.

Sequenza 4 (da 60:00 a 80:00)

Masih vuole organizzare una rivoluzione senza sangue nè violenza contro un regime assassino ed è sempre più costante a tenere questo obiettivo. Durante una manifestazione, Masih viene a conoscenza di una sparatoria contro coloro che protestavano. Nonostante tutto, oggi Masih continua la sua battaglia contro il regime islamico.

Il messaggio e ciò che ci ha colpito, per concludere

Pensiamo che tutto ciò sia una follia, e che gli integralisti islamici siano persone orribili che esercitano un regime dittatoriale contro le donne ingiustamente. Non costerebbe nulla a nessuno dare alle donne i diritti che dovrebbero avere, per vivere così una vita sana e pacifica in cui uomo e donna siano allo stesso livello.

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PER SAPERNE DI PIÙ:

Intervista alla protagonista intervenuta nella trasmissione Propaganda live sul canale La7.

Masih inizia l’intervista dicendo che sta provando a stare bene, perché non è facile ignorare ciò che sta accadendo in Iran, ma non solo, infatti soffre anche per il popolo ucraino, narrando di essere furiosa con tutto il mondo per non aver bloccato Putin anni fa.

Lei combatte e chiede alle altre donne di lottare per ottenere i diritti e di affrontare l’integralismo dell’islamismo. Utilizza molto i social network, li considera la sua arma. Le piace molto cantare, anche se in Iran alle donne è proibito farlo.

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MARCO, SARA, SEBASTIANO, ESPERANZA, GIULIA P., 2022

In copertina e nell’articolo: fotogrammi e locandine del documentario “Be my Voice” (Svezia 2022, 84′).

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