Che paese è questo, amico mio?

Dopo aver letto il libro di Chiara Bini sul Manifesto di Ventotene (L’isola che diventò continente), nella classe 3D (IC Leonardo da Vinci, Reggio Emilia) si è discusso dell’Europa di oggi, lacerata ancora una volta dalla guerra. E dunque cosa ne è stato di quegli ideali che portarono i confinati durante il fascismo a immaginarla diversa? Ecco un immaginario dialogo epistolare tra Altiero Spinelli ed Eugenio Colorni oggi. Laura e Alessandro, oltre a scrivere le lettere, hanno preparato una breve presentazione per i propri compagni di classe.

.

Carissimo Eugenio,

le giornate passate a Ventotene mi riaffiorano nella mente come vividi ricordi…

Guardaci adesso, siamo ancora i giovani che scrivevano i messaggi sulle cartine di sigaretta? Forse no, caro Eugenio, siamo cambiati insieme all’Europa.

Eppure sembra ieri che le nostre idee si incontrarono e diedero vita ad uno scritto che cambiò per sempre la Nazione. Quei tempi in cui la nostra libertà pareva essere solo un vago pensiero, mi tornano in mente:  vedo noi che discutiamo, Ada ed Ernesto che parlano, Ursula che cuce le nostre camicie mentre ci ascolta chiacchierare a voce alta. Sento tutto ad un tratto il rumore delle onde che si infrangono sulle scogliere dell’isola, lo stridio del gabbiano che apre le porte del giorno, il profumo del mare nelle giornate ventose. Sentivo così tanto la mancanza della mia terra, ma ora la sento di Ventotene più che mai, perché per quanto fosse orribile stare in confino, quella era la nostra vita.  Adesso, seduto su questa poltrona, mi rendo veramente conto dell’importanza di ciò che abbiamo costruito insieme e mi chiedo come sarebbe stato se avessimo continuato a vivere le nostre vite normalmente. Sarà stata l’aria di Ventotene ad aver ispirato tutto questo? O forse sei stato tu, Eugenio, a farmi da guida in quegli anni? Mi sembra di essere ancora un bambino, amico mio, di avere dei capelli folti e scuri, di avere tanti amici con cui scambiare segreti o giocare a pallone… E tu? Tu ci pensi mai, nella solitudine completa, a quelle esperienze passate? 

Ti saluto e ti abbraccio, caro amico.

.

Carissimo Altiero,

ricordo benissimo quei tempi di confino, ricordo tutto dell’isola, le nostre avventure, i nostri motti, tutti i messaggi scritti di nascosto e sento un’amara malinconia se ripenso a quella vita. Ammetto che quando scrivo su carta da lettere, sento ancora una sincera gioia sapendo di averne a disposizione quanta ne desidero! Solo che adesso mi sveglio, mi alzo in piedi, apro la finestra, guardo fuori e non sento più la sensazione di quando il nostro manifesto è stato accolto per la prima volta nella legge della Nazione. E’ tutto cambiato, Altiero, siamo cambiati noi ma l’Europa si è trasformata nuovamente. Guarda i nostri capelli bianchi e poi guardati in giro: ci sono guerre ovunque, dietro ogni angolo, i cittadini si detestano per nulla, urlano e sostengono la loro opinione senza dare spazio alle altre. Che paese è questo, amico mio? Non sarà questo quello che abbiamo sognato in confino, vero? Quel pensiero fisso che a poco a poco diventava sempre più nitido e vicino? Oh, magari fossimo ancora bambini, loro hanno la capacità di ignorare tutto ciò… Ma lasceresti veramente il popolo europeo in queste condizioni? Ti prego, Altiero, torniamo indietro, torniamo alla felicità del mattino sull’isola, del vento e del silenzio delle onde che scivolavano leggere su un letto di sabbia. Non riesco più a vivere pensando di averci solo provato senza mai raggiungere il traguardo, possiamo fare ancora tanto, se Ventotene ha ispirato noi, se qualcuno di nascosto ci ha fatto da guida, potrebbe fare lo stesso anche per qualcun altro. Dobbiamo cambiare tutto di nuovo. Tagliamo insieme quel traguardo, no? 

Ti saluto, amico, e ti abbraccio, nella speranza che qualcuno possa sentire quell’ispirazione che vola insieme all’aria di Ventotene.

Altiero.

.

In copertina: una pagina della presentazione di Laura e Alessandro; nell’articolo: la classe 2E studia la guerra in Ucraina, marzo 2022.

Lascia un commento