Mime Your Manners

La consegna di questo laboratorio di scrittura – svolto dalla classe 2E nel mese di aprile 2023 – era: “scegli un cortometraggio animato tra quelli proposti, immedesimati in uno dei personaggi e racconta la storia assumendo il suo punto di vista”. Poi, una volta letto in classe senza indicarne il titolo, spettava agli altri indovinare quale corto e quale personaggio si stesse narrando. I cortometraggi sono stati selezionati sul canale CGI Meetup di Youtube.

Questi sono i due punti di vista ricavati dal corto di animazione Mime Your Manners“, di Kate Namowicz e Skyler Porras (3’20”, Usa 2020). L’idea è suggerita da un gioco di parole: “mind your manners”, infatti, significa in inglese “attento a come ti comporti”.

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Lui

“Accipicchia, pure oggi ho licenziato una persona”. Camminavo arrabbiato, direi furioso, stavo discutendo al telefono quando per strada mi sono scontrato con qualcuno, il mio telefono è caduto a terra. Ho alzato gli occhi e mi sono trovato davanti una ragazza vestita in modo strano: aveva una maglia a righe bianche e nere, i guanti bianchi, e il viso truccato di bianco. Un mimo. “Ma cosa fai?! Levati dai piedi!”, le dissi infuriato. Lei mi fece segno di passare, io rifiutai la gentilezza, uralandole contro: “Guarda dove vai, stupido mimo!“, a quel punto le presi la mano con forza, e mi sentii più strano del solito. “Cosa mi sta succedendo?”, pensai. Con quel gesto la maledizione era passata a me, liberando la donna.

Ero diventato un mimo, come quella stupida donna! Il terrore si è impossessato di me… cosa era successo? L’ho guardata ed era diversa, aveva vestiti normali, era davanti a me, e… parlava, aveva la voce! Cercai di dire alla signora cosa stessi provando, ma non usciva nessun suono dalla mia bocca. Lei rispose: “Buona fortuna amico mio, divertiti”, ridendo. Poi vidi la signora avviarsi verso un tavolino del ristorante vicino. Le corsi dietro ma a un certo punto vidi un muro, non mi spaventai, continuai a correre ma sbattei contro quel muro. Poi venni schiacciato, da due muri! “Ma cosa succede? Aiuto! Perché non riesco a passare? Ti prego, basta. non volevo questo!”. Salii su una scala che era comparsa magicamente. Ahhii! Che male! Ero caduto dagli scalini della scala proprio sui… gioielli.

Ero terrorizzato, mi sentivo intrappolato, cercavo di fuggire da quello stupido personaggio che ero diventato, ma non riuscivo, mi sentivo impotente. Ho tentato di raggiungere la ragazza al tavolo, ma era impossibile. Lei era così tranquilla, sorrideva, sorseggiava un calice di vino. Sono corso verso di lei e mi sono scontrato con un uomo, un signore molto robusto che mi prese in pieno, replicando stupidamente ciò che avevo fatto io. Ripensai a quello che aveva fatto il mimo prima con me, e gli feci segno di passare. Lui mi prese per il collo, e… si è trasformato in un mimo, proprio come era capitato a me. Subito dopo non sentii più di essere strano. Io ero libero, e lui condannato alla vita da mimo.

Mi diressi verso il tavolino dove era seduta la signora, Ero desolato per come mi ero comportato. Mi sono seduto al tavolo con la ragazza, volevo provare a spiegarle, a chiederle scusa, mi sentivo molto in colpa e le dissi: “Mi spiace molto per prima”. “Ma no, non ti devi preoccupare, ho capito”, mi rispose. Indicando il mimo, le chiesi: “Non dovremmo aiutarlo?”. Lei rispose: “A volte le persone hanno bisogno di mimare le proprie maniere”. Brindammo insieme all’insegnamento che questa esperienza ha lasciato in entrambi, alla fine.

ALESSANDRO, GIORGIA e MASSIMO, 2023

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Lei

“Chi la fa l’aspetti”, proprio vero pensai. Una mattina, un uomo molto nervoso, che stava discutendo al telefono, si scontrò con me e mi urlò: “Guarda dove vai, stupido mimo!”. Io tentai di chiedergli scusa e lo invitai a passare, ma lui mi afferrò il braccio e, in pochi secondi, prese il mio posto. Finalmente ero libera! L’uomo cercò di parlarmi, ma, essendo un mimo, non aveva la voce; gli augurai quindi buona fortuna e mi sedetti ad un tavolo di un bar che era proprio di fronte a me. Ancora non riuscivo a credere di essere libera, di poter parlare, e di indossare i miei vestiti. Non mi è piaciuto molto stare in quelle quattro mura senza poter vedere e parlare con nessuno, anzi, se devo essere sincera, non capivo proprio come avrei fatto ad uscirne!

Seduta al tavolino, mentre leggevo il menù, vedevo il nuovo mimo disperato che faceva delle facce che mi facevano morire dalle risate: “Quanto è buffo” pensai. “E ancora più buffo pensare che anche io fino a poco prima ero così”. Quando la persona è circondata dalle quattro mura rosse, vede soltanto loro, mentre le persone, dall’esterno, non vedono le mura ma soltanto il mimo e ogni suo strambo movimento.

L’uomo prese la rincorsa per raggiungermi, ma poi finì per stamparsi contro un lampione a causa di un tapis roulant… “Chissà che dolore!” pensai. Prese di nuovo la rincorsa e finì con lo sbattere contro un vecchio signore. Quest’ultimo era pronto ad agire subito con la violenza e pronunciò le stesse identiche parole che l’uomo aveva riferito in malo modo a me.

Credo che, proprio in quel preciso istante, si sia ricordato del momento in cui si era scontrato con me e, per questo motivo, si comportò gentilmente con questo signore, esattamente come io avevo fatto con lui. “Che strano rivedersi in qualcun altro…”. Il vecchio signore, però, lo afferrò per il collo e, proprio in quell’istante, prese il suo posto, liberandolo.

Io, sorridente, spostai la sedia e lo invitai a sedersi con me. L’uomo si scusò per il suo comportamento, ma io non lo feci finire di parlare e gli dissi che lo comprendevo molto bene. A tal punto, mi chiese se fosse il caso di aiutare il nuovo mimo ed io gli risposi che la gentilezza si impara da soli. 

“Perchè, come si sa, ogni nostra azione ha le sue conseguenze” pensai, “e solo queste ci fanno davvero capire come dovremmo sempre comportarci… Lo capirà anche il vecchio signore!”.

REBECCA

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In copertina e nell’articolo: fotogrammi del corto di animazione “Mime Your Manners“, di Kate Namowicz e Skyler Porras (3’20”, 2020), Ringling College of Art and Design, Sarasota (Florida, USA).

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