La malattia di Schneider

Si può inventare il futuro, ma anche il passato. Si tratta di “ucronìe”, momenti della storia immaginari, fantascientifici, quindi mai esistiti realmente, in cui le cose vanno diversamente da come gli storici ce le raccontano. E’ il caso di “Die Schneider krankheit”, questo cortometraggio scritto e diretto dal regista spagnolo Javier Chillon nel 2008. L’hanno visto gli studenti di Materia Alternativa della classe 3C (IC Leonardo da Vinci, a.s. 2022/2023), e ce lo raccontano:

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In Germania nel 1958 è caduta una navicella spaziale. All’interno c’è una scimmia, i medici l’hanno presa e esaminata e dopo qualche settimana scoprono che la scimmia è portatrice di un virus.

Questo virus è come il covid, contagioso e mortale. Il dottor von Braun propone un animale che succhi il sangue dei malati, creato mescolando i geni di tartarughe, sanguisughe e rane. Questa “chimera” viene provata su alcuni pazienti, ma non funziona perché il virus è così potente da uccidere l’animale. Gli uomini devono conviverci, utilizzando le maschere antigas.

Questo cortometraggio non è comune, perché ha la forma di un documentario. Sembra vero perché in quegli anni davvero USA e URSS lanciavano nello spazio navicelle spaziali con a bordo degli animali. E’ strano, in alcuni passaggi surreale, soprattutto nella scena della “chimera” che succhia il sangue.

NICOLO’, HAMZA, ABOUBAKR, ANDI, 2022.

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In copertina e nell’articolo, due fotogrammi del cortometraggio “Die Schneider krankheit” (10’10”), che puoi vedere su Vimeo in lingua spagnola e sottotitolato in lingua inglese. L’autore ci ha tenuto a precisare che tutte le sequenze del film sono state girate appositamente, e che quindi non ha utilizzato nessun materiale d’archivio.

Se ti piacciono le ucronìe, devi assolutamente leggere la saga di Berlin, scritta da Fabio Geda e Marco Magnone, anch’essa incentrata sulla diffusione di un virus.

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