Racconti persi tra le onde. In balia delle onde

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Quel giorno sarebbe stato il primo per molti, e l’ultimo per altrettanti. Un giorno solenne, un giorno fugace, un giorno comune. Semplicemente un giorno.

Non era un giorno normale solo per due bambini: Fatimah e Dakarai, che sarebbero dovuti salire per la prima volta su un’imbarcazione un po’ strana e “gommosa”, come l’avevano definita i due. L’avevano chiamata “Nave Dei Pirati” nonostante non avesse nemmeno il legno simile a quello di un vero vascello. Era corta e stretta, non sembrava potesse reggere neanche una persona un po’ in carne, eppure sarebbe stata destinata a reggere almeno una cinquantina di persone. 

Gli adulti del villaggio erano a conoscenza della presenza dei due fanciulli, e del fatto che fossero rimasti soli insieme a parenti che nemmeno conoscevano. Nessuno aveva avuto però il coraggio di dire ai due giovani la verità sui loro genitori, che erano partiti pochi mesi prima in cerca di speranza su una nave simile alla loro. Dove finì quella nave? In profondità, esattamente sotto a dove i loro figli si sarebbero trovati tra poche ore.

Fatimah e Dakarai pensavano che i loro genitori si trovassero in Italia, e che avessero trovato una grandissima villa dove sarebbero vissuti insieme, per sempre.

“Per sempre” era la parola preferita di Fatimah. Non sapeva esattamente cosa significasse davvero “per sempre” avendo solo otto anni, ma pensava fosse qualcosa di bellissimo. “Per sempre” sarebbero stati i momenti che avrebbe vissuto con mamma e papà una volta superata la frontiera, “per sempre” sarebbero state le storie e i giochi che avrebbe inventato insieme a Dakarai, e “per sempre” sarebbe stata la sua felicità una volta raggiunta la terraferma.

Presto la bambina capì che alcune vite terminano sulle strade, altre in fondo al mare, ed altre non terminano ma si interrompono, vacillando per l’eternità in balia delle onde.

I due fanciulli arrivarono finalmente al barcone. Quasi non si vedeva più a causa dell’infinità di persone al di sopra di esso. Dakarai esitò a salire e guardò dritto in faccia la sorellastra. Fatimah era una bambina enigmatica nonostante la tenera età. Le sue treccine trasandate ricoprivano il capo non ancora sviluppato, dandogli un aspetto quasi selvaggio.

Proprio per il suo aspetto il piccolo Dakarai l’ammirava. Giù al villaggio si disse addirittura che il bambino si imbucò in una vecchia baracca per farsi insegnare dall’Anziana del posto come farsi le treccine (precisò puntualmente) come quelle di Fatimah.

Quell’imbarcazione avrebbe dovuto viaggiare per molto più di una settimana. Circa un mese alcuni pensavano, ma non si seppe mai definitivamente. Quel minuscolo vascello avrebbe dovuto sopportare il peso di qualche dozzina di teste pensanti. Menti giovani e menti adulte si tenevano a braccetto e si distribuivano equamente sulla nave. A volte capitava che traballasse a causa della marea, e in quel caso qualcuno scivolava verso l’altra sponda, lasciando che la barca riacquistasse stabilità. 

Questi momenti erano i preferiti dei due fanciulli.

“Verso sud-est!” disse quello.

“No! Scivola verso nord! Troppo affollato a sud!” replicò l’altra.

E così via, una distesa lungo i bordi, l’altro in mezzo e poi in un battibaleno attaccato alla prua. Si divertivano così i due, e tutti gli altri, che alla vista degli spostamenti rispondevano con un sorriso raggiante, non facevano altro che osservarli. E si dimenticavano del dolore, dei morti in quel posto, di quelli che ci sarebbero stati e di cosa sarebbe successo una volta varcata la frontiera. In quel momento erano presenti solo due diamanti ancora vivi che scivolavano tra le estremità dell’imbarcazione.

Ci sono tantissimi Dakarai e tantissime Fatimah che ieri, oggi e domani continueranno a scivolare. Ogni loro pensiero, ogni loro respiro e ogni loro preghiera erano, sono e saranno, udibili solo alle onde.

ALICE, 2023

Foto di Viola (classe 3C) per Fotografia Europea 2023: “Europe Matters: visioni di un’identità inquieta.

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Questo è il secondo racconto della trilogia “Racconti persi tra le onde”. Il primo è stato pubblicato con il titolo “Sulla superficie“. Il terzo, che sarà pubblicato prossimamente, si intitola “In profondità“.

In copertina: Katsushika Hokusai, 総州銚子 [Sōshū Chōshi] (città di Chōshi nella Provincia di Shimōsa), xilografia, 19×25.4cm, (circa 1832/34). Fa parte della serie 千絵の海 [Chie no umi] (“Mille immagini dell’oceano” o “Oceani di saggezza”), fonte: Wikipedia (Public Domain);

nell’articolo: in alto un’immagine tratta dal sito Wallpaper Flare (Public Domain); in basso migranti provenienti dall’Africa, in attesa di essere assistiti dagli operatori umanitari della ONG spagnola Open Arms, dopo essere fuggiti dalla Libia a bordo di una precaria imbarcazione di legno nel Mar Mediterraneo, a circa 110 miglia a nord della Libia, 12 gennaio 2021. (Foto AP/Joan Mateu, tratta dal sito Libya Update); .

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